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Non sono poche le novità introdotte dal cosiddetto decreto “Salva Casa”, approvato oggi, martedì 16 luglio, in Commissione Ambiente. E se aumentano i margini di tollerabilità, in caso di difformità progettuali, per le abitazioni fino a 60 metri quadri e si rendono i sottotetti abitabili, ci sono novità anche per la disciplina della cosiddetta “doppia conformità” per le sanatorie degli abusi edilizi. Di cosa parliamo? Andiamo con ordine.

Cosa stabiliva la “doppia conformità” e cosa cambia oggi 

A cambiare sono due articoli del Testo Unico sull’edilizia: il 36 e il 37. Riassumendo, molto sinteticamente la disciplina di legge, sono le due norme che consentono di regolarizzare gli abusi edilizi dovuti all’assenza del permesso di costruire, o di altro titolo abilitativo come la Scia, acronimo che sta Segnalazione Certificata di Inizio Attività.

Fino a oggi per chiedere la sanatoria ci si doveva attenere alla cosiddetta “doppia conformità”.In sostanza gli interventi dovevano essere conformi sia alla normativa edilizia e urbanistica vigente al momento della realizzazione, sia a quella vigente al momento dell’istanza. Una pratica che, per alcuni è una sorta di garanzia su eventuali altri abusi edilizi, per altri una norma desueta che intasa di lavoro gli uffici comunali. 

Con il decreto “Salva Casa” cambia tutto, anche se la “doppia conformità” non scompare del tutto, ma viene limitata solo agli abusi edilizi più gravi. Ovvero a tutti quei casi in cui ci sia “assenza, totale difformità o variazioni essenziali rispetto al permesso di costruire” o “assenza, totale difformità o variazioni essenziali rispetto alla Super Scia”. La disciplina invece scompare in caso di “parziali difformità”. In questo caso ci si dovrà attenere solo alla disciplina urbanistica al momento della presentazione della domanda e a quella edilizia al momento della realizzazione dell’intervento. 

Le reazioni politiche: l’allarme del Pd e la soddisfazione della Lega

E la norma ha trovato già le prime critiche da parte dell’opposizione: “Attualmente per ottenere una sanatoria edilizia – spiega Chiara Braga, capogruppo del Pd alla Camera – l’opera deve essere conforme sia alla normativa vigente al momento della sua realizzazione che a quella vigente al momento della presentazione della domanda. D’ora in poi non sarà necessaria questa verifica non solo per le parziali difformità ma nemmeno per le variazioni essenziali”.

Di parere ovviamente diverso quella del Carroccio: “Grazie a un nostro emendamento al Salva casa si supera l’annoso problema della doppia conformità edilizia le cui pratiche intasano gli uffici comunali di tutta Italia. Non solo per le difformità parziali, come scritto nel provvedimento, ma anche per quelle sostanziali. Fermo restando che in caso di interventi totalmente difformi si applica la vecchia norma. Con la Lega si sblocca il mercato immobiliare e si liberano i Comuni da pratiche annose, bloccate da inutile burocrazia”. È il commento a caldo dei deputati della Lega in commissione Ambiente Gianpiero Zinzi (primo firmatario dell’emendamento), Alessandro Benvenuto, Gianangelo Bof, Elisa Montemagni e Graziano Pizzimenti.

Fonte Today.it

 

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