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E pensare che il Superbonus lo avevano introdotto loro nel 2020 insieme agli allora alleati giallo-rossi Movimento 5 Stelle e Partito Democratico. Ieri, però, Italia Viva ha fatto da stampella alla maggioranza di governo e agli emendamenti Meloni-Giorgetti su Superbonus e sugar tax ha votato Sì. Per ammissione della diretta interessata, senza il voto della senatrice renziana Dafne Musolino, le cose si sarebbero fatte complicate per la maggioranza, dato il voto contrario annunciato da Forza Italia, poi costretta ad astenersi – con il senatore Claudio Lotito – dato il cambio dei numeri in commissione Finanze dovuto al soccorso di Iv. Come fatto notare anche da HuffPost pochi giorni fa, sono almeno 78 le volte in cui, secondo calcoli di OpenPolis, le opposizioni divise si trasformano automaticamente in un aiutino al governo Meloni che, nonostante la netta vittoria del centrodestra alle elezioni del 2022, non per forza è così numericamente compatto tra Montecitorio e Palazzo Madama.

Ieri pomeriggio il governo se l’è vista brutta. Era fallita persino la giocata orchestrata da Palazzo Chigi, cercando sponde con il presidente del Senato Ignazio La Russa, per aggiungere un senatore meloniano in commissione sesta e garantirsi così i numeri. Per fortuna per Giorgia Meloni, però, c’è Italia Viva. Se a inizio legislatura le voci (mai ufficialmente confermate) che accreditavano il drappello di senatori renziani come ago della bilancia per l’elezione allo scranno più alto di Palazzo Madama di La Russa, mancando il voto degli azzurri guidati ancora da Silvio Berlusconi, questa volta lo schema si è materializzato alla luce del sole.

Antonio Tajani aveva annunciato nella mattinata di ieri il voto contrario dell’unico senatore azzurro in commissione, Claudio Lotito, sull’emendamento ‘spalma-Superbonus’ presentato al decreto omonimo dal governo. Una minaccia che aveva senso tenendo a mente il pallottoliere della commissione Finanze: diciannove membri di cui dieci controllati dalla maggioranza. Senza Lotito, l’emendamento non sarebbe passato, dato che l’opposizione può contare su nove senatori. Tutto questo sulla carta: perché infatti tra l’opposizione c’è anche chi è pronto a votare a favore della maggioranza. La senatrice di Italia Viva Dafne Musolino ha improvvisamente annunciato il suo voto favorevole all’emendamento Giorgetti. Costringendo così gli azzurri a far rientrare precipitosamente la minaccia, astenendosi al momento del voto. A blindare ulteriormente la maggioranza, ci hanno poi pensato il senatore Pietro Patton, delle Autonomie, in teoria all’opposizione, che al momento del voto è uscito dopo aver ottenuto il semaforo verde dal governo a un suo emendamento personale, e il voto favorevole del presidente della commissione, il leghista Massimo Garavaglia, che per prassi però non vota.

La mossa decisiva, per salvare il Superbonus e poi votare la mediazione sulla sugar tax (rinviata di un ulteriore anno al termine di una lunga giornata al cardiopalma parlamentare), è stata comunque quella della senatrice renziana. Musolino, che non è stata eletta con l’ex Terzo Polo, ma con Sud chiama Nord di Cateno De Luca, e poi passata tra le fila di Iv per consentire ai renziani di costituire un gruppo autonomo a Palazzo Madama dopo il divorzio con Azione di Carlo Calenda, oggi si giustifica, rivendicando il suo voto a favore del governo: “Senza il voto di Italia Viva la sugar tax sarebbe entrata in vigore. I tentativi del senatore Gasparri di accreditarsi la vittoria sulla sugar tax sono una patetica mistificazione della realtà: Forza Italia si è astenuta e senza il voto di Iv ora ci sarebbe una tassa in più”. E molto probabilmente, però, il governo sarebbe andato sotto per la seconda volta nella legislatura su un voto fondamentale – dopo il clamoroso rovescio sul Def del 2023 in aula alla Camera.

A farsi sentire oggi è anche il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, che cerca di minimizzare il soccorso al governo Meloni sostenendo la bontà della mossa della sua senatrice: “Italia Viva è contro il governo Meloni – assicura stamattina l’ex premier su Twitter – ma non siamo contro l’Italia. E infatti oggi votiamo ‘No’ alla questione di fiducia”. Italia Viva “fa da cinque anni da sola una battaglia contro la sugar tax voluta dall’ideologia di Conte e rinviata solo grazie al nostro intervento”. Eppure, sempre al tempo del Conte II, fu proprio sul Superbonus – che oggi Italia Viva vuole limitare votando a favore dell’emendamento del governo – che i renziani votarono compatti. Il 110% fu introdotto con il decreto Rilancio nel luglio 2020 dall’allora maggioranza giallo-rossa: Italia Viva, terza forza parlamentare di maggioranza, votò a favore, con il deputato Luigi Marattin che era tra i tre relatori del disegno di legge di conversione del decreto. “Provammo in tutti i modi a far cambiare idea al Movimento 5 Stelle” si giustifica oggi l’economista renziano. Ma un dato resta: ieri, proprio sul Superbonus e poi sulla sugar tax, la maggioranza Meloni è rimasta in piedi grazie a Renzi.

 

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