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L’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale ha reso noto di aver concluso le due procedure di gara per la rifunzionalizzazione del Bacino Alti Fondali di Manfredonia e per il banchinamento della colmata (ex British Gas) di Capobianco.

I due interventi di importo complessivo di 186 milioni di euro, rivenienti dai fondi Pnrr sono strategici per lo sviluppo ai due scali e ne miglioreranno in modo sostanziale l’efficienza e la capacità operativa.

Riguardo l’intervento del Porto di Manfredonia nominato “Rifunzionalizzazione del Bacino Alto Fondali (Baf)” l’importo è di 121 milioni di euro, di cui 80 milioni coperto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, e 41 milioni dal fondo Zes Recovery Fund.

La gara è stata vinta dal R.T.I.(Raggruppamento Temporaneo di Imprese) “C.I.S.A. s.p.a./Operazione s.r.l./Fincosit s.r.l./Consorzio Stabile i.t.m./ Nautilus s.r.l” e si apprende dalla nota dell’ente portuale che già entro quest’anno inizieranno i lavori che consistono in opere manutentive di risanamento corticale delle strutture in calcestruzzo armato del Baf, nonché nella progettazione esecutiva e la realizzazione dei lavori di rifunzionalizzazione, consolidamento strutturale, miglioramento sismico, compresa l’esecuzione di tutte le opere e provviste occorrenti, ponendo successivamente a gara il progetto definitivo validato. Sinteticamente, gli interventi previsti nel progetto sono: lavori manutentivi di riparazione corticale; ripristino e protezione delle superfici in calcestruzzo; interventi di rifunzionalizzazione; allargamento della careggiata del pontile di approccio; consolidamento strutturale; miglioramento sismico.

L’intervento nel porto di Brindisi nominato  “Banchinamento e recupero funzionale dei piazzali della colmata di Capobianco (ex British gas)” ha un importo di 65 milioni di euro, di cui 30 milioni finanziati attraverso il P.N.C. (Piano Nazionale Complementare) al Pnrr. Ad aggiudicarsi la gara è stata l’Associazione Temporanea di Imprese costitutita da Fincosit srl/Rcm Costruzioni srl/Trevi spa, con sede legale a Genova. L’opera  consiste nella realizzazione di un banchinamento con profondità al piede di 12,00 sul livello del mare, per una lunghezza complessiva di circa 375,00 m, idoneo all’ormeggio di una nave di grandi dimensioni o due unità di medie dimensioni; il piazzale retrostante, sviluppato su un’area di circa 14 ettari  comprenderà le superfici occupate dalla colmata ex “British Gas”. L’infrastrutturazione dell’intera piattaforma restituirà al porto di Brindisi un’area ad oggi non utilizzabile.

L’area inoltre rientra nel più ampio sistema di Zona Economica Speciale Interregionale Adriatica (Puglia- Molise) ed è stata perimetrata come Zona Franca Doganale Interclusa (Zfd): quindi, pur appartenendo al territorio doganale dello Stato, consente, a determinate condizioni, l’esenzione dalle “imposte doganali” del transito delle merci in entrata e in uscita. In sostanza, un punto franco, il secondo in Italia dopo quello di Venezia, finalizzato ad incentivare gli scambi internazionali di merci, attraverso un regime speciale di tributi doganali.

Nella Zfd le imprese del territorio godranno dell’opportunità di stoccare, manipolare e trasformare le merci, in sospensione dei diritti doganali. La rilevanza di tale intervento, e di un suo sviluppo in tempi rapidi, è ancor più marcata dall’attuale contesto storico cittadino di transizione energetica e di urgente rilancio della economia locale.

Il presidente di AdSPMAM Ugo Patroni Griffi ha sottolineato che le due procedure, di dimensioni colossali, avevano tempi stringenti e sono stati esperite nel rispetto del rigore sotto ogni profilo per non perdere il treno del Pnrr lavorando a testa bassa per rispettare le promesse fatte ai territori: “Tra gli interventi che siamo riusciti ad avviare c’è Capobianco, uno degli interventi, assieme alla contigua cassa di colmata- la regina di tutte le opere per Brindisi- che ha subito i maggiori rallentamenti burocratici. Abbiamo dovuto attendere la Conferenza di Servizi per scegliere la tipologia di piante da piantumare come compensazione ambientale. Solo il diretto intervento del Ministero Infrastrutture e Trasporti ha consentito di sbloccare l’opera, superando l’ostruzionismo burocratico. Non solo Manfredonia e Brindisi . In tutti i porti del nostro Sistema stiamo attuando una rivoluzione infrastrutturale epocale, destinata a plasmare un panorama portuale all’avanguardia, capace di catalizzare opportunità e favorire uno sviluppo sostenibile. Una serie di interventi imponenti che hanno l’obiettivo di trasformare i nostri scali in centri logistici strategici, pronti facilitare gli scambi commerciali e a promuovere l’occupazione, contribuendo in modo tangibile alla crescita economica e al rafforzamento della competitività della Puglia, del Mezzogiorno e dell’intero Paese” ha poi concluso.

“La Puglia dimostra a tutti i livelli una grande capacità di fare sistema tra i diversi attori per il perseguimento dell’interesse comune. Con interventi efficaci ed emblematici, anche sotto il profilo storico, la collaborazione istituzionale consente di cogliere le opportunità e di svolgere un ruolo strategico nell’Adriatico e nel Mediterraneo” ha commentato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano.

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