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Si continua a parlare di riforma previdenziale per il 2025 e delle possibili misure di uscita anticipata, ed a fronte di denatalità, invecchiamento della popolazione, mercato del lavoro non dei migliori e carenza di risorse i nostri lettori provano a ragionare su quale riforma potrebbe essere la maggiormete fattibile, nel rispetto dei conti, e soprattutto si confrontano relativamente a dove si potrebbe risparmiare al fine di avere i denari per rimodulare la riforma pensioni. Tanti fanno considerazioni e domande e molti si rivolgono direttamente al nostro esperto previdenziale il Dott. Perfetto, che quest’oggi ha voluto dare risposta a differenti lettori componendo, con la solita abilità che lo contraddistingue, un solo elaborato. Tra i vari interrogativi a cui cerca di dare risposta ve ne é uno che ci ha colpito particolarmente in quanto riprende alcune considerazioni che spesso sentiamo dai nostrii lettori, l’Italia non potrebbe fare come altri Paesi, come in Svizzera, dicono, dove vengono trattenuti meno contributi dalla busta paga ed i lavoratori possono versare quel corrispettivo nella previdenza privata o accantonarli come meglio credono? E soprattutto si torna a parlare dell’unica soluzione che pare al momento plausibile per il Dott. Perfetto, già indicata nella riforma Perfetto-Armiliato-Gibbin, ossia far versare i contributi anche ai robot.

Pensioni anticipate 2025: Perfetto risponde su possibili similitudini previdenziali Italia- Svizzera- Germania

Così Perfetto_ “Desidero approfondire il dibattito che si è innescato con l’intervento del sig. Antonello, e vorrei aggiungere dei chiarimenti importanti sulla “tassazione robotica” per approdare ad una Riforma Previdenziale che sia flessibile e strutturale.

Prima di tutto voglio precisare che non si parla di “tassa” sui robot, ma di “imposta” sui robot.

La differenza tra “tassa” e “imposta” è rilevante, e quindi i termini vanno utilizzati modo appropriato.

La tassa viene applicata a fonte di un servizio reso (es. tassa rifiuti); le imposte vengono applicate per coinvolgere i produttori nel ridurre l’impatto sulla collettività da parte del sistema di produzione (per es. rendere il produttore partecipe delle spese per finanziare i sussidi di disoccupazione generata dall’automazione).

Prima di entrare in argomento, desidero rispondere ad alcune osservazione presenti nei commenti dei lettori.

I soldi che l’INPS risparmia (e che ha risparmiato, per esempio, per i pensionati morti a causa del Covid-19) vengono per così dire “accantonati”, e serviranno per far fronte ai pagamenti di quei pensionati che vivono più a lungo rispetto alle aspettative di vita. Sig. Luca e sig. Don, non ci si può basare sui risparmi temporanei per fare una Riforma Previdenziale strutturale; al più si potrebbe fare (come peraltro già avviene) una legge valida per un anno, e prorogabile di anno in anno in base alle disponibilità finanziarie dell’INPS e dello Stato (che, non dimentichiamo, trasferisce ingenti somme all’INPS prelevandoli dalla fiscalità generale).

L’Italia potrebbe fare come fanno anche altri Paesi. Fare come la Svizzera? Per esempio, smettendo di prelevare i contributi dallo stipendio e poi ognuno pensa per sé? Ridurre i costi della Pubblica Amministrazione? Per la verità, sig. Michele Varese, l’Italia sta già copiando la Germania, prelevando i contributi dalla fiscalità generale. Si chiama “fiscalizzazione degli oneri sociali”. I 10-11 miliardi che serviranno per la Legge di Bilancio 2025 per il taglio del cuneo fiscale contributivo a favore dei lavoratori (e quindi per dare più soldi in busta paga) verranno prelevati dalla fiscalità generale (in altre parole, lo Stato prende soldi dall’erario per non far perdere contributi ai lavoratori, e quindi trasferisce soldi provenienti dalla fiscalità generale all’INPS). Ciò significa: meno soldi per l’Assistenza, meno soldi per la Sanità, meno soldi per l’Istruzione.

I Sindacati potrebbero organizzare manifestazioni di protesta che siano di vero contrasto alle decisioni impopolari dei governanti. Questo è il suggerimento del lettore Quota Bara. Ma per attuare il suggerimento di Quota Bara, per esercitare un contrasto veramente significativo, non violento e decisivo, occorrono almeno due fattori fondamentali: 1) che il popolo italiano si trovi nella disperazione più profonda; 2) che a guidare la forma di protesta sia una figura profondamente spirituale, una Grande Anima, come il Mahatma Gandhi. Gandhi si espresse così dinanzi ai governanti dell’Impero britannico: è tempo che alziate i tacchi e che ve ne andiate dall’India. Ma il popolo italiano e davvero così oppresso? Tra i nostri sindacalisti c’è davvero qualcuno che abbia la statura morale e politica nonché la forza interiore spirituale di Mahatma Gandhi?

– “Bisogna recuperare evasione ed eliminare sprechi e privilegi. Il resto sono sono parole inutili”, afferma il sig. Guido. Corretto, sig. Guido: ma tra il “resto” che lei cita, ci sono, purtroppo, anche le sue parole inutili (“recuperare evasione ed eliminare sprechi e privilegi”). Non crede, sig. Guido, che se fosse possibile farlo sarebbe stato già fatto? C’è proprio bisogno che lo dica lei, che lo diciamo noi, tutti i lettori di pensionipertutti, tutti i lavoratori uniti, tutti i Sindacati, persino l’Europa e tutti i giornali d’Italia?

“Specchietti per le allodole… Tridico, i robot, ecc….”, osserva acutamente il sig. Max. E allora, sig. Max, che cosa occorre fare? Semplice: non essere un’allodola! Non lasciarsi abbagliare da “Quota 41 perché la pensione la vogliamo da vivi”!

Pensioni anticipata 2025. le imposte sui robot unica soluzione

Ed ora veniamo all’imposta sui robot.

PARLAMENTARI EUROPEI (una parte), esperti di diritto tributario internazionale (una parte), Parlamentari italiani (una parte) sono favorevoli alla “tassazione” sui robot (ricordo che il termine “tax” in inglese non significa “tassa”, ma significa “imposta”);

– DENATALITÀ: a seguito di sempre minori nascite, si avranno in futuro sempre minori lavoratori. La popolazione della parte mediana della piramide demografica tenderà a diminuire sempre di più e quindi sempre meno lavoratori dovranno sostenere sempre più pensionati: la piramide demografica crolla. I robot possono sostituire i lavoratori mancanti, e quindi possono mantenere popolata la parte di mezzo della piramide demografica relativa alla popolazione che lavora. In altre parole, i robot NON RISOLVONO il problema della denatalità. I robot ELIMINANO il problema della denatalità;

IMPOSTA SUI ROBOT E AI: se vogliamo, è un po’ l’equivalente della tassazione sugli extra profitti delle imprese. Extra profitti che derivano da maggiore produttività dei robot (rispetto agli umani) e da minori costi del lavoro. Facendo versare alle imprese il 33% del “salario ipotetico lordo del robot” (che potrebbe essere equiparato al salario lordo del lavoratore che va in pensione) tale pensiero è in linea con i suggerimenti offerti dal sig. Antonello. In alternativa, si potrebbe prelevare la “robot tax” dall’IRES che versano le imprese, in base ad un indicatore che rileva il grado di digitalizzazione, ovvero di automazione dell’impresa;

RICAMBIO GENERAZIONALE: l’obiettivo che si intende raggiungere attraverso l’applicazione dell’imposta su robot be AI è quello di consentire il ricambio generazionale, che è la sola possibilità per avviare la crescita economica e la riduzione del debito pubblico.

CONCLUSIONI.

Ripeto quanto più volte ho evidenziato: ridurre gli importi pensionistici non risolve il problema delle pensioni, serve solo a disincentivare i lavoratori ad andare in pensione. Il mantenere in maniera forzosa i lavoratori anziani al lavoro, unitamente alla mancanza di ricambio generazionale, impedirà la crescita economica auspicata dal Governo e non permetterà di ridurre il debito pubblico in accordo con le indicazioni della Commissione europea.

Sarebbe bene, pertanto, che la Proposta di Riforma Previdenziale flessibile e strutturale Perfetto-Armiliato-Gibbin venisse attentamente presa in considerazione dai Sindacati e dal Governo e attentamente esaminata da esperti in materia fiscale, tra cui la Ragioneria Generale dello Stato, la Corte dei Conti, l’Ufficio Parlamentare di Bilancio, e l’Agenzia delle Entrate”.

Ringraziamo come sempre il Dott. Perfetto per questo articolato elaborato e per aver evidenziato e riassunto le parti salienti della proposta già inoltrata al Governo, non resta che sperare possa divenire argomento di discussione per il Governo e tra chi si occupa di tematiche previdenziali. Voi cosa ne pensate al riguardo, concordate con il Dott Perfetto che una riforma di questo tipo potrebbe risolvere il problema della denatalità e dell’invecchiamento? Fatecelo sapere nell’apooisita sezione commenti del sito.

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