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SRM, Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo, durante una missione a New York coordinata dalla Banca, insieme a Propeller Club, ha presentato una ricerca per promuovere il ruolo strategico dei porti italiani nel Mediterraneo attraverso la Zona Economica Speciale Unica del Mezzogiorno e le Zone Logistiche Semplificate del Centro Nord.

Di seguito gli highlights della ricerca:

L’economia del mare, con la sua filiera, genera in Italia un valore aggiunto diretto pari a €59 miliardi, con la presenza di oltre 227mila imprese.

Portualità e shipping sostengono un import ed export marittimo italiano pari a quasi €340 miliardi con poco meno di mezzo miliardo di tonnellate di merci l’anno movimentate tra container, automezzi, materie prime e prodotti energetici.

Portualità e logistica non sono solo importanti settori economici per sé, ma anche un pilastro su cui si regge l’intera economia italiana:

  • A Nord, i porti della Liguria (Genova e La Spezia) dal lato del Tirreno e quelli di Venezia e Trieste dal lato Adriatico, rappresentano la via di accesso non solo per il Nord Italia, ma anche verso il Centro Europa coprendo così una delle aree a più alto tasso di sviluppo e PIL del mondo.
  • Nel Mezzogiorno, i porti del Sud Italia sono invece più orientati alla dimensione energetica e quali hub logistici di connessione con il Nord Africa e il Mediterraneo.

Il posizionamento geografico dell’Italia copre dunque una duplice funzione che offre un più ampio e variegato spettro di interesse per investitori internazionali rispetto ad altri Paesi.

Le ZES hanno la capacità di stimolare alcuni dei principali indicatori economici di un territorio; stime di SRM hanno mostrato come possano incrementare l’export fino al 4% annuo, il traffico portuale container fino all’8,4% e le risorse pubbliche investite possano attivarne il doppio da privati (1 euro pubblico investito nelle ZES ne attiva ulteriori 2 provenienti da imprese).

Gli Stati Uniti sono il primo partner italiano per interscambio marittimo, con un valore pari a circa 54,8 miliardi di euro di cui 42 per le esportazioni. Per l’Italia è fondamentale attuare iniziative e progetti volti a rafforzare e consolidare il proprio sistema portuale e marittimo e promuovere questo sistema nei confronti di player esteri per incrementare gli investimenti e favorire le relazioni con il nostro cluster. E gli Stati Uniti sono un paese target di grande rilevanza. New York inoltre è una piazza finanziaria globale che consente di coprire anche investitori internazionali, non solo strettamente statunitensi.

L’economia del mare rappresenta una filiera variegata composta da Armatori, Terminalisti, Agenti Marittimi, Spedizionieri, Imprese portuali, Imprese logistiche, Cantieristica, ciascuno dei quali rappresenta ambiti di potenziale interesse per investitori internazionali e specificatamente americani.



 

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