Salvini ne aveva parlato a settembre, a un convegno di Confedilizia e in tv. Poi di nuovo a inizio anno con alcune banche e associazioni dell’edilizia romane. E poi c’era tornato a metà marzo, durante un question time alla Camera. L’aveva chiamata “pace edilizia”, una legge per “sanare tutte le difformità interne alle abitazioni che stanno bloccando milioni di italiani e di immobili che potrebbero essere tranquillamente rimessi sul mercato liberando gli uffici comunali da centinaia, migliaia di pratiche che si accumulano da 40 anni”.
Difformità sull’80% del patrimonio immobiliare
Ora, con vista sulle europee, il condono edilizio torna in agenda. E’ lo stesso Ministero delle Infrastrutture e trasporti a far sapere che sta preparando un pacchetto di norme per intervenire sulla casa, “così come chiesto e auspicato anche dalle amministrazioni territoriali, dalle associazioni e dagli enti del settore edilizio”. Si tratta, spiega il Mit, “di una serie di misure che mirano a regolarizzare le piccole difformità o le irregolarità strutturali che interessano, secondo uno studio del Consiglio nazionale degli ingegneri, quasi l’80% del patrimonio immobiliare italiano”.
Per quali irregolarità si prepara la sanatoria
Nella nota del Mit c’è anche una casistica di interventi sotto l’ombrello della sanatoria:
- difformità di natura formale, legate alle incertezze interpretative della disciplina vigente;
- difformità edilizie ‘interne’, riguardanti singole unità immobiliari, a cui i proprietari hanno apportato lievi modifiche (tramezzi, soppalchi, etc.);
- difformità che potevano essere sanate all’epoca di realizzazione dell’intervento, ma non sanabili oggi a causa della disciplina della “doppia conforme” che non consente di conseguire il permesso o la segnalazione in sanatoria per moltissimi interventi, risalenti nel tempo.
E ancora per permettere i cambi di destinazione d’uso degli immobili tra categorie omogenee.
“Queste linee di indirizzo – spiega il Ministero – su cui gli uffici si sono mossi, a seguito anche delle proposte raccolte nelle precedenti riunioni sul tema, e che hanno portato alla bozza normativa, sono state presentate nel corso della riunione sul piano casa, tenutasi al Mit alla presenza del vicepremier e ministro Matteo Salvini con il Dipe (dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica) e circa 50 tra istituzioni, enti, associazioni, ordini professionali e fondazioni del settore”.
La ratio – si spiega – è tutelare i piccoli proprietari immobiliari che in molti casi attendono da decenni la regolarizzazione delle loro posizioni e che non riescono, spesso, a ristrutturare o vendere la propria casa. Allo stesso tempo deflazionare il lavoro degli uffici tecnici comunali, spesso sommersi dalle richieste di sanatorie. Alla luce della semplificazione e dell’efficienza amministrativa si è previsto anche di intervenire sulle procedure amministrative per garantire ai cittadini risposte certe in tempi certi.
Confedilizia: “Misure che condividiamo”
“Abbiamo manifestato al ministro Salvini il nostro apprezzamento”, dice il presidente della Confedilizia Giorgio Spaziani Testa: “Si tratta di un insieme di misure di cui condividiamo l’impostazione, finalizzate a garantire più certezze ai proprietari e a facilitare la commercializzazione degli immobili. Naturalmente, potremo esprimere un giudizio definitivo quando leggeremo il testo del previsto decreto-legge”.
L’associazione dei proprietari ha anche “ribadito l’esigenza di lavorare con l’intero governo al fine di includere nel piano casa misure che riteniamo indispensabili per favorire l’accesso all’abitazione, come l’azzeramento dell’Imu per le abitazioni locate a canone concordato e il superamento dei ritardi nell’esecuzione degli sfratti”, ha spiegato ancora Spaziani Testa.
La premier: “Vediamo come sarà il testo”
“Salvini mi accennò qualcosa diverso tempo fa, poi ho visto che oggi ha ribadito che sta lavorando a questa norma ma non la conosco, non sono in grado esprimere giudizio. Ho letto il comunicato del ministero dei Trasporti che parla di sanare piccole difformità interne, cioè se hai alzato un tramezzo per fare due stanze dove ce ne era una. Se è questo parliamone, è ragionevole, ma non posso ragionevolmente commentare una norma che non ho letto” è stato il primo commento della premier Giorgia Meloni, ospite della puntata di Porta a porta
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