Il programma del Movimento 5 Stelle
Per esempio, nel programma elettorale più lungo il Movimento 5 Stelle scriveva che il Superbonus «merita di diventare strutturale». «Intendiamo continuare a puntare sui bonus edilizi esistenti, fra cui il Superbonus 110 per cento», sosteneva il partito di Conte. «Crediamo che la cedibilità dei crediti fiscali sia un formidabile meccanismo di immissione di liquidità a beneficio di famiglie e imprese, una forma di monetizzazione che è in grado di far girare l’economia più velocemente e fluidamente. In altri termini vogliamo rendere strutturale e sistemica la cedibilità dei crediti fiscali, non soltanto confermandola alla base del Superbonus e degli altri bonus edilizi, ma estendendola ad altre forme di investimento agevolato, con particolare riguardo al settore della transizione ecologica».
Non solo: il Movimento 5 Stelle proponeva «l’estensione del Superbonus 110 per cento alle strutture ricettive, il potenziamento e la proroga del credito d’imposta per le strutture ricettive e termali e meccanismi di premialità per gli imprenditori virtuosi che operano in questa direzione». «Il Superbonus è un simbolo concreto della transizione ecologica che dobbiamo realizzare, al fine di coniugare i vantaggi ambientali con quelli economici e occupazionali: lotteremo dunque per conservarlo e rafforzarlo, con l’obiettivo di continuare a renderlo motore della transizione energetica», continuava il programma del partito di Conte.
Dunque, a differenza di quanto ripete l’ex presidente del Consiglio in questi giorni, in nessun punto il programma del Movimento 5 stelle diceva che il Superbonus andasse interrotto oppure ridotto con percentuali più basse del 110 per cento. Al contrario, Conte e il suo partito volevano rendere strutturale e permanente il bonus edilizio, lasciando intendere che andasse confermato così com’era.
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