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Da diversi anni il Sud delle Marche è costretto a contrastare una concorrenza con il vicino Abruzzo, sempre più aggressiva che beneficia però di misure governative che fanno la differenza. Ad esempio chi apre al di là del Tronto, fiume che separa le Marche dall’Abruzzo, usufruisce di finanziamenti agevolati, della possibilità di fare affidamento su sgravi fiscali e incentivi nelle assunzioni. In poche parole a un imprenditore conviene aprire un’azienda nella Val Vibrata piuttosto che nella vallata del Tronto. O peggio ancora smantellare e delocalizzare in Abruzzo. Ora, però, esiste la possibilità concreta di definire una Zona logistica speciale concessa alle Marche che offrirebbe nuove prospettive di sviluppo all’imprenditoria locale. Grazie a questa novità si potrà contare su una serie di interessanti agevolazioni e incentivi riservati alle aziende già attive e a quelle che andranno a insediarsi. In primo luogo, le semplificazioni introdotte dalla Zls andrebbero a ridurre le incombenze burocratiche che ad oggi condizionano la quotidianità di chi fa impresa. L’autorizzazione unica consentirebbe alle imprese di unificare in un’unica richiesta molteplici procedure e ottenere tutti i permessi necessari per avviare o espandere la propria attività nel territorio della Zls. I tempi richiesti per ottenere le autorizzazioni sarebbero ridotti del 30%, fino ad arrivare al 50% e all’approvazione automatica in caso di scadenza dei termini per la risposta- per autorizzazioni, licenze e atti di assenso che richiedono pareri da più enti. Oltre che sul piano della semplificazione, l’avvento della Zls porterà con sé un’altra importante novità per il territorio, rappresentata dal credito d’imposta per investimenti in beni strumentali, limitatamente alle zone ammissibili agli aiuti a finalità regionale. Questa agevolazione fiscale, precedentemente prevista solo per le imprese operanti nelle Zes (zona economica speciale), è concessa nel limite di spesa complessivo di 80 milioni di euro per il 2024. Non è tantissimo ma è un piccolo passo di un lungo cammino che finalmente è iniziato. Gli investimenti ammissibili devono essere parte di un progetto di iniziale e includono l’acquisto di nuovi macchinari, impianti e attrezzature per strutture produttive esistenti, come anche l’acquisto di terreni e l’acquisizione, costruzione o ampliamento di immobili strumentali agli investimenti. Ad ogni modo, purtroppo, l’agevolazione non sarà applicabile a determinate industrie, come quelle siderurgica e carbonifera e a determinati settori dei trasporti – eccetto magazzinaggio e supporto ai trasporti – produzione e distribuzione di energia, infrastrutture energetiche, banda larga e settori finanziario, creditizio e assicurativo e, infine, nelle regioni in cui sarà disposta una seconda Zls. Scongiurato il rischio di restare escluse dalla Zes di cui beneficiano l’Abruzzo e il Teramano e, al tempo stesso, dalla Zls riservata alle regioni più sviluppate, ora le Marche hanno il dovere di sfruttare al meglio un’occasione imperdibile per contrastare lo spopolamento e il calo demografico che da anni sono alla base della progressiva perdita di piccola e medie imprese. Il bacino di utenza della nuova Zls andrebbe ad agevolare un ampio ventaglio di imprese sul piano della semplificazione, senza dimenticare il credito d’imposta. Sarà importante, dunque, definire un perimetro della nuova Zona logistica speciale che davvero premi i territori che hanno maggiormente bisogno di supporto, promuovendo per tempo le opportunità a disposizione delle piccole e medie imprese per rendere efficaci fin da subito i nuovi provvedimenti. Come sottolineato più volte dalle associazioni, a cominciare dalla Cna, adempimenti e ritardi di natura burocratica sono il peggior incubo di chi fa impresa. In questo senso l’autorizzazione unica e le altre semplificazioni previste, se abbinate a investimenti lungimiranti e innovativi, saranno in grado di garantire notevoli benefici agli imprenditori marchigiani.
*Capo della redazione di Ascoli del Corriere Adriatico
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