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Una persona invalida che ha contratto dei debiti può essere pignorata? La legge permette la pignorabilità di pensione di invalidità e accompagnamento? (scopri le ultime notizie su Invalidità e Legge 104categorie protettediritto del lavorosussidiofferte di lavoro e concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsAppTelegram e Facebook).

Pignorabilità di pensione di invalidità e accompagnamento: è possibile?

No, pignorabilità della pensione di invalidità e accompagnamento non è possibile. Lo stabilisce l’articolo 545 del Codice di procedura civile, che prevede l’impignorabilità di tutte le prestazioni di assistenza.

Questo, perché i trattamenti assistenziali, come appunto la pensione di invalidità civile e l’indennità di accompagnamento, sono finalizzate a garantire il minimo vitale e a “reintegrare essenziali espressioni di vita menomate dalla malattia”.

Nello specifico, il Codice civile dispone che “non sono soggetti a pignoramento i crediti aventi ad oggetti sussidi di garanzia o di sostentamento a persona comprese nell’elenco dei poveri, o sussidi dovuti per maternità, malattie e funerali da casse di assicurazione, da enti di assistenza o da istituti di beneficenza”.

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Quali sono le pensioni pignorabili

Quindi, le prestazioni di assistenza, come le pensioni di invalidità civile, l’indennità di accompagnamento e l’assegno sociale non sono pignorabili, in quanto, avendo carattere assistenziale, sono trattamenti che hanno lo scopo di aiutare i cittadini che si trovano in condizioni di disagio economico.

Sono pignorabili però le pensioni di invalidità a carattere previdenziale, come la pensione di inabilità e l’Assegno ordinario di invalidità, erogate ai sensi della Legge 222/1984, però entro certi limiti (tra poco lo vedremo).

Si tratta come dicevamo di pensioni a carattere previdenziale, ovvero alimentate da contributi versati alle casse pensionistiche dai lavoratori.

Il creditore muore che fine fa il pignoramento? O meglio: il debitore può sentirsi libero dopo la morte della persona che vanta crediti nei suoi confronti?

Entro quali limiti

Tuttavia, anche le prestazioni previdenziali, come la pensione di inabilità civile e l’Assegno ordinario, sono pignorabili solo entro certi limiti.

In sostanza, il Codice di procedura civile stabilisce che le somme da chiunque dovute a titolo di pensione, di indennità che tengono luogo di pensione o di altri assegni di quiescenza, non possano essere pignorate per un ammontare che, il Decreto Aiuti bis, ha innalzato al doppio della misura dell’Assegno sociale, con un minimo di 1000 euro (prima era sempre di 1/5, ma con un minimo di 702 euro al mese).

Cosa vuol dire? Vuol dire che sei titolare di una pensione diretta o di invalidità a carattere previdenziale, questa diventa pignorabile solo se l’importo dell’assegno mensile supera i 1000 euro e per la parte eccedente ai 1000 euro.

Ad esempio: percepisci un assegno mensile di 1200 euro al mese. Il pignoramento verrà eseguito solo sul quinto dei 200 euro eccedenti (40 euro al mese), senza toccare il resto, che è considerato il minimo vitale garantito per il suo sostentamento.

Vediamo se e quando è possibile avviare il procedimento di pignoramento del conto corrente vuoto.

Quali sono i beni non pignorabili

Oltre alle prestazioni di invalidità civile a carattere assistenziale, la legge stabilisce che ci siano altri beni non pignorabili. Vediamo quali sono.

I debitori sottoposti pignoramento spesso si chiedono: come usare i beni pignorati e quando è possibile? Scopriamo i dettagli nell’articolo.

I beni di prima necessità

Non sono pignorabili i beni di prima necessità di proprietà del debitore. Sono beni di prima necessità:

  • i vestiti e la biancheria;
  • il letto (non è mai pignorabile anche se è di pregio o ha un particolare valore artistico o storico);
  • le posate e gli utensili che abbiamo in casa;
  • l’armadio guardaroba e le cassettiere;
  • i fornelli a gas o elettrici, la lavatrice e il frigorifero;
  • i viveri e i combustibili necessari per garantire la sopravvivenza della famiglia per almeno un mese;
  • le armi usate dal debitore per lo svolgimento della sua attività lavorativa.

Ecco se pignoramento e sfratto delle persone disabili è possibile e se sono previste delle tutele in questi casi particolari.

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=wAZehBh84gg&w=560&h=315]

I beni di particolare valore affettivo o morale

Non sono pignorabili i beni che hanno un particolare valore affettivo o morale per il debitore.

Pensiamo, ad esempio:

  • alla corrispondenza personale e familiare;
  • all’urna che contiene le ceneri del defunto;
  • agli oggetti sacri (ad esempio un crocifisso, un calice o una reliquia).

Sia i beni di prima necessità, sia quelli che hanno un particolare valore affettivo o morale per il debitore, possono essere, invece, pignorati se sono di pregio (tranne il letto) hanno un rilevante valore artistico o storico (ad esempio, un mobilio d’epoca oppure un manoscritto di un noto personaggio storico).

Molti si chiedono se si può pignorare l’auto di una persona con disabilità. Scopriamo cosa dice la normativa a riguardo.

Gli animali domestici

Non sono pignorabili gli animali domestici che il debitore o i suoi conviventi tengono in casa o in cortile.

Non deve trattarsi, però, di animali destinati alla vendita o ad altri scopi commerciali.

Non sono pignorabili neppure gli animali utilizzati dal debitore o da un suo familiare per fini assistenziali e/o terapeutici (ad esempio il classico cane per ciechi).

Se il pignoramento non copre il debito cosa succede? Scopriamolo insieme.

Beni relativamente pignorabili

Vediamo ora quali sono i beni relativamente impignorabili e cioè quelli che sono pignorabili solo a determinate condizioni (art.515 codice di procedura civile).

Ad esempio, sono pignorabili – solo se il debitore non ha altri beni sui quali i creditori possono soddisfarsi – le attrezzature e le macchine utilizzate per coltivare la terra.

Allo stesso modo, nelle ultime 6 settimane prima della maturazione, possono essere pignorati separatamente dal fondo, i frutti non ancora raccolti.

Infine, sono pignorabili nei limiti di un quinto, se il debitore non ha altri beni, i cosiddetti ferri del mestiere e cioè gli strumenti utilizzati per svolgere l’attività lavorativa (ad esempio i libri, il computer, la cazzuola o il bisturi).

Non deve essere, comunque, impedito al debitore di svolgere la propria attività lavorativa e, quindi, il bene pignorato gli viene normalmente lasciato in custodia.

Insomma, anche i ferri del mestiere possono essere venduti all’asta dal creditore, ma una buona parte del ricavato (i quattro quinti) deve essere restituito al debitore.

Ricordiamo, infine, che l’ufficiale giudiziario quasi mai porta via i beni che pignora in casa del debitore, ma normalmente glieli lascia in custodia.

Solo in un momento successivo i beni vengono asportati dalla società incaricata della loro vendita.

Parliamo nel dettaglio di quali sono i limiti e le tutele per le persone con una fragilità pignorate. I trattamenti assistenziali e previdenziali, l’auto che trasporta chi ha una disabilità, gli immobili e il conto corrente.

Pignorabilità di pensione di invalidità e accompagnamento
Pensione di invalidità e accompagnamento pignorabilità

I crediti

Oltre alle pensioni a carattere previdenziale, di cui abbiamo parlato, un altro credito pignorabile è lo stipendio.

L’importo da prendere in considerazione per calcolare il 20% pignorabile è sempre quello netto e cioè la somma che il lavoratore mette in tasca a fine mese (normalmente indicata nella busta paga in basso a destra).

In pratica, se riceviamo una retribuzione netta mensile di 1.600 euro, il nostro creditore può portarci via non più di 320 euro al mese.

Un discorso diverso va fatto se il creditore pignora lo stipendio o la pensione non alla fonte, presso il datore di lavoro o l’INPS, ma direttamente sul conto corrente bancario o postale.

In questo caso il creditore può pignorare il denaro depositato solo per la parte che eccede 1.509,81 euro (3 volte l’assegno sociale INPS).

In altre parole, se sul conto corrente hai depositato una somma inferiore a 1.509,81 euro, non ti possono portare via nulla.

Se, invece, hai 2.000 euro, il creditore può prendersi solo 490,19 euro (2.000 euro – 1.509,81 euro = 490,19 euro). Se hai 3.000 euro, solo 1.490,19 euro (3.000 euro – 1.509,81 euro = 1.490,19 euro) e così via.

Le somme depositate dopo il pignoramento, invece, possono essere pignorate nei limiti che abbiamo già detto (un quinto se si tratta dello stipendio, un quinto della parte eccedente i 1.000 euro se si tratta della pensione).

Non sono, invece, pignorabili:

  • gli assegni e la pensione di invalidità;
  • i sussidi per le persone iscritte nell’elenco dei poveri;
  • l’assicurazione sulla vita.

Infine, l’indennità di disoccupazione può essere pignorata con gli stessi limiti della pensione e dello stipendio, se già accreditata sul conto corrente bancario o postale e, quindi, per la somma eccedente 1.509,81 euro e, per i versamenti successivi, nei limiti del quinto sulla somma che eccede una volta e mezzo l’assegno sociale Inps (754,91 euro).

Se, invece, la Naspi non è stata ancora accreditata sul conto corrente, è pignorabile solo nei limiti di un quinto della parte che eccede 754,91 euro.

FAQ (domande e risposte)

Cosa posso fare mi è stato pignorato un bene non pignorabile?

L’impignorabilità assoluta di un bene (ad esempio della fede nuziale, del letto, del tavolo e delle sedie) o anche quella relativa (ad esempio dei ferri del mestiere) devono essere fatte valere dal debitore direttamente davanti all’ufficiale giudiziario nel momento in cui quest’ultimo sta procedendo al pignoramento.

Se l’ufficiale giudiziario non ci ascolta, non possiamo fare altro che rivolgerci al tribunale.

A tal fine è necessario incaricare un avvocato affinché inizi un’azione giudiziaria di opposizione all’esecuzione per far annullare il pignoramento del bene impignorabile (art. 615 codice di procedura civile).

L’impignorabilità di un bene non può essere, invece, rilevata direttamente dal giudice, se il debitore non dice nulla.

Come posso determinare il quinto della mia pensione?

Il quinto della pensione si calcola dividendo l’importo netto mensile della pensione per cinque. Questa cifra rappresenta la quota massima che può essere sottratta nel caso di pignoramento. Ricorda che è importante considerare solo il netto, quindi l’importo che ricevi dopo aver pagato le tasse.

Che cosa accade se non possiedo beni da pignorare?

Nel caso in cui non si abbiano beni da pignorare, generalmente, i creditori non possono procedere con il pignoramento. Tuttavia, è possibile che vengano effettuati ulteriori tentativi di recupero del debito, come il pignoramento dello stipendio o della pensione.

È possibile avere un conto corrente che non sia pignorabile?

Sì, esistono conti correnti particolari, noti come conti di base o conti no-pignoramento. Questi conti permettono di mantenere un importo minimo, stabilito per legge, che non può essere pignorato dai creditori.

Quali sono le strategie per evitare il pignoramento?

Evitare il pignoramento dei propri beni non è semplice e richiede la consulenza di un professionista. Tuttavia, alcune opzioni potrebbero includere il pagamento del debito, la negoziazione con il creditore o la richiesta di un piano di rientro.

In quali situazioni l’INPS può interrompere la mia pensione?

L’INPS può sospendere la pensione in diverse circostanze, ad esempio se il pensionato non rispetta determinate regole o obblighi. Inoltre, la pensione può essere sospesa in caso di pignoramento da parte di un creditore.

Il pignoramento può interessare gli arretrati della pensione di invalidità?

Sì, gli arretrati della pensione di invalidità possono essere soggetti a pignoramento. Tuttavia, ci sono limiti alla quantità che può essere pignorata, generalmente non più del quinto dell’importo totale.

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