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L’Agenzia Entrate Riscossione può pignorare beni che appartengono anche a un’altra persona?

Un nostro lettore ci chiede se Agenzia Entrate Riscossione può eseguire il fermo su auto e conto corrente cointestato. Sul punto, sarà bene trattare le due questioni in modo separato per verificare cosa rischia chi ha pendenze con il fisco per vecchie cartelle esattoriali e cosa potrebbe fare l’Agente della Riscossione sui beni di proprietà anche di altri soggetti “non debitori”. Ma procediamo con ordine.

Fermo auto: quali conseguenze e limiti

Il fermo amministrativo è il provvedimento che

vieta al debitore di circolare con l’auto su cui detta misura cautelare è stata iscritta. A iscriverlo può essere solo l’Agente per la Riscossione Esattoriale e non anche un altro creditore privato.

Il fermo può gravare su qualsiasi auto del debitore, anche quella che serve per recarsi al lavoro, a meno che non si tratti di veicolo strumentale all’esercizio dell’attività imprenditoriale o professionale.

30 giorni prima del fermo, l’Esattore deve inviare al debitore un preavviso per dargli la possibilità di pagare o chiedere la rateazione, impedendo così tale misura.

Possono formare oggetto di fermo anche i beni dei coobbligati, nei confronti dei quali per poter procedere all’espropriazione, valgono le stesse disposizioni in tema di notifica e decorrenza dei termini esaminati.

Fermo su auto cointestata

Molto si è detto e scritto sulla possibilità per Agenzia Entrate Riscossione di iscrivere un fermo sull’auto cointestata con un soggetto del tutto estraneo al debito.

A fronte di qualche pronuncia di senso contrario, la posizione principale sposata dalla giurisprudenza è quella di ritenere legittima tale misura, nonostante essa possa incidere sui diritti di un terzo. In altri termini, il fatto che la macchina sia cointestata con un parente o qualsiasi altro soggetto non impedisce l’iscrizione del fermo.

In questo senso vedasi la sentenza n. 90/2020 della CTP di Como, secondo cui la cointestazione del veicolo a più comproprietari non impedisce il fermo amministrativo.

Una posizione più moderata è stata invece sposata dalla CTP di Milano con la sent. n. 22/2012, secondo la quale è vietato il fermo sull’auto cointestata con un disabile il quale sia titolare dei benefici della Legge 104. E ciò perché tale normativa, rivolta proprio a tutelare coloro che sono portatori di un grave handicap certificato ai sensi dell’art. 3 della medesima L. 104/92, non possono essere soggetti ad alcuna forma di restrizione della mobilità e quindi anche al fermo.

Bisogna però guardarsi bene dal cointestare l’auto dopo il ricevimento del preavviso di fermo: un tale atto potrebbe ben essere revocato perché dolosamente commesso in frode ai creditori, con l’intento cioè di impedire il recupero del credito da parte dell’Esattore.

Fa discutere infine la posizione di altri Tribunali secondo cui, seppure è legittimo il fermo sull’auto cointestata

, il divieto di circolazione vale solo per il debitore e non anche per il comproprietario estraneo alla pendenza fiscale. Tale interpretazione cozza con la finalità del fermo, che non è quella di sanzionare il debitore ma impedire che il veicolo possa subire deprezzamenti o danneggiamenti in vista di un eventuale e successivo (per quanto improbabile) pignoramento. Se dunque scopo delle “ganasce fiscali” è evitare che l’auto possa deteriorarsi, non si vede come tale evento non possa verificarsi quando a condurla sia un soggetto diverso dal debitore.

Blocco del conto cointestato

È altresì possibile il pignoramento del conto corrente cointestato con un’altra persona non debitrice. In tale ipotesi, tuttavia, il blocco delle somme non potrà estendersi a oltre la metà delle stesse. In altri termini, l’Agenzia Entrate Riscossione può pignorare solo il 50% del conto corrente, lasciando svincolate le altre somme.

L’Esattore potrebbe tuttavia pignorare l’intero conto, se riesce a dimostrare che la cointestazione è una pura simulazione: il che avviene, ad esempio, quando il conto è alimentato dai redditi del solo debitore mentre l’altro ne è solo un beneficiario.

Anche in questo caso, come in quello dell’auto, la cointestazione successiva alla notifica della cartella esattoriale può essere oggetto di azione revocatoria, in quanto fraudolentemente rivolta a limitare i diritti del creditore.

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