Le nuove norme sull’esdebitazione, anche totale: chi può beneficiarne, in che misura e a quali condizioni.
La riforma della legge sul sovraindebitamento (la vecchia legge “salvasuicidi” del 2012) è arrivata nel 2022, con l’entrata in vigore del nuovo Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, che ha sostituito la vecchia legge fallimentare del 1942 e ha potenziato gli strumenti che consentono, non solo agli imprenditori commerciali ed ai professionisti ma anche ai normali consumatori, di liberarsi dai debiti eccessivi. Vediamo quali sono gli strumenti in vigore e come utilizzarli.
La nuova legge sul sovraindebitamento
La
nuova legge sul sovraindebitamento ha potenziato notevolmente la legge “salvasuicidi” e adesso, offre un’efficace via d’uscita a chi, per varie ragioni, ha accumulato nel corso del tempo debiti eccessivi – sia con i privati sia con il Fisco – e non riesce più a pagarli, neanche usufruendo dei consueti strumenti, come le rateazioni e le dilazioni delle scadenze.
Per accedere ai benefici, occorre un giudizio di «meritevolezza» del debitore, che potrà ottenere un consistente abbattimento delle somme dovute e arrivare anche all’esdebitazione totale, in caso di incapienza. In tal caso, il debito non si estingue immediatamente: rimane salva la possibilità di rimborsare i creditori nel quadriennio successivo, se l’esdebitato – che durante quel periodo è tenuto sotto controllo – guadagnerà somme sufficienti, al di sopra del “minimo vitale” necessario per il suo sostentamento.
Chi rientra nella legge sul sovraindebitamento
Come abbiamo anticipato, la platea dei soggetti che possono beneficiare delle procedure di esdebitazione è stata estesa rispetto al passato. Ora, comprende anche i
piccoli imprenditori (che non sono soggetti al fallimento), i soci di società di persone (come le Snc e le Sas) ed i liberi professionisti.
Inoltre i benefici delle nuove procedure di composizione della crisi sono estesi anche ai familiari dei sovraindebitati. Precisamente, i familiari che possono accedere all’esdebitazione sono i parenti entro il 4° grado e gli affini entro il 2° grado del debitore principale, se con lui conviventi, o quando il debito ha un’origine comune (ad esempio, un mutuo cointestato tra marito e moglie o padre e figlio); al coniuge è equiparato il membro di un’unione civile.
Attenzione però: l’accesso agli istituti di composizione della crisi che consentono la liberazione dai debiti è riservato ai soli debitori giudicati «meritevoli». Sono considerati tali coloro che non hanno contratto i debiti con dolo (ad esempio, ottenendo credito con frodi e truffe) e senza colpa grave, che si ravvisa, ad esempio, in capo a chi acquistando beni costosi e di lusso, del tutto superflui, ha fatto “spese pazze”, del tutto superflue e ingiustificate).
Così, ad esempio, potrà sicuramente beneficiare degli strumenti di liberazione dai debiti chi ha sostenuto spese mediche e sanitarie ingenti ma necessarie per fronteggiare cure costose e un lungo periodo di ricovero e di riabilitazione, o chi non è riuscito a pagare l’Irpef, l’Ires, l’Iva ed altre imposte e tasse a causa di una crisi d’impresa del settore che ha provocato una inevitabile contrazione dei ricavi d’esercizio.
Come funziona la legge sul sovraindebitamento
L’iniziativa per attivare gli strumenti previsti dalla legge sul sovraindebitamento parte dal debitore, che deve presentare un’apposita domanda di esdebitazione al giudice del tribunale civile competente. È necessario l’intervento di un Organismo di composizione della crisi (in breve: Occ), composto da qualificati professionisti, che valuta la situazione debitoria, le capacità reddituali e patrimoniali del debitore, e da qui stabilisce quali sono le sue concrete capacità di rimborso.
La relazione dell’Occ espone le cause dell’indebitamento
e il ruolo che il comportamento del debitore ha avuto in ciò; dal raffronto tra i debiti e le possibilità di fronteggiarli emergerà una proposta (in forma di accordo con i creditori che vi acconsentono, o in forma di piano, che può anche prescindere dal consenso dei creditori) che consentirà al giudice di concedere l’esdebitazione, totale o parziale, e in questo secondo caso i tempi e le modalità di pagamento, anche dilazionato, delle somme residue.
Come ottenere l’esdebitazione
Con il decreto del giudice (di omologa dell’accordo o di approvazione del piano predisposto dall’Occ), i debiti pregressi saranno falcidiati in base a quanto previsto nell’accordo o nel piano, e infine si arriverà all’esdebitazione: le obbligazioni pregresse saranno estinte e il debitore, finalmente “libero” da quel peso schiacciante, potrà ripartire.
C’è però un’importante eccezione. Quando il debitore risulta«incapiente» – cioè, non è in grado di offrire ai creditori nessuna utilità economica per ripagare i debiti, perché i suoi redditi e il suo patrimonio sono completamente insufficienti – la procedura offerta dalla nuova legge sul sovraindebitamento consente di arrivare ad una liberazione “condizionata” dai debiti pregressi: l’esdebitazione sarà riconosciuta solo al termine di un
periodo di osservazione di 4 anni, che inizia a decorrere dalla data di emissione del decreto da parte del giudice.
Se in questo periodo il debitore sotto osservazione riceverà, a qualsiasi titolo, somme, beni patrimoniali e proventi utili a soddisfare i creditori almeno nella misura del 10%, dovrà dichiarare di aver ricevuto tali incassi, disponibilità o attribuzioni al giudice della procedura di esdebitazione, che le destinerà al pagamento dei debiti pregressi.
In ogni caso, dall’ammontare delle somme entrate nella disponibilità del debitore andranno detratte le spese di produzione del reddito (ad esempio, i costi per l’esercizio dell’attività) e quelle necessarie per il mantenimento della sua persona e del nucleo di familiari conviventi. Quindi solo l’eccedenza rispetto a questo minimo vitale servirà per ripianare i debiti accumulati. In concreto, il vantaggio può superare gli stretti limiti al pignoramento di stipendi, pensioni, conti correnti e depositi bancari, che si basano su proporzioni matematiche predefinite (ad esempio, il quinto dello stipendio, o il triplo dell’assegno sociale) mentre qui i margini sono più ampi, in quanto discrezionali e rimessi alla valutazione del giudice.
Sovraindebitamento da debiti fiscali
È importante sapere che anche i debiti fiscali – Irpef, Iva, Ires e altre imposte e tasse – potranno essere cancellati, o comunque notevolmente ridotti e abbattuti, con le procedure che abbiamo descritto: per approfondire questo aspetto, leggi “Come ridurre i debiti fiscali” e “Più facile per tutti fare pace con il Fisco“.
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