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Decontribuzione per le mamme lavoratrici senza limiti reddito. Ma con un tetto massimo fino a 3 mila euro annui. Più sostegni per l’asilo nido e un mese in più di congedo parentale. Ma intanto sale l’Iva sui beni della prima infanzia, che raddoppia su pannolini ed alimenti per bambini. E la cosiddetta Tampon tax torna al 10%: gli assorbenti saranno più cari. La Legge di Bilancio 2024 dice che le mamme avranno stipendi più alti. Ma lo sconto sui contributi è riservato solo alle madri con più di un figlio. Il bonus nido invece è valido per i soli nati dopo il primo gennaio 2024, in nuclei familiari con Isee sotto i 40mila euro. Verrà incrementato a 3.600 euro, purché nel nucleo sia già presente un altro figlio sotto i 10 anni.

La legge di bilancio e le madri

La decontribuzione, spiega oggi Il Sole 24 Ore, è riservata alle madri con almeno due figli. L’esonero, riconosciuto nel limite massimo annuo di 3mila euro e riparametrato su base mensile determinerà una busta paga più generosa. La norma è pensata per tutte le lavoratrici con rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato ad esclusione del lavoro domestico e delle lavoratrici autonome). Il costo a carico dello Stato dovrebbe aggirarsi intorno ai 700 milioni di euro. La norma avrà validità per i periodi di paga dal primo gennaio 2024 al 31 dicembre 2026, con due differenze:

  • per le madri con tre o più figli, fino al 18esimo compleanno del figli più piccolo;
  • in via sperimentale anche per le madri con due figli, con il figlio più piccolo sotto i 10 anni di età.

La formula prevede uno sconto sui contributi per la quota a carico del lavoratore dipendente in relazione al numero di figli.

La decontribuzione

Dal primo gennaio 2024 fino al 31 dicembre 2026, si legge nel documento del governo, alle lavoratrici madri «di tre o più figli con rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato, ad esclusione dei rapporti di lavoro domestico, è riconosciuto un esonero del cento per cento sulla quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore fino al compimento del diciottesimo annodi età del figlio più piccolo, nel limite massimo di 3 mila euro riparametrato su base mensile». L’esonero è riconosciuto, in via sperimentale, per i periodo di paga dal primo gennaio 2024 al 31 dicembre 2026 anche alle lavoratrici madri di due figli con rapporto di lavoro a tempo indeterminato con un tetto Isee di 40 mila euro. Ma fino al compimento del decimo anno di età del bimbo più piccolo. Mentre è elevato a 2.100 euro l’incremento introdotto nel 2020 che ha innalzato da 1.500 euro a un massimo di 3 mila euro l’attuale beneficio.

Congedi parentali e fringe benefit

Poi ci sono congedi parentali facoltativi: nel 2024 due mesi sul totale dei sei a disposizione entro i sei anni di vita del figlio, saranno retribuiti all’80% dello stipendio anziché al 30%. Negli anni successivi però si cambia ancora: per uno dei due mesi la retribuzione sarà pari al 60% dello stipendio, l’altro resterà all’80%. Un aiuto in più a chi ha più figli arriva anche per quanto riguarda i fringe benefit: per il 2024 la soglia di esenzione fiscale (pari a 258 euro) viene portata a mille per tutti i lavoratori dipendenti e a 2 mila per quelli con figli a carico. Entra infine nella legge di bilancio, come annunciato, l’esenzione dei titoli di Stato dal computo dell’Isee. Una scelta che però viene bollata come «iniqua» dall’opposizione.

Il Bonus nido

Infine c’è il bonus nido per i soli nati dopo il primo gennaio 2024, in nuclei familiari con Isee sotto i 4omila euro. Verrà incrementato a 3.600 euro, purché nel nucleo sia già presente un altro figlio sotto i 10 anni. Attualmente il bonus già arriva a 2.500 euro l’anno tra 25mila e 40mila euro di Isee e arriva a 3mila euro sotto la soglia di 25mila euro. Un potenziamento strutturale, grazie a uno stanziamento aggiuntivo da 240 milioni per i1 2024 (incrementale per gli anni successivi). Il contributo, a rimborso delle rette pagate, verrà sempre erogato da Inps in 11 mensilità, quindi da 327 euro ciascuna.

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