Le aziende di Trasporto pubblico locale potranno riscuotere tramite iscrizione a ruolo degli importi non pagati dagli utenti.
A breve, chi non pagherà la multa per non aver acquistato il biglietto dell’autobus, della metropolitana o del treno regionale si vedrà arrivare a casa una cartella di pagamento notificata da Equitalia: non importa che si tratti di piccole somme. A prevederlo è un emendamento dal decreto Enti Locali [1] che sta per essere votato in Parlamento. In buona sostanza, si consente anche alle aziende che fanno Trasporto Pubblico Locale (cosiddetto Tpl) di iscrivere a ruolo gli importi non riscossi, al pari di qualsiasi altri ente pubblico come l’Inps, l’Agenzia delle Entrate o la Regione.
Il decreto contiene anche numerose novità in materia di riscossione delle imposte come la sanatoria delle rate non pagate e l’innalzamento da 50 a 60mila euro del limite massimo di debito entro il quale il contribuente può chiedere la dilazione a 72 rate senza bisogno di presentare documenti a comprova delle proprie difficoltà economiche. Inoltre è prevista la riammissione alla rateazione non solo con Equitalia ma anche per i contribuenti che hanno trovato un accordo con le Entrate (tramite acquiescenza o accertamento con adesione).
Chi non paga il biglietto se la vedrà con Equitalia. I gestori di servizi di trasporto pubblico regionale e locale potranno ricorrere alla riscossione coattiva mediante ruolo dei crediti derivanti dalla constatazione di irregolarità di viaggio accertate a carico degli utenti e dalla successiva irrogazione delle previste sanzioni. Sulle multe per il mancato pagamento del biglietto del bus e della metro, dunque, si applicheranno interessi, sanzioni e aggio (o meglio, gli
oneri di riscossione). Con conseguente aumento degli importi.
La novità è di tutto rilievo, non solo per via dell’elevato alto tasso di “evasione” nel pagamento dei ticket di viaggio (specie per quanto riguarda l’autobus, non ancora interessato – come invece la metro – dai tornelli elettronici), ma perché fino ad oggi, per riscuotere gli importi non pagati, le aziende di trasporto pubblico locale e i concessionari di trasporto regionale dovevano ricorrere a sistemi costosi e lunghi: quelli cioè previsti dal codice di procedura civile per i normali debiti (decreto ingiuntivo ed ufficiale giudiziario con il pignoramento ordinario). Armi spuntate che rendevano antieconomica la riscossione delle multe. Solo Trenitalia, grazie a un trattamento di favore riconosciuto nel 2009, può ricorrere alla riscossione coattiva avvalendosi di Equitalia.
Tutto questo sistema è a una svolta decisiva: dopo che sarà approvato il nuovo testo di legge, chi non pagherà il biglietto dei mezzi di trasporto riceverà la cartella di pagamento e, con essa, subirà il rischio del pignoramento dello stipendio, della pensione, del conto corrente o si potrà vedere iscrivere il fermo auto. Al pari di chi non paga le tasse, il bollo auto o il canone Rai.
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