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Il mese di marzo appena terminato si è portato via con sé anche la possibilità di accedere alla moratoria dei prestiti: il termine per la presentazione delle domande – in base agli accordi per il credito ABI e Assofin – è infatti scaduto il 31 marzo. La Legge di Bilancio ha invece prorogato fino al 30 giugno 2021 i termini di accesso alla moratoria mutui PMI e quelli per i prestiti agevolati con garanzia di Stato del Fondo PMI o di SACE, previsti dal Decreto Liquidità.

Nel prossimo Decreto Aprile, il Governo starebbe pensando ad una proroga a fine anno di queste formule di garanzia per la liquidità di imprese e famiglie; diversamente, considerato il perdurare della crisi Covid, gli effetti dei vari stop saranno disastrosi. Vediamo perché.

Stop alle moratorie: gli effetti

Le moratorie hanno interessato famiglie, professionisti e imprese in difficoltà economica. Secondo il sindacato dei bancari Fabi sono stati 2,7 milioni i beneficiari, per quasi 300 miliardi di euro di prestiti bancari. I dati Bankitalia parlano di 350mila famiglie che hanno aderito alle varie moratorie sui mutui (1,5% del totale e il 12% di quelle indebitate) ma che ora, al termine del periodo di sospensione, potrebbero avere difficoltà a riprendere regolari versamenti: “la loro capacità di sostenere gli oneri del debito dipenderà dalle condizioni dell’economia e dal recupero del reddito individuale”.

Per il Fabi, tutte queste famiglie e imprese ora sono “a rischio dissesto con lo stop delle moratorie sui prestiti a giugno” visto che, in base alle nuove norme EBA (l’Autorità Bancaria Europea) sulla gestione dei non performing loan entrate in vigore a gennaio 2021, se il debitore non è in grado di pagare perché non dispone della liquidità necessaria a rimborsare gli arretrati, le relative posizioni saranno classificate come deteriorate, ovvero in default.

Il segretario Fabi, Lando Maria Sileoni, ha chiesto quindi l’intervento di Governo e Bankitalia: «la moratoria scade a fine giugno e le banche, attualmente, hanno due possibilità: pretendere il pagamento delle rate oppure mettere a sofferenze i clienti insolventi. Con la crisi attuale è impensabile che imprese e famiglie possano ricominciare a pagare i loro debiti. Il problema è serissimo perché impatta socialmente ed economicamente. Se fallisse soltanto il 10% di imprese con i prestiti sospesi, in un istante salterebbero centinaia di migliaia di posti di lavoro».

Per Bankitalia “è cruciale definire il termine delle moratorie e distribuirne gli effetti nel tempo”, mentre per il presidente dell’Associazione Bancaria Italiana (ABI), Antonio Patuelli, «il prolungamento e l’aggravamento della pandemia devono far prolungare i provvedimenti finanziari d’emergenza predisposti per imprese e famiglie. La Commissione europea si esprima a favore del prolungamento delle moratorie che sarebbe sbagliatissimo dovessero già interrompersi a giugno, quando la pandemia ed i suoi effetti economici non sono certo conclusi».

Dunque, occhi puntati sul Decreto Sostegni bis di Aprile, che se sarà emanato dopo il nuovo scostamento di Bilancio a margine del DEF: nel corposo pacchetto di misure, in base alle anticipazioni figurerebbe anche la proroga del pacchetto liquidità. Sul tavolo ci sarebbe anche la richiesta di migliorarne le condizioni, ad esempio allungamento ulteriormente la durata di ammortamento dei prestiti agevolati con garanzia di Stato. Nel frattempo, entro questa settimana saranno presentati gli emendamenti al Decreto Sostegni, anche se non sono attese novità in termini di misure per il credito.

 

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