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  • Tra i punti della riforma dello sport 2023 è prevista la completa esenzione da costi e adempimenti per i collaboratori con compensi sotto ai 5 mila euro.
  • La riforma prevede anche un trattamento differente tra grandi e piccole realtà mediante l’identificazione dei parametri da utilizzare.
  • L’obiettivo della riforma dello sport 2023 è quello di fornire maggiori garanzie, tutele e assistenze ai lavoratori sportivi.

È stata prevista per il 1° luglio 2023 l’entrata in vigore della cosiddetta Riforma dello sport 2023, per cui di recente sono intervenuti alcuni correttivi. Il ministro per lo sport e i giovani Andrea Abodi, insieme alla ministra del lavoro Marina Calderone, ha apportato le ultime modifiche al d.lgs. n.36/2021 e s.m.i..

Tra le novità più attese della riforma c’è l’esenzione da tutti i costi e gli adempimenti per i collaboratori con compensi inferiori a 5mila euro, oltre all’introduzione di parametri per distinguere le grandi e le piccole realtà sportive.

La riforma punta a raggiungere molteplici obiettivi, come quello di fornire maggiori garanzie, tutele e assistenze ai lavoratori sportivi, ma non solo. Infatti, l’obiettivo è anche quello di ridurre e semplificare il più possibile gli adempimenti a carico del mondo dello sport.

Ma a che punto siamo e quali sono le novità che coinvolgono questo settore? Leggi la guida per sapere tutte le informazioni sulla riforma.

Riforma dello sport 2023: novità

“La data del 1° luglio sarà la data di entrata in vigore della riforma” aveva dichiarato il ministro Abodi nel corso delle risposte al question time del 20 aprile al Senato.

L’obiettivo della riforma dello sport 2023, come spiegato dal ministro, è quello di dare il doveroso riconoscimento della giusta dignità economico-finanziaria a chi lavora nel mondo dello sport.

Infatti, attraverso la tanto attesa riforma, il ministro punta a ridurre e semplificare il più possibile gli adempimenti a carico del mondo dello sport, oltre a consentire così una riduzione dei costi a carico di associazioni e società dilettantistiche.

Tutto questo è possibile attraverso l’ammodernamento, il potenziamento e l’ampliamento delle funzioni del Registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche gestito dal Dipartimento per lo sport.

In questo modo si possono riconoscere le agevolazioni a chi ne ha effettivamente diritto, ed è possibile far emergere fenomeni di evasione fiscale e previdenziale.

La Riforma dello Sport si rivolge ai lavoratori del settore sportivo, tra cui:

  • atleti;
  • allenatori;
  • istruttori;
  • direttori tecnici;
  • direttori sportivi;
  • preparatori atletici;
  • custodi;
  • receptionist;
  • addetti alle pulizie;
  • giardinieri.

Si tratta, quindi, si una riforma che si rivolge a tutte quelle figure lavorative necessarie e strumentali allo svolgimento delle attività sportive. Ma scopriamo quali sono le principali novità che fanno parte della riforma dello sport.

1. Tipologie di collaborazione sportiva

Con l’introduzione della riforma dello sport, le collaborazioni potranno essere di tue tipi:

  • lavoro sportivo;
  • volontariato puro.

Il volontario è quel soggetto che presta la propria opera nel settore sportivo a titolo gratuito. Tuttavia, dovrà ugualmente essere assicurato per la responsabilità civile verso i terzi pur senza ricevere alcuna contribuzione.

Sono previsti solamente gli eventuali rimborsi spese documentati di vitto, alloggio, viaggio e trasporto, purché questi costi siano stati sostenuti al di fuori del territorio comunale di residenza.

Il lavoratore sportivo, invece, può essere:

In base alla natura contrattuale, avrà le rispettive tutele previdenziali e in materia di malattia, infortunio, gravidanza, maternità, genitorialità, disoccupazione involontaria (Naspi), salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.

Inoltre, in ambito dilettantistico, la prestazione “si presume oggetto di contratto di lavoro autonomo nella forma di co.co.co.” nel caso in cui il rapporto di lavoro prevede non più di 18 ore settimanali, esclusa la partecipazione a manifestazioni sportive.

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La prestazione deve essere coordinata sotto il profilo tecnico-sportivo secondo i regolamenti di Federazioni Sportive Nazionali, Discipline Sportive Associate e Enti di Promozione Sportiva.

La durata del contratto a termine per i lavoratori sportivi è di 5 anni e vi può essere la successione di contratti a tempo determinato fra gli stessi soggetti.

Per quanto riguarda i lavoratori sportivi che svolgono attività amministrativa-gestionale, questi saranno inquadrati come co.co.co. e si applicherà la disciplina previdenziale e fiscale prevista per le collaborazioni coordinate e continuative sportive.

2. Assicurazione infortuni sul lavoro

La riforma dello sport prevede una maggiore tutela del lavoratore sportivo.

Infatti, i lavoratori sportivi subordinati e co.co.co, sia nel professionismo che nel dilettantismo, dovranno essere assicurati contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.

Tale copertura assicurativa per responsabilità civile è assicurata anche ai volontari.

3. Obbligo di comunicazione ai centri per l’impiego

La riforma prevede l’obbligo di comunicazione ai centri per l’impiego dell’instaurazione di rapporto di lavoro subordinato e di lavoro autonomo, sia in forma coordinata che in forma continuativa.

La comunicazione deve essere effettuata al Registro telematico delle attività sportive dilettantistiche da parte dell’associazione o della società destinataria delle prestazioni sportive.

Occorre comunicare i dati necessari all’individuazione del rapporto di lavoro sportivo. In mancanza di questa comunicazione, si può incorrere in sanzioni. Va ricordato che la riforma dello sport garantisce la possibilità di apprendistato professionalizzante per giovani dai 15 ai 23 anni di età.

I pagamenti riconosciuti a questi giovani sportivi non formano reddito fino al limite di 15.000 euro annui, per cui non vengono tassati fino a questa soglia.

4. Esenzione da costi e adempimenti per compensi sotto i 5mila euro

Tra i punti più importanti della riforma, come abbiamo anticipato all’inizio dell’articolo, riguarda l’esenzione da costi e adempimenti per i lavoratori sportivi con compensi fino a 5mila euro.

Si tratta di fatto di una agevolazione che viene incontro a tutti coloro che lavorano in modo sporadico per il settore sportivo. Si prevede l’esenzione dal pagamento sia delle tasse che dei contributi sul reddito del lavoratore autonomo, tramite collaborazione coordinata e continuativa, nel dilettantismo.

5. Differenziazione tra piccole e grandi realtà sportive

Il decreto legislativo punta a stabilire un trattamento differente tra grandi e piccole realtà, attuato attraverso la creazione di precisi parametri utili a distinguere la natura e la grandezza delle attività.

La riforma, inoltre, punta a distinguere il settore dilettantistico da quello professionistico, introducendo al contempo agevolazioni fiscali riservate al settore dilettantistico.

Al momento sono sorti alcuni dubbi nel mondo dello sport a proposito di queste modifiche, e si chiedono ulteriori chiarimenti al governo.

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Le figure professionali nello sport

La nuova riforma punta a stabilire quali sono le figure professionali dello sport, che includono non solo atleti, allenatori, istruttori, direttori tecnici, direttori sportivi e preparatori atletici.

Infatti, è considerato un lavoratore sportivo ogni tesserato che svolge verso un corrispettivo le mansioni rientranti tra quelle necessarie per lo svolgimento di attività sportiva, fatte salve le mansioni di carattere amministrativo-gestionale.

Di conseguenza, il lavoratore sportivo esercita l’attività sportiva senza alcuna distinzione di genere, indipendentemente dal settore professionistico o dilettantistico.

Con specifiche delibere federali, inoltre, si prevede di includere anche nuove figure, necessarie e strumentali allo svolgimento delle attività sportive, come nel caso di custodi, receptionist, addetti alle pulizie, giardinieri e così via.

Vista la differenziazione tra volontari e lavoratori sportivi, in queste settimane sono sorti nel mondo dello sport alcuni dubbi inerenti proprio questa distinzione. Cerchiamo di chiarire dove si collocano le diverse figure che lavorano in questo settore:

  • atleti: sono coloro che risultano tesserati all’organismo affiliante come atleti o giocatori, a titolo oneroso;
  • allenatori: sono tesserati e abilitati a seguire gli atleti;
  • istruttori: sono abilitati a effettuare formazione agli atleti. Il dubbio su questa figura si pone rispetto al tesseramento, per cui se è effettuato presso un altro ente potrebbe non essere, questo professionista non potrebbe svolgere il lavoro per il nuovo organismo;
  • direttore tecnico: ha il compito di coordinare gli allenatori e le squadre, e dovrà essere tesserato dall’ente affiliante;
  • direttore sportivo: cura la società sportiva, in questo caso i dubbi riguardano il fatto che al momento le Federazioni non prevedono un tesseramento per questo particolare professionista, e sorge il dubbio se questa figura è da considerarsi sportiva oppure no.

Questi sono i principali ruoli del settore, e i dubbi che sono emersi con la riforma dello sport, a cui le società sportive attendono una risposta.

Contribuzione INPS 25%

Con la riforma dello sport, i contribuenti che superano i 5mila euro annui hanno l’obbligo di contribuzione INPS con l’aliquota contributiva fissata al 25 % per:

  • i dilettanti titolari di contratti di collaborazione coordinata e continuativa;
  • i dilettanti che svolgono prestazioni autonome.

Sia nel primo che nel secondo caso è prevista, inoltre, l’applicazione delle aliquote aggiuntive previste per gli iscritti alla Gestione Separata INPS volte a coprire malattia, maternità, disoccupazione, e così via.

Il decreto stabilisce, inoltre, l’applicazione dei contributi previdenziali solamente per la parte eccedente l’importo di 5.000 euro del compenso e una riduzione del 50 % dell’imponibile previdenziale fino al 31 dicembre 2027.

Si tratta, quindi, di una riduzione della base imponibile e, di conseguenza, delle prestazioni pensionistiche. Tali prestazioni, inoltre, saranno riconosciute solamente sugli importi che risultano effettivamente versati.

Tuttavia, la riduzione non potrà essere applicata alle aliquote aggiuntive in vigore destinate alla tutela relativa alla maternità, gli assegni per il nucleo familiare, alla degenza ospedaliera, alla malattia e al congedo parentale o alla disoccupazione.

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Franchigia fiscale sportivi

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Per quanto riguarda il fisco, nell’area del dilettantismo l’imposizione fiscale è applicata solamente alla parte eccedente 15.000 euro annui, ossia 5.000 euro in più rispetto a prima, mentre al di sotto questa franchigia non sono previsti adempimenti.

Tale franchigia si applica anche nell’area del professionismo:

  • atleti under 23 per gli sport di squadra;
  • società sportive professionistiche che hanno registrato un fatturato nella stagione sportiva precedente inferiore a 5 milioni di euro.

Per quanto riguarda gli importi erogati come premio legato al raggiungimento di risultati sportivi, la riforma dello sport chiarisce che questi non costituiranno reddito. Tuttavia, è prevista una ritenuta alla fonte del 20%.

Sportivi con Partita Iva: tassazione da luglio 2023

Vediamo nello specifico come funziona la tassazione per i lavoratori sportivi con Partita Iva a partire da luglio 2023. Come visto in precedenza, viene applicata una detassazione fino a 15.000 euro. Il reddito che supera questa soglia verrà quindi tassato secondo modalità ordinarie.

Cosa comporta questa soglia? Vediamo nello specifico cosa accade a chi ha una Partita Iva con regime fiscale forfettario. Nel conteggio, il coefficiente di redditività, del 78%, si applica sul totale dei compensi, ma al netto della franchigia di 15.000 euro.

In questi casi i 15.000 euro di soglia concorrono al calcolo per arrivare al limite massimo previsto di 85.000 euro, non si possono escludere.

Superati gli 85.000 euro annui di guadagno, è necessario passare la propria Partita Iva al regime ordinario, tuttavia è ancora possibile concludere l’anno in forfettario, se si rientra entro i 100.000 euro. Se anche questo limite viene superato, il passaggio all’ordinario deve invece avvenire immediatamente.

Riforma dello sport 2023 – Domande frequenti

Cosa prevede la riforma dello sport 2023?

Con la riforma dello sport viene chiarita l’esenzione da costi e adempimenti per compensi sotto i 5.000 euro, si applica l’imposizione fiscale alla parte eccedente i 15.000 euro annui e si stabilisce un trattamento differente tra grandi e piccole realtà. Leggi qui tutte le novità.

Quando è entrata in vigore la riforma dello sport 2023?

Secondo quanto annunciato dal ministro Abodi, l’entrata in vigore del d.lgs. n.36/2021 e s.m.i. anche nota come riforma dello sport, è stata pianificata al 1° luglio 2023.

Chi sono i lavoratori sportivi?

I lavoratori sportivi, come stabilito dalla riforma dello sport, sono atleti, allenatori, istruttori, direttori tecnici, direttori sportivi, preparatori atletici e direttori di gara che esercitano l’attività sportiva verso un corrispettivo.

 

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