BRINDISI – Debito ridotto del 60%, dal Tribunale di Brindisi, per un brindisino in condizioni di ludopatia che aveva contratto debiti per oltre 230 mila euro con sette società finanziarie. È il risultato di un paziente lavoro durato quasi un anno da parte dell’Adoc. A darne notizia il presidente provinciale Giuseppe Zippo.
«Nell’ambito dell’attività svolta dallo Sportello Bancario e Sovraindebitamento di Adoc Brindisi – spiega – registriamo con soddisfazione l’intervenuta omologa, da parte del Tribunale di Brindisi, di una proposta di Piano del Consumatore destinata a risolvere una crisi da sovraindebitamento per uno stato passivo pari a 233.139,78 euro»
A lavoro una squadra di più professionisti oltre al contributo del Centro per le dipendenze da gioco d’azzardo di San Cesario – ASL LE in quanto la debitoria era legata ad una condizione di ludopatia. «Come spesso denunziato da questa associazione – ricorda Zippo – la capillare diffusione del gioco d’azzardo sul territorio unita a pressoché totale assenza di contenimento e controllo del fenomeno porta con sé nefaste conseguenze per i soggetti coinvolti che, privi di alcun sostegno, spesso si trovano alla mercè di banche, finanziarie e usura in una spirale di difficile soluzione». E aggiunge: «Nella vicenda che ha visto protagonista lo sportello, nella persona dell’avvocato Rossana Palladino, si è lavorato congiuntamente sia sul superamento della dipendenza di cui l’interessato aveva preso consapevolezza compiendo un percorso impegnativo e virtuoso sia sul contenimento del debito come condizione ulteriore per ripartire senza il carico della pesante debitoria. Si è pertanto giunti all’approvazione da parte del Tribunale di un piano che riduce del 60% il debito nei confronti delle (7) finanziarie e autorizza il debitore a continuare a pagare il debito per il mutuo prima casa secondo l’originario piano di ammortamento». In questo modo il consumatore ha beneficiato di uno stralcio del debito, salvato la casa di proprietà da una certa vendita all’asta, liberato lo stipendio da una cessione del quinto concessa a fronte di una condizione economica che non lo avrebbe concesso. Degna di nota è la circostanza che, come accade in una altissima percentuale di casi, il Tribunale ha riconosciuto come all’erogazione di tutti i prestiti si era arrivati con forzature che avevano consentito di concedere le somme anche in assenza di una condizione di merito creditizio e quindi senza che le stesse valutassero la effettiva possibilità del richiedente di sostenere il debito».
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