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La corsa al rialzo dei tassi di interesse imposto dalla BCE per contrastare l’inflazione sembra al capolinea, è ora quindi di chiedersi se conviene un mutuo a tasso fisso o variabile. Una scelta che fino a qualche mese fa era impensabile: il tasso variabile, di solito più conveniente, ha avuto infatti rialzi che hanno messo in crisi tante famiglie. Ma ora? Vediamolo in questo post. (scopri le ultime notizie su bonus, Rdc e assegno unico, su Invalidità e Legge 104, sui mutui, sul fisco, sulle offerte di lavoro e i concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).

Mutuo a tasso fisso o variabile: le ultime rilevazioni

Tendenze recenti dei tassi Euribor

La scelta tra un mutuo a tasso fisso o variabile è influenzata significativamente dall’andamento dei tassi di interesse. Recentemente, lEuribor, che è il benchmark per i mutui a tasso variabile, ha mostrato variazioni importanti. A settembre, l’Euribor a 3 mesi ha raggiunto il 3,87%, in aumento rispetto al 3,78% di agosto e notevolmente più alto rispetto al 3,15% di maggio. Questo aumento indica una tendenza al rialzo per i tassi dei mutui variabili, influenzando direttamente la rata mensile che un mutuatario dovrebbe pagare.

Confronto con i tassi dei mutui a tasso fisso

Parallelamente, anche mutui a tasso fisso hanno mostrato un incremento. L‘Irs, l’indice di riferimento per questi mutui, ha registrato un aumento: a 10 anni è arrivato al 3,26%, a 20 anni al 3,19% e a 30 anni al 2,94%. Anche se questi tassi sono più bassi rispetto all’Euribor, la loro crescita riflette una tendenza generale di aumento dei costi del credito.

Analisi della situazione attuale del mercato

Le ultime rilevazioni mostrano un panorama interessante:

  • Il tasso variabile medio continua ad aumentare, raggiungendo il 4,97%.
  • La migliore offerta di mercato per i tassi variabili ha visto una leggera diminuzione, attestandosi al 4,15%.

Queste dinamiche indicano che, sebbene i tassi variabili siano in aumento, ci sono ancora opportunità di mercato che possono offrire condizioni più vantaggiose. È fondamentale, quindi, per i potenziali mutuatari, monitorare attentamente queste variazioni per scegliere il prodotto più adatto alle proprie necessità finanziarie.

Prima di accendere un mutuo verifica anche Tan e Taeg, qui ti spieghiamo cosa sono.

Implicazioni per la scelta del mutuo

Questa situazione pone i futuri mutuatari di fronte a una scelta. Considerando l’incremento dei tassi sia fissi che variabili, diventa essenziale valutare quale opzione si adatti meglio alla propria situazione finanziaria e alla propria tolleranza al rischio. Un tasso fisso offre la certezza di una rata immutabile nel tempo, mentre un tasso variabile può comportare risparmi a breve termine ma anche un maggiore rischio di aumento delle rate future.

Consigli per i mutuatari

In questo contesto, ecco alcuni consigli pratici per i mutuatari:

  1. Valutare la propria situazione finanziaria: considerare il proprio reddito, le spese e la stabilità lavorativa per determinare la capacità di gestire le variazioni delle rate.
  2. Capire il proprio profilo di rischio: se si preferisce la sicurezza di una rata costante, un tasso fisso potrebbe essere la scelta migliore. Se invece si è disposti ad accettare una certa incertezza per potenzialmente approfittare di tassi più bassi, un tasso variabile potrebbe essere più adatto.
  3. Monitorare il mercato: rimani aggiornato sulle ultime tendenze dei tassi di interesse per cogliere le migliori opportunità.

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C’è davvero un’inversione di tendenza?

Recentemente, si è dunque parlato di una possibile inversione di tendenza nei tassi di interesse, un fattore cruciale nella scelta del tipo di mutuo.

Analisi dei tassi di interesse recenti

Esaminiamo i tassi di interesse recenti per capire meglio questa dinamica:

  • Tasso medio del fisso: a settembre, il tasso medio per i mutui a tasso fisso si è attestato al 3,90%, segnalando una leggera crescita. Anche il tasso migliore disponibile ha mostrato un incremento, raggiungendo il 3,50%.
  • Preferenza per il tasso fisso: nonostante questi aumenti, c’è stata un’impennata nella preferenza per i mutui a tasso fisso. Nel terzo trimestre dell’anno, la domanda di mutui fissi ha rappresentato il 93,3% del totale, un notevole aumento rispetto al 51,4% registrato nello stesso periodo del 2022.
  • Declino del tasso variabile: in parallelo, il tasso variabile ha continuato a perdere terreno, scendendo al 5,2% delle richieste, con il tasso misto e il variabile con cap diventati quasi marginali.

Questi dati suggeriscono che, nonostante l’aumento dei tassi, il mutuo a tasso fisso rimane la scelta predominante tra i mutuatari. La stabilità delle rate sembra essere un fattore decisivo per molti, specialmente in un contesto di incertezza economica.

Implicazioni per i mutuatari

I mutuatari attuali e futuri devono considerare diversi fattori:

  1. Stabilità delle rate: il mutuo a tasso fisso offre la certezza di rate immutabili nel tempo, un vantaggio significativo in periodi di incertezza economica.
  2. Flessibilità del variabile: sebbene i tassi variabili siano in aumento, potrebbero ancora offrire condizioni più vantaggiose a breve termine, soprattutto se i tassi dovessero diminuire in futuro.

I mutui per la prima casa sono il 70% del totale

Nel valutare la scelta tra un mutuo a tasso fisso e uno variabile, è essenziale considerare le tendenze attuali del mercato immobiliare. Un dato significativo riguarda i mutui per la prima casa, che rappresentano una larga maggioranza delle richieste di finanziamento.

Analisi delle richieste di mutuo

La distribuzione delle richieste di mutuo nel terzo trimestre evidenzia una forte prevalenza verso l’acquisto della prima casa:

  • Acquisto prima casa: circa il 71,3% delle richieste totali di mutuo sono destinate all’acquisto della prima abitazione. Questo alto tasso riflette l’importanza che gli italiani attribuiscono all’investimento immobiliare come bene primario.
  • Surroghe e sostituzioni: rappresentano poco più del 21,2% delle richieste, indicando un certo interesse nel rinegoziare o sostituire mutui esistenti, forse per approfittare di condizioni di mercato più favorevoli.
  • Acquisto seconda casa: l’acquisto di una seconda casa si attesta attorno al 6%, mostrando che, sebbene ci sia un interesse, rimane una minoranza rispetto agli acquisti primari.

Durata dei finanziamenti richiesti

La durata media dei mutui richiesti rimane sostanzialmente stabile, attestandosi in media a 23,8 anni, leggermente inferiore ai 24 anni del trimestre precedente. Questo dato suggerisce che, nonostante le incertezze economiche, gli italiani continuano a impegnarsi in mutui a lungo termine per l’acquisto della casa.

Implicazioni per la scelta del tipo di mutuo

Questi dati hanno importanti implicazioni per la scelta tra mutuo a tasso fisso o variabile:

  1. Prevalenza dell’acquisto della prima casa: la stabilità offerta da un tasso fisso potrebbe essere più attraente per chi acquista la prima casa, considerando l’impegno a lungo termine e la necessità di prevedibilità nelle spese.
  2. Rinegoziazione e sostituzione di mutui esistenti: per chi già possiede un mutuo, valutare le opzioni di surroga o sostituzione con un tasso più vantaggioso può essere una mossa strategica, specialmente in un contesto di tassi in variazione.

Sta diminuendo il finanziamento medio

Recenti dati sul mercato dei mutui mostrano una tendenza interessante: il finanziamento medio richiesto è in calo. Questo dato riflette le sfide economiche attuali, tra cui un’inflazione elevata che incide sul potere di acquisto delle famiglie italiane.

Analisi dell’importo medio richiesto

  • Calo del finanziamento medio: tra luglio e settembre, l’importo medio richiesto per i mutui si è fermato a 129.579 euro, in netto calo rispetto ai 141.148 euro del primo trimestre dell’anno precedente.
  • Impatto dell’inflazione: questo calo può essere interpretato come un segno dell’impatto dell’inflazione sulle capacità finanziarie delle famiglie, che ora sono più caute o limitate nel richiedere finanziamenti ingenti.

Implicazioni per i mutuatari

Questo trend ha importanti implicazioni per chi sta considerando di richiedere un mutuo:

  • Maggior cautela: i mutuatari potrebbero essere più cauti nel richiedere importi elevati, cercando di mantenere le rate del mutuo entro un budget più gestibile.
  • Loan to value: il loan to value, ossia il rapporto tra l’importo del mutuo e il valore dell’immobile, si mantiene stabile intorno al 67,2%. Questo suggerisce che, nonostante la cautela, le persone sono ancora disposte a finanziare una parte significativa dell’acquisto.

Tutti i dubbi sui nuovi tassi

L’attuale scenario dei tassi di interesse solleva molte domande per chi desidera accedere a un mutuo. Con la politica restrittiva della BCE che si avvicina al suo termine, è fondamentale considerare come questo influenzerà la scelta tra tasso fisso e variabile.

Valutazioni sui tassi di interesse

  • Decisioni basate sul lungo termine: la scelta del tipo di mutuo dovrebbe considerare l’intero arco di tempo del finanziamento, che spesso copre buona parte della vita del mutuatario.
  • Rischio di oscillazioni della rata: la disponibilità del richiedente a gestire le oscillazioni della rata dovrebbe influenzare la scelta tra un tasso fisso e uno variabile.
Mutuo a tasso fisso o variabile, cosa conviene oggi
Nell’immagine un uomo si interroga se convenga il mutuo a tasso fisso o variabile.

FAQ (domande e risposte)

È meglio scegliere un mutuo a tasso fisso o variabile oggi?

Oggi, la scelta tra un mutuo a tasso fisso o variabile dipende fortemente dalle esigenze individuali e dalla tolleranza al rischio. La recente tendenza mostra un crescente interesse verso i mutui a tasso fisso, principalmente a causa dell’incertezza economica e dell’aumento dei tassi di interesse. Il tasso fisso offre stabilità e prevedibilità delle rate, che è particolarmente attraente in un periodo di volatilità dei mercati.

Come si sono mossi i tassi Euribor per i mutui variabili recentemente?

Recentemente, i tassi Euribor, che sono un parametro chiave per i mutui a tasso variabile, hanno mostrato un aumento significativo. Ad esempio, l’Euribor a 3 mesi ha raggiunto il 3,87% a settembre, in aumento rispetto al 3,78% di agosto e ben mezzo punto percentuale in più rispetto a maggio. Questo aumento indica un trend al rialzo per i tassi dei mutui variabili.

Qual è la tendenza attuale per i tassi dei mutui fissi?

I tassi dei mutui a tasso fisso sono anch’essi in crescita, ma rimangono generalmente più bassi rispetto ai tassi variabili. Ad esempio, l’Irs a 10 anni è arrivato al 3,26%, con incrementi anche per le scadenze a 20 e 30 anni. Nonostante l’aumento, il tasso fisso continua a essere una scelta popolare per la sua stabilità.

Quanto è aumentata la preferenza per i mutui a tasso fisso nel 2023?

Nel 2023, la preferenza per i mutui a tasso fisso è aumentata in modo significativo. La domanda di mutui fissi ha rappresentato il 93,3% del totale nel terzo trimestre dell’anno, rispetto al 51,4% dello stesso periodo nel 2022. Questo aumento è probabilmente dovuto al desiderio di sicurezza e prevedibilità nelle rate del mutuo.

Qual è l’importo medio richiesto per i mutui nel terzo trimestre 2023?

Nel terzo trimestre del 2023, l’importo medio richiesto per i mutui è diminuito, attestandosi a 129.579 euro, rispetto ai 141.148 euro del primo trimestre dell’anno precedente. Questo calo può essere attribuito alle difficoltà economiche, come l’inflazione elevata, che hanno influenzato la capacità delle famiglie di assumersi impegni finanziari di grande entità.

Come incidono i nuovi tassi BCE sulla scelta del mutuo?

I nuovi tassi imposti dalla BCE influenzano significativamente la scelta del mutuo. Con la fine prevista della politica restrittiva della BCE, i potenziali mutuatari devono valutare attentamente il rischio di oscillazioni dei tassi. La scelta dipende anche dalle caratteristiche individuali del richiedente, come la sua capacità di gestire le variazioni della rata. Fino a quando i tassi variabili rimarranno superiori a quelli fissi, è probabile che ci sia una preferenza per il mutuo a tasso fisso.

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