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Via libera del Consiglio dei ministri al così ribattezzato “bonus Befana” e a un provvedimento per favorire il coordinamento e la messa a terra dei fondi europei. Nuovo annuncio sulla decontribuzione per i nuovi assunti, ma manca ancora il decreto attuativo. I provvedimenti erano stati anticipati ieri sera dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni ai sindacati in un incontro a Palazzo Chigi. Ecco di cosa si tratta.

100 euro una tantum

Doveva essere il bonus tredicesima, invece arriverà con l’anno nuovo, nel gennaio 2025. Non c’erano le coperture per pagarlo nel 2024, come ha spiegato nella conferenza stampa dopo il Cdm il viceministro Maurizio Leo. Si tratta di una misura una tantum che varrà fino a 100 euro in busta paga per una selezionata platea di lavoratori dipendenti: quelli con un reddito complessivo nel 2024 non superiore a 28.000 euro e che abbiano coniuge e almeno un figlio a carico (quindi solo le famiglie monoreddito), oppure per le famiglie monogenitoriali con un unico figlio a carico. Il costo dell’operazione sarebbe intorno ai 100 milioni di euro e riguarderà circa un milione di famiglie. Si tratta di un “primo tassello” cui seguirà un intervento strutturale sulle tredicesime sempre che si trovino le relative risorse. Leo ha precisato che nel 2025 il governo punta a “consolidare le tre aliquote Irpef” (già in vigore quest’anno) e “a spingerci ancora oltre per venire incontro al ceto medio” ma occorrerà “prima vedere “il risultato del concordato preventivo”. La decisione del governo, che arriva alla vigilia del Primo maggio, a 40 giorni dalle elezioni europee e a 9 mesi dalla sua attuazione rientra, ha spiegato ieri sera la premier ai sindacati, “nel più ampio lavoro che il governo ha portato avanti finora per difendere il potere d’acquisto delle famiglie e dei lavoratori, segnatamente quelli più esposti. In questi sedici mesi di governo, infatti, abbiamo scelto di concentrare le risorse che avevamo a disposizione per interventi di carattere redistributivo”. Il provvedimento era slittato dal precedente Consiglio dei ministri dopo le perplessità espresse dal Mef sulle coperture, che erano legate appunto al recupero dell’evasione, utilizzabili eventualmente solo a partire dal prossimo anno.

Superbonus assunzioni solo annunciato

Confermata la decontribuzione per sostenere l’occupazione dei giovani, delle donne e di alcune categorie di lavoratori svantaggiati, come già previsto dalla delega fiscale. La misura però non è ancora operativa. I ministeri dell’Economia e del Lavoro stanno mettendo a punto un decreto interministeriale per fissare le regole di applicazione, ha spiegato Leo, che avrà però “effetto retroattivo sui contratti dal primo gennaio 2024”. Si prevede la riduzione degli oneri contributivi per i nuovi assunti per due anni attraverso una super deduzione del costo del lavoro pari al 120%, che sale al 130% per giovani, donne e soggetti già beneficiari del reddito di cittadinanza.

Accanto alle misure per sostenere il lavoro dipendente, ha anticipato il governo, saranno previste specifiche disposizioni per favorire l’avvio di nuove attività autonome distinte per il Centro-Nord e il Mezzogiorno. Per il Centro-Nord è previsto tra l’altro un voucher fino a 30mila euro per l’acquisto di beni necessari all’avvio di una nuova attività, al Sud il voucher arriva a 40mila euro.

Previste anche misure per riqualificare i lavoratori di grandi imprese in crisi per favorire l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro, aveva spiegato ieri la premier nel suo intervento al tavolo con i sindacati:”Nello specifico intendiamo sostenere la nascita di nuove imprese nel Mezzogiorno e nel Centro-Nord attraverso una misura dedicata ai soggetti attualmente disoccupati. La nostra linea di azione è chiara: sosteniamo chi cerca un lavoro, chi assume e chi intende mettersi in proprio partendo dalle categorie che oggi più difficilmente trovano lavoro”.

Fondi Ue da spendere meglio

Arriva la riforma della politiche di coesione, ovvero dell’utilizzo dei finanziamenti ordinari europei e di qualli nazionali che li accompagnano. Si tratta di una riforma prevista con la revisione del Pnrr e che dovrà essere vagliata dalla Commissione Ue. L’obiettivo è quello di coordinare e accelerare l’utilizzo delle risorse stanziate dall’Europa, come i fondi di coesione, e quelli di provenienza nazionale un fronte sul quale il nostro Paese è tradizionalmente in difficoltà: sul tavolo per l’Italia ci sono 43 miliardi della programmazione Ue 2021-27 da destinare a politiche del lavoro, sociali e di sostegno alle imprese. Con il co-finanziamento nazionale i fondi a disposizione arrivano a quota 75 miliardi.

Si punta a favorire, spiega il governo, gli investimenti “in alcuni settori strategici di intervento per i quali vi è un preminente interesse nazionale a superare i divari infrastrutturali tuttora esistenti e ad accrescere la competitività e l’attrattività del Mezzogiorno e dell’Italia tutta”. Prevista l’istituzione di una cabina di regia che avrà compiti di coordinamento degli investimenti e di monitoraggio della loro attuazione. Trattandosi di risorse destinate al riequilibrio territoriale i fondi di coesione sono indirizzate soprattutto al Sud. Il decreto, ha sottolineato il ministro Raffaele Fitto, destina tra l’altro 1,2 miliardi di euro alla realizzazione di interventi di bonifica e riqualificazione dell’area di Bagnoli, alle porte di Napoli.

 

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