Ristrutturazione dei debiti del consumatore e assenza di colpa grave #finsubitoagevolazioni

L’assenza di colpa grave: il più discusso requisito necessario per l’accesso alla ristrutturazione dei debiti del consumatore. Quando sussiste e quanto invece è da escludere.

Tribunale di Torino, 21 marzo 2023

Come noto, la meritevolezza costituisce, oggi per la Ristrutturazione dei Debiti del consumatore così come ieri per l’ormai desueto Piano del Consumatore, uno dei presupposti la cui sussistenza è necessaria, affinchè il debitore possa accedere ai benefici della procedura di sovraindebitamento.

Se, nella “vecchia” versione, la meritevolezza era riconosciuta al soggetto che non aveva colposamente causato la propria situazione di dissesto economico (contraendo, dunque, obbligazioni con la ragionevole aspettativa di poterle adempiere) il Codice della Crisi, invece, richiede che il sovraindebitato abbia agito in assenza di colpa grave.

Come intendere – sotto il profilo pratico – tale requisito, non viene meglio precisato dalla Legge; fioccano, dunque, le pronunce di merito volte a disegnarne i confini.

Proprio su questo tema è intervenuto recentemente il Tribunale di Torino, nell’ambito di un decreto di omologa pronunciato lo scorso marzo.

Il caso è di scuola: un debitore, perfettamente in grado di far fronte alle proprie obbligazioni, perde il lavoro e si ritrova in difficoltà economica con la (purtroppo assai frequente) necessità di accendere ulteriori finanziamenti per avere a disposizione la liquidità necessaria non solo al proprio sostentamento ma anche a far fronte alle pregresse esposizioni, cadendo così in circolo vizioso da cui molto difficilmente si può risalire.

Ebbene, secondo i giudici piemontesi, la stipula di nuovi finanziamenti – allorché ci si trovi in una situazione di conclamato sovraindebitamento – non costituirebbe colpa grave in quanto frutto di una situazione di necessità per affrontare la quale non ci sarebbero migliori alternativi.  

Viene, infatti, affermato nel decreto come il ricorso al credito non possa essere reputato colposo “poiché il debitore risulta aver agito non con grave negligenza o imperizia – le quali richiedono pur sempre un margine di manovra e di scelta tra più opzioni possibili – ma per necessità: la stipulazione di finanziamenti cd. a catena, sebbene rivelatasi fallimentare sul piano oggettivo e strategico, risulta in questo caso giustificata sul piano soggettivo, proprio perché, nell’ottica del debitore ed alla luce del grado di consapevolezza in concreto da questi esigibile, era percepito ex ante come l’unico mezzo per liberarsi dai vincoli obbligatori divenuti opprimenti a causa di fatti imprevedibili, ed ottenere, così, un ritorno in bonis”.

Occorrere prendere senz’altro atto di tale orientamento (sicuramente più permissivo rispetto all’altra “voce del coro”, secondo cui una condotta così delineata senza dubbio costituirebbe colpa grave, in quanto difficilmente il debitore potrebbe ragionevolmente pensare di poter adempiere a tutte le proprie obbligazioni) che rischia, tuttavia, di legittimare i più sconsiderati atteggiamenti dei debitori.