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In questo articolo conosciamo quali sono le tutele e i diritti per le mamme lavoratrici autonome o libere professioniste.

Anche per loro, come per le madri che hanno un lavoro subordinato, esistono normative che consentono una migliore gestione del lavoro e della famiglia.

DIRITTI E TUTELE PER LE MAMME LAVORATRICI AUTONOME

Vediamo, quindi, quali sono i diritti delle mamme lavoratrici autonome previsti dalla legge:

  • Congedo di maternità per le lavoratrici iscritte alla gestione separata INPS (art 64 T.U.): le madri lavoratrici autonome iscritte alla gestione separata INPS, ossia le collaboratrici coordinate, le professioniste senza albo e cassa previdenziale, le associate in partecipazione e le libere professioniste, hanno diritto a un congedo di maternità riconosciuto per i due mesi prima del parto e per i tre mesi successivi. Come per le lavoratrici dipendenti, le lavoratrici autonome possono rinviare l’inizio del periodo di maternità al mese prima del parto (usufruendo quindi di 1 mese di congedo prima del parto e di 4 mesi dopo) o alla data effettiva del parto (usufruendo di tutti i cinque mesi di maternità dopo il parto). La lavoratrice autonoma non è tenuta a produrre all’INPS le certificazioni mediche previste dalla legge per fruire della flessibilità del congedo, tuttavia è tenuta a comunicarlo all’Inps. Per maggiori informazioni si veda il sito Inps, alla pagina dedicata.

  • Congedo di maternità per le lavoratrici autonome(art. 66 T.U.): ossia le artigiane, commercianti, coltivatrici dirette, colone, mezzadre, imprenditrici agricole professionali, nonché alle pescatrici autonome della piccola pesca marittima e delle acque interne, hanno diritto a un congedo di maternità riconosciuto per i due mesi prima del parto e per i tre mesi successivi. Durante il periodo di assenza dal lavoro si ha diritto a un’indennità economica. L’indennità di maternità è compatibile con l’attività lavorativa, pertanto non vi è l’obbligo di astenersi dal lavoro. Per maggiori informazioni si veda ilsito Inps, alla pagina dedicata.

  • Congedo di maternità per le libere professioniste con casse previdenziali di categoria (art 70 T.U.): le libere professioniste iscritte a una cassa di previdenza (es. avvocata, commercialista, ecc.) hanno diritto a un’indennità di maternità per i due mesi antecedenti alla data del parto e per i tre mesi successivi alla data effettiva dello stesso. Come per le lavoratrici autonome, è prevista la possibilità di chiedere la flessibilità. Le libere professioniste con Cassa possono svolgere attività lavorativa durante il periodo di maternità. L’indennità è corrisposta anche quando non si verifica un’effettiva astensione dal lavoro.  

  • Congedo parentale: in sintesi è un periodo di astensione facoltativa dal lavoro dei genitori, che per i lavoratori autonomi è di  massimo 3 mesi ciascuno, da fruire entro il primo anno di vita del bambino. È prevista un’indennità economica per il periodo di astensione dal lavoro pari al 30% della retribuzione. L’aumento dell’indennità prevista dalla legge di bilancio 2023 e 2024 per i neogenitori nei primi 6 anni del bambino non si applica alla lavoratrice autonoma.

ESSERE MAMME LAVORATRICI AUTONOME IN ITALIA

Molte neomamme si sono licenziate a causa delle grandi difficoltà che incontrano nel riuscire a lavorare e prendersi cura dei propri figli contemporaneamente.

Tra gli alti costi dei nidi, gli stipendi bassi e i nonni spesso ancora al lavoro, diventa difficile la gestione del tempo per le mamme. La prima strategia a cui le famiglie ricorrono è la rinuncia al lavoro delle donne, che può prendere la forma sia di una rinuncia dopo la maternità sia ad un ricorso al part time. Si tratta di una scelta con indubbi costi a livello personale e professionale.

Come emerso dalle testimonianze raccolte tramite i programmi territoriali, nonché sui nostri canali social, tante donne in Italia una volta rimaste incinta hanno subito discriminazioni sul lavoro, o fanno fatica insieme ai loro compagni a usufruire dei diritti e delle tutele previste una volta che si ha un figlio. Nel caso delle lavoratrici autonome o delle libere professioniste emergono ancor più forti le difficoltà.

B.T.O. ci scrive: “Ci sono categorie partita iva che nonostante anni di tasse non hanno diritto alla maternità…costrette a lavorare fino al giorno prima del parto e a un mese si rientra con figlio a seguito…benvenuti in Italia”.

Per approfondire il tema maternità e lavoro leggi l’ottava edizione del nostro rapporto “Le Equilibriste: la maternità in Italia 2024, che raccoglie importanti dati, e traccia un bilancio aggiornato delle molte sfide che le donne in Italia devono affrontare quando diventano mamme. 

Gli articoli su diritti e tutele dei genitori lavoratori

Per qualsiasi informazione aggiuntiva rifarsi al sito dell’INPS.

 

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