Truffa ai danni della Ue. È una delle accuse che ha portato la procura europea a chiedere e ottenere l’arresto di un imprenditore residente in Ciociaria.
Il Nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza di Milano, su delega della procura europea, ha proceduto all’arresto di un indagato, ritenuto l’amministratore di fatto di una società attiva nel settore della vendita all’ingrosso di cosmetici e profumi, per le accuse di frode fiscale, truffa ai danni dell’Unione europea, bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio.
I finanzieri hanno poi effettuato il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca di disponibilità finanziarie e beni mobili per oltre 3,6 milioni di euro, come disposto dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Roma. L’indagine si trova ancora nella fase delle indagini preliminari.
Le indagini delle Fiamme gialle hanno consentito di ricostruire un’articolata frode all’Iva per la quale è finita nel mirino una società romana, attiva nel settore del commercio all’ingrosso di profumi e cosmetici. Secondo le accuse la srl era amministrata di fatto da un soggetto, Antonio Cipullo, formalmente residente all’estero, che, però, risulta domiciliato a Frosinone.
Dalle contestazioni che i finanzieri del comando provinciale di Milano gli muovono, avrebbe posto in essere artifici contabili mediante l’indicazione nelle dichiarazione di un credito Iva fittizio per abbattere il debito derivante dall’emissione di fatture per operazioni inesistenti nei confronti di numerosi esercizi commerciali del settore.
Le investigazioni dei finanzieri hanno consentito, inoltre, di riscontrare che l’azienda romana ha avuto accesso indebitamente – secondo la contestazioni – a consistenti finanziamenti assistiti da garanzie pubbliche, concessi da diversi istituti di credito a fronte della presentazione di documentazione ritenuta non veritiera.
Per l’accusa, ciò avrebbe consentito di ottenere ingiusti profitti, parte dei quali sarebbero stati riciclati all’estero tramite ulteriori schermi societari riconducibili all’indagato, sottraendo risorse dall’impresa in danno dei creditori e portando così la società al fallimento, dichiarato nel 2022 dal tribunale di Roma.
«L’attività svolta in stretta sinergia tra la procura europea e la guardia di finanza di Milano rappresenta, ancora una volta, un chiaro esempio dell’impegno profuso per il ripristino della legalità, a salvaguardia degli interessi economico-finanziari dei cittadini, del Paese e dell’Unione Europea», fanno sapere della Finanza.
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