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A due mesi dalle elezioni europee, Matteo Salvini gioca la carta del condono edilizio, che nella neo-lingua del comunicato del ministero delle Infrastrutture diventa «un pacchetto di norme per intervenire sulla casa». L’obiettivo sarebbe sanare «difformità di natura formale, legate alle incertezze interpretative della disciplina vigente e difformità edilizie “interne”, riguardanti singole unità immobiliari, a cui i proprietari hanno apportato lievi modifiche». Una norma che andrebbe a «tutelare i piccoli proprietari immobiliari che in molti casi attendono da decenni la regolarizzazione delle loro posizioni e che non riescono, spesso, a ristrutturare o vendere la propria casa» e che riuscirà allo stesso tempo a «deflazionare il lavoro degli uffici tecnici comunali, spesso sommersi dalle richieste di sanatorie».

Secondo uno studio del Consiglio nazionale degli ingegneri, citato del Mit, quasi l’80% del patrimonio immobiliare italiano sarebbe caratterizzato da piccole difformità o irregolarità strutturali, per cui serve appunto un nuovo condono. Le opposizioni hanno subito attaccato:

«Le norme attuali consentono ampio margine per sanare le cosiddette “piccole difformità edilizie”» ha detto il vicecapogruppo M5s alla Camera Agostino Santillo. «Un ministro che per la casa non ha fatto niente in due anni, se non azzerare i fondi per l’affitto per le persone in difficoltà», rincara Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei deputati. Per Bonelli (Avs) il provvedimento «si dovrebbe rinominare salva-Lega perché serve solo a tentare di salvare il partito di Salvini da un declino ormai inesorabile a causa della inconsistenza del suo leader». La premier Meloni, ieri sera ospite di Porta a porta, frena l’entusiasmo dell’alleato: «Mi aveva accennato qualcosa di diverso tempo fa. Non conosco questa norma e non sono in grado di dare un giudizio».

Legambiente sottolinea invece come la norma rischi di «alimentare ancor di un più il business del mattone illegale». Il presidente Ciafani cita l’ultimo rapporto sul Benessere equo e sostenibile dell’Istat che ha stimato «un incremento del 9,1% (dell’abusivismo edilizio), come non accadeva dal 2004». È una situazione preoccupante in particolare nel Sud, dove – secondo Istat – ci sono 42,1 abitazioni costruite illegalmente ogni 100 realizzate nel rispetto delle regole.

 

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