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Firenze, 10 febbraio 2023 – I mutui a tasso variabile costano di più di quelli a tasso fisso. L’Euribor, punto di riferimento per i mutui variabili è salito al 2,57% e si sta dirigendo verso il 3%, mentre il tasso Irs, parametro di riferimento per i mutui fissi, è al 2,37%. A parità di spread il mutuo variabile a costa di più. Si tratta di un sorpasso storico, non accadeva dal 2008.

La causa di questo andamento è il rialzo dei tassi deciso dalla Bce, la Banca centrale europea, che ha iniziato ad adottare un programma di politica restrittiva già a partire dal 1 luglio 2022. L’Irs, fa presente Altroconsumo, è sotto tensione da un po’, con valori che sono triplicati rispetto ad inizio 2022. Le attese sono inoltre quelle di una crescita sostenuta dell’Euribor.

La rata del mutuo a tasso variabile – spiega Altroconsumo – viene ridefinita periodicamente, solitamente ogni mese, sommando lo Spread, che resta sempre lo stesso, all’Euribor del periodo di riferimento. Questo significa che se l’Euribor cresce di conseguenza anche la rata salirà. Di quanto, dipende anche da quando si è stipulato il mutuo.Il piano di ammortamento alla francese prevede infatti che la rata sia composta da quote di interessi decrescenti e da quote capitale crescenti. Quindi, tanto più si è avanti nel piano di ammortamento tanto meno effetto avrà sulla rata la quota interessi.

Considerando per esempio un mutuo variabile di 100mila euro, con durata residua 20 anni, indicizzato all’Euribor 1 mese e con spread dell’1%, nel caso di una crescita del parametro di indicizzazione dello 0,5%, la rata passa da 539 a 564 euro. Una crescita quindi di 25 euro per rata, che sull’intero piano di ammortamento sarebbe di 6mila euro.

Chi ha un mutuo a tasso variabile già acceso, bisogna agisca in fretta, suggerisce Altroconsumo. Chi ha sottoscritto un mutuo a tasso variabile può valutare una surroga e passare così a un tasso fisso. “Si tratta ancora – spiega l’associazione dei consumatori – di una buona possibilità perché significa bloccare il valore della rata nei prossimi mesi”. La surroga è un’operazione gratuita, senza spese extra, che permette di cambiare tutto del mutuo, rivolgendosi a un’altra banca, alla quale viene trasferito il debito, con la possibilità di variare durata, tipologia e tasso del finanziamento. A rimanere fisso è invece il capitale residuo del mutuo che viene trasferito.

Ipotizzando ad esempio una surroga di un mutuo con residuo 150 mila euro e durata residua 15 anni, le migliori offerte per tornare al tasso fisso vanno dal 3,60% al 3,79%. Se il mutuo ha un tasso variabile pari ad Euribor 1 mese più uno spread del 2% il suo tasso sarebbe oggi invece al 4,17%, con una rata di 1132 euro. Scegliendo la migliore surroga oggi presente sul mercato, la rata si ridurrebbe di oltre un migliaio di euro e si avrebbe la certezza di averla sempre fissa senza ulteriori aumenti.

Se i tassi fissi sul mercato fossero già troppo alti, una soluzione – suggerisce ancora Altroconsumo, potrebbe essere passare ad un tasso misto e quindi fissare la rate ad un certo valore massimo limitando i rischi del variabile; lo si può fare con un mutuo a rata protetta o un mutuo con cap.  In alternativa, è possibile provare a rinegoziare il mutuo con la propria banca, passando sempre dal variabile al fisso oppure ad un tasso misto, con rata protetta e con cap. Fino al 31 dicembre 2023, i mutuatari con particolari requisiti, possono comunque accedere alla rinegoziazione di Stato e quindi tornare al mutuo a tasso fisso anche senza chiedere l’ok alla propria banca. Si può fare se il mutuo è inferiore a 200mila euro, se l’Isee del mutuatario non supera i 35mila euro, e se il mutuatario non è mai stato in ritardo fin qui con i pagamenti.

Secondo l’ultima rilevazione di Facile.it e Mutui.it, realizzata su un campione di oltre 27mila richieste di mutuo raccolte nella regione, nei primi sette mesi del 2022 gli aspiranti mutuatari della Toscana hanno puntato ad ottenere, in media, 145.869 euro, vale a dire il 2,4% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. I rincari dei tassi, già evidenti nel 2022, hanno spinto gli aspiranti mutuatari a valutare nuove tipologie di mutuo tanto è vero che, a luglio 2022, il 34% delle domande di finanziamento raccolte da Facile.it in Toscana e presentate alle banche era per un mutuo a tasso variabile con cap, percentuale notevole se si considera che fino a pochi mesi fa nove richiedenti su dieci puntavano al fisso. Le richieste di mutui a tasso fisso, sempre nel mese di luglio 2022, sono calate al 20% del totale, mentre la quota di quelle a tasso variabile si è attestata intorno al 45%.

 

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