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Nel programma della prima giornata del convegno «Agenda Sud 2030», che si è aperto oggi a Napoli su iniziativa della Fondazione Merita, erano previsti gli interventi di entrambi. Ma il ministro per gli Affari europei, le politiche di coesione, Sud e Pnrr, Raffaele Fitto, e il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, si sono praticamente ignorati sul principio dell’evento quando questa mattina si sono incrociati nel corso dei lavori. L’esponente del governo Meloni è arrivato in sala pochi istanti prima del suo intervento sul palco, con De Luca accomodato in prima fila, ed ha tirato dritto verso gli altri relatori. Il presidente della Regione non ha neppure accennato ad alzarsi per un saluto. Più tardi, però, i due si sono stretti la mano ma le distanze restano.

Una vicenda anche di carte bollate

Il convegno della Fondazione Merita si tiene alle Gallerie d’Italia. Quanto avvenuto stamani tra i due non deve meravigliare in quanto è in corso da diversi mesi, ormai, uno scontro istituzionale sulla mancata erogazione dei Fondi sviluppo e coesione per la Campania. Il governatore ha denunciato il ministro al Tar, alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica lamentando il ritardo nello sblocco dei fondi, ottenendo una vittoria al Tar Campania che ha dato 45 giorni al Ministero per avviare l’iter finalizzato alla stipula dell’accordo di coesione tra Governo e Regione Campania. Contro la pronuncia del Tar il Ministero ha presentato ricorso al Consiglio di Stato, la cui decisione è attesa l’11 aprile. 

Fitto: «Stiamo lavorando per l’intesa con la Campania»

A margine dei lavori del convegno Fitto ha però gettato acqua sul fuoco delle polemiche rassicurando sul fatto che si lavora anche per la ripartizione dei fondi destinati alla Campania. «Ci sono i tavoli con le regioni per quanto riguarda l’accordo del fondi di sviluppo e coesione ed è un lavoro che stiamo facendo nei luoghi istituzionali. I tempi per l’intesa con la Campania? – ha sottolineato Fitto -. Stiamo lavorando, su tutte le regioni c’è una interlocuzione di carattere tecnico e a me non piace enfatizzare perché non sono abituato che discorsi di carattere istituzionali diventino scontri di carattere politico, non è nel mio dna. Per quanto riguarda la Sardegna che ha votato adesso inizieremo un lavoro, stiamo lavorando con la Puglia, la Sicilia e la Campania. La complessità di queste regioni deriva soprattutto dalla mole di risorse perché definire un accordo di coesione per un importo nettamente inferiore è un conto, definirlo per diversi miliardi di euro è un altro. Se l’obiettivo è quello di costruire un accordo in modo serio e rispettoso dei ruoli istituzionali, non ci sono difficoltà di nessun genere».

Il governatore De Luca: «Speravo in un confronto»

«Va ancora avanti la battaglia per lo sblocco di 6 miliardi per la Campania dai Fondi sviluppo e coesione – dirà poi  De Luca nel corso della conferenza social del venerdì -. Oggi è stato a Napoli il ministro Fitto e mi auguravo di poter avere un confronto diretto sul fondo, ma non è stato possibile. Credo che sia utile chiarire che noi cerchiamo la collaborazione ma abbiamo anche il dovere di portare avanti i fatti. Il governo della Campania si basa sulla concretezza delle aspettative. Parliamo di 6 miliardi per il programma 2021-27. Siamo già al 2024 e non ci è stato dato un euro, sono stati persi 4 anni senza spenderli. Il blocco di 6 miliardi significa che sono bloccate le opere stradali dei comuni, l’assetto territoriale per i Campi Flegrei, il programma culturale per i teatri e iniziative che comprendono 12.000 lavoratori, c’è lo stop ai lavori storici e ci sono 180 comuni in Campania che non hanno completato le opere strutturali. Tutto questo dovrebbe suggerire un’accelerazione dei tempi. Presentammo il nostro piano di sviluppo e coesione l’11 ottobre 2023 e in 6 mesi non abbiamo avuto alcuna osservazione dal ministero. Ma ora il ministero, dopo la sentenza a noi favorevole del Tar, nel ricorso al Consiglio di Stato scrive che il nostro programma è molto ampio e quindi serve più tempo per esaminarlo. Questa affermazione è contraria alla logica di buon senso politico, il primo accordo andava fatto con la Campania che è l’area d’Europa con maggiori problemi sociali. Non si fa prima l’accordo con la Valle d’Aosta, non ha senso». 

La replica «a distanza»

«Fitto sa bene – conclude il governatore De Luca – che se c’è un governo e un’istituzione che non fa ideologismi ma che si interessa solo dei problemi concreti delle proprie comunità è la Regione Campania. Le bandiere di partito e di coalizione a ma non interessano, a me interessa creare lavoro per i nostri giovani e tutelare la dignità di Napoli e della Campania». E il ministro Fitto: «Per me l’approccio è molto semplice e istituzionale. Io non partecipo ad un dibattito surreale, si lavora nei siti istituzionali, nel merito dei provvedimenti e sono di carattere tecnico, sarebbe assolutamente inopportuno trasformarle in soluzioni o confronti di carattere politico».

De Luca interrotto durante l’intervento

Il presidente della Fondazione Merita Claudio De Vincenti ha interrotto l’intervento del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca nel corso dell’evento:  «La prego di essere sintetico, il suo è un fuoriprogramma», ha detto De Vincenti al governatore sul palco. «Sia buon samaritano«, la replica di De Luca. E De Vincenti: «Io sono samaritano ma fino a un certo punto. Un fuoriprogramma deve finire».

Lo scontro sulla Zes Unica 

Altro fronte che oppone il ministro Fitto al governatore della Campania. Per De Luca «è stata smantellata l’unica Zes che funzionava, quella della Campania che ha sbloccato 3 miliardi di investimenti e quasi 18 mila posti di lavoro tra diretti e indiretti. È un delitto smantellare una struttura che funziona. La Zes Unica doveva partire il primo gennaio, siamo arrivati a marzo e la struttura ancora non c’è. Inoltre, provate a immaginare che debbano organizzare da Roma le conferenze dei servizi per tutte le aziende che si vogliono insediare nel Sud, è una follia burocratica». E poi. «L’altro giorno è stata pubblicata in Gazzetta ufficiale la legge a favore delle zone logistiche speciali per il Centro-Nord: mentre noi parliamo le Zes le stanno facendo al Centro-Nord. Mi sembra che avremmo bisogno di molta più onestà intellettuale e di molti più meridionali disponibili a lottare. Ho la sensazione che continuiamo a non avere voglia di combattere». E il ministro Fitto non coglie: «Sinceramente vedo la logica delle 8 piccole Zes assolutamente inadeguata alla sfida che abbiamo davanti. Invece una grande Zes al centro del Mediterraneo può essere luogo strategico per costruire condizioni di sviluppo. Lavoriamo per la predisposizione di un piano strategico della Zes Unica con una cabina di regia, e il lavoro è già avviato. Oggi il tema del sostegno all’economia meridionale è fondamentale e l’obiettivo della Zes Unica è essere un luogo di attrazione di investimenti a livello internazionale perché solo così si è competitivi».

 

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