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Finisce per la prima volta in tribunale un’impresa che ha eseguito interventi relativi al Superbonus 110%. L’iniziativa è partita dal Movimento Consumatori Toscana, che da tempo riceve problematiche da privati cittadini inerenti alla ristrutturazione dei fabbricati. Uno tra i tanti casi proviene dal Valdarno aretino verrà trattato dal legale che assiste l’associazione e che difenderà i componenti di una famiglia che hanno citato in giudizio un’impresa a causa dei lavori mal eseguiti con prodotti non certificati. Fra le richieste, spiccano i danni conseguenti al ridotto godimento dell’immobile di proprietà dei committenti, i danni derivanti dal ritardo nell’adempimento e le spese sopportate dal privato. “Seguirà, inoltre – ha aggiunto il presidente del Movimento Consumatori Arezzo, Armando Mansueto – vista l’enorme cifra richiesta per gli interventi, che appare sproporzionata, anche un esposto alla Guardia di Finanza per danno erariale”. “Anche se i lavori rientravano nel Superbonus – ha affermato l’avvocato Alberto Polverini – questi devono essere fatti a regola d’arte, proprio perché vengono realizzati con fondi dello Stato. Chi esegue i lavori deve garantire tutte le certificazioni dei prodotti e nel caso specifico non sono state fornite. Si tratta in particolare di una complessiva noncuranza nello svolgimento dei lavori che la famiglia assistita denuncia da circa due anni. Mi preme essere chiaro: se i lavori li paga lo Stato, non per questo devono essere fatti in maniera superficiale. E non è un caso isolato, è una bolla destinata ad esplodere nei prossimi mesi o anni”.

Dal Movimento Consumatori sottolineano inoltre che i cittadini sono esposti ad incertezza, visto che non conoscono direttamente i costi sostenuti per ogni singolo intervento. “Basti pensare – spiegano dall’associazione – fra i tanti casi a noi arrivati, che per una villetta bifamiliare sono stati dichiarati oltre 700mila euro di contributo per il 110. Viene da sé che con tali somme si sarebbe potuto creare ex novo un nuovo appartamento di classe A, mentre nonostante l’impiego di somme che riteniamo sproporzionate ad oggi hanno una classificazione energetica di classe D”.

Un’altra questione posta sotto la lente d’ingrandimento è rappresentata dal fatto che i cittadini non hanno le schede dei materiali impiegati durante i lavori, insieme alla mancata consegna delle modulistiche di garanzia dei prodotti installati. E poi le ristrutturazioni effettuate con cappotti senza installare le macchine per il circuito forzato dell’aria, dove in alcuni casi la muffa ha iniziato ad invadere gli interni delle abitazioni. “Vere e proprie truffe” le ha bollate Mansueto. Una vicenda di cui si sentirà ancora parlare.

 

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