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Quando si stipula un contratto di affitto si è obbligati a corrispondere il canone di locazione pattuito. Ma può capitare che un inquilino non riesca a pagare puntualmente la somma e per questo rischia una procedura di sfratto per morosità. 

Un ulteriore strumento di tutela, è il banca dati di morosità immobiliare di idealista, che ti permette di proteggerti da potenziali locatari inadempienti.

Tuttavia, la legge prevede il cosiddetto termine di grazia, che permette di sanare il debito con un pagamento cumulativo posticipato. Ma, nei casi più gravi, esiste anche un fondo statale per la morosità incolpevole. Ma di cosa di tratta?

Come funziona la morosità incolpevole

Nel caso in cui non si riesca a pagare il canone di affitto per cause non imputabili alla propria volontà, è possibile ottenere il riconoscimento della cosiddetta morosità incolpevole. Per accadere al fondo statale occorre possedere alcune caratteristiche e aver ricevuto la notifica di intimazione di sfratto.

Il contributo statale è previsto in favore di coloro che non hanno contribuito a creare volontariamente la situazione debitoria nei confronti del proprietario di casa. Il fondo aiuta quindi gli affittuari che davvero non possono pagare l’affitto, mentre esclude coloro che hanno i soldi ma per qualsiasi ragione non vogliono corrispondere il canone.

Quando la morosità è incolpevole?

La morosità nel pagamento dei canoni di affitto si considera incolpevole quando i ritardi e le omissioni di versamento delle somme sono attribuibili a una situazione di impossibilità oggettiva, causata dall’assenza, o dalla consistente riduzione, della capacità reddituale dell’inquilino.

Queste condizioni si verificano quando avviene la perdita del lavoro per licenziamento, o in presenza di accordi aziendali e sindacali che riducono l’orario di lavoro, o nei casi di collocamento in cassa integrazione e di mancato rinnovo dei contratti a termine o di quelli di lavori atipici.

Per gli inquilini che svolgono attività di impresa, di lavoro autonomo o libero, costituisce causa di morosità incolpevole la cessazione dell’attività dovuta a forza maggiore, o a malattia grave,  infortunio o decesso del titolare, o di un componente del suo nucleo familiare, se questo ha comportato la necessità di impiegare una parte notevole del reddito per spese mediche e assistenziali.

Il fondo per morosità incolpevole

Per fronteggiare tutte queste situazioni, nel 2013 è stato introdotto il cosiddetto fondo per morosità incolpevole. A contenere il provvedimento è la legge anti-sfratti, emanata per favorire la stabilità delle locazioni nelle zone ad alta tensione abitativa, come per esempio le città di Roma e Milano.

A beneficiare di questo fondo statale sono gli inquilini cittadini italiani o stranieri titolari di permesso di soggiorno che si trovino in particolari condizioni:

  • abbiano un reddito Isee non superiore a 26mila euro (in alcuni casi si può arrivare fino a 35mila euro, secondo le condizioni stabilite nei bandi locali);
  • abbiano in affitto da almeno un anno un immobile non di lusso (rientrano nelle categorie catastali A/1, A8 e A/9);
  • non possiedono altri immobili abitabili nella stessa Provincia dove è ubicato quello preso in affitto;
  • abbiano un contratto di locazione regolarmente registrato all’Agenzia delle entrate.

Il fondo per la morosità incolpevole è gestito a livello nazionale dal ministero delle Infrastrutture e dei trasporti che però non distribuisce direttamente i contributi ai cittadini. Le risorse finanziarie vengono date alle Regioni che, a loro volta, le assegnano ai Comuni in base alle rispettive esigenze abitative.

Il fondo viene attivato solo nei Comuni ad alta tensione abitativa, i quali promuovono periodicamente bandi per erogare, con la dotazione finanziaria del fondo, i contributi in favore degli inquilini morosi e incolpevoli.

La dotazione finanziaria del fondo è però esigua, avendo a disposizione solo venti milioni di euro all’anno. Per questo normalmente copre solo il 40% del reale fabbisogno.

Come accedere al fondo?

Chiunque possieda i requisiti indicati precedentemente ha la possibilità di accedere al fondo per morosità incolpevole. Attualmente l’ammontare massimo del contributo ottenibile è di 12mila euro  per ciascun contratto di affitto, di cui 8 mila destinati a sanare le morosità pregresse. I rimanenti 4 mila euro possono essere concessi per stipulare un nuovo contratto di locazione a canone concordato.

La richiesta va presentata al Comune di residenza in base alle regole previste dagli specifici bandi emanati dagli enti locali. Questi si possono consultare negli avvisi dell’Albo pretorio online di ogni Comune. La richiesta può essere presentata anche attraverso i Caf e i patronati.

I casi di Milano, Roma, Genova e del Veneto

Il fondo per morosità incolpevole di Regione Lombardia è stato prorogato fino al 31 dicembre 2024. La normativa prevede che i cittadini  in possesso di procedura di sfratto esecutivo possano rivolgersi al proprio Comune di residenza per chiedere informazioni sulla pubblicazione del bando e le modalità di  presentazione della domanda.

Se si tratta del Comune di Milano, esiste il bando Salvasfratti destinato agli inquilini che non sono riusciti a pagare l’affitto a causa della perdita o di una consistente riduzione del reddito. Chi fa richiesta deve risultare destinatario di un atto di intimazione di sfratto per morosità e richiedere l’accertamento della morosità incolpevole presentando la domanda nel proprio Municipio di residenza.

Per quanto riguarda il Comune di Roma, è possibile accedere al fondo consultando il sito istituzionale nel quale sono indicate le procedure per partecipare al bando.

Anche la Regione Veneto per i casi di morosità incolpevole ha messo a disposizione il cosiddetto fondo affitti, che si aggiunge al fondo per morosità incolpevole. Infine c’è il Comune di Genova che prevede un contributo economico in favore di chi non riesca a pagare l’affitto. L’importo massimo, come dicevamo, è di 12mila euro per ogni contratto di locazione.

 

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