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L’occupazione domestica delle colf e badanti, così come quelle che riguardano tutte le persone che prestano servizi per il funzionamento della vita familiare, sono regolate da una legge che rivede salari e contributi per questi lavoratori, nonché la procedura di assunzione.
A partire dal 1° gennaio 2024, per questi lavoratori sono stati introdotti aumenti pari allo 0,7% sui minimi tabellari, in conformità all’adeguamento all’indice ISTAT sull’inflazione. E a partire dal 2024, lo Stato ha previsto un maggiore controllo dell’evasione fiscale in questo settore.
A tal proposito, l’INPS ha messo a disposizione un nuovo servizio che permette di verificare i contributi accreditati, con informazioni più dettagliate rispetto alle versioni precedenti.
In questa guida vediamo nel dettaglio quali sono le novità e spieghiamo come assumere le colf e badanti, i diversi tipi di contratto in vigore in Italia, la retribuzione dovuta e i contributi da versare.

CHI SONO I LAVORATORI DOMESTICI
Rientrano tra i lavoratori domestici colf, badanti, baby sitter, autisti, cuochi etc. Parliamo quindi di lavoratori o lavoratrici che vengono assunti per soddisfare le esigenze della famiglia e che solitamente lavorano nella casa del datore di lavoro o di un familiare stretto.
LAVORO DOMESTICO, SIGNIFICATO
Per comprendere cosa si intende per lavoro domestico dobbiamo partire dalla sua definizione, ovvero il lavoro domestico è un’attività di prestazione di servizi domestici al fine di facilitare e sostenere la vita familiare. Oltre ai lavoratori domestici che si occupano delle normali responsabilità familiari, come cuochi, colf, badanti e baby-sitter citati precedentemente, ricadono anche autisti (quando lavorano principalmente per la famiglia), giardinieri, custodi e portieri delle residenze private della famiglia.
Spesso questo settore è caratterizzato da molti casi di lavoro non dichiarato. Per questo motivo la Legge di Bilancio 2024 ha stabilito che l’Agenzia delle Entrate e l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale mettano in atto la piena interoperabilità dei rispettivi database per lo scambio e l’analisi dei dati al fine di contrastare l’evasione fiscale nel settore del lavoro domestico.
A tal proposito, con il Messaggio numero 1773 del 09-05-2024, l’INPS ha annunciato il nuovo servizio online che permette ai datori di lavoro e ai lavoratori domestici di visualizzare l’estratto contributivo con informazioni più dettagliate rispetto alle versioni precedenti e di verificare i contributi accreditati.

LAVORO DOMESTICO LIVELLI E MANSIONI
È il CCNL Lavoro Domestico a specificare le mansioni dei lavoratori domestici. Questi lavoratori vengono suddivisi in vari livelli:
livello A: comprende gli assistenti familiari generici non addetti all’assistenza alle persone. Si occupano principalmente della pulizia della casa, del bucato, dell’aiuto in cucina e della cura degli animali;

livello A super: riguarda gli addetti a mansioni puramente di compagnia senza altre prestazioni lavorative;

livello B: dedicato ai collaboratori familiari generici polifunzionali per compiti relativi alla routine familiare come pulizia, sistemazione della casa, stiratura, bucato etc;

livello B super: destinato agli assistenti per persone autosufficienti o baby sitter;

livello C: per i collaboratori familiari con specifiche competenze base che svolgono i compiti loro assegnati in completa autonomia e responsabilità;

livello C super: riservato agli assistenti per persone non autosufficienti;

livello D: per i collaboratori familiari con requisiti professionali che svolgono attività caratterizzate da responsabilità, autonomia decisionale o coordinamento;

livello D super: riguarda gli assistenti per persone non autosufficienti formati attraverso un corso di 500 ore. Questo livello comprende mansioni di assistenza compresi, se richiesto, le attività legate alle esigenze alimentari e alla pulizia della casa dove vivono gli assistiti. Vale anche per un educatore formato.

Alla luce di queste mansioni, quanto guadagna un/a colf all’ora? Quanto costa una badante per 25 ore settimanali? Scopriamo insieme cosa dice il CCNL Lavoro Domestico riguardo alle retribuzioni di questi lavoratori.
PAGA LAVORATORI DOMESTICI
I parametri minimi del CCNL Lavoro Domestico stabiliscono la retribuzione dei lavoratori domestici tenendo conto del livello di specializzazione dei lavoratori: dai collaboratori domestici senza esperienza (livello A) ai collaboratori altamente specializzati (Livello DS). Il testo distingue tra collaboratori conviventi o non conviventi e quelli che svolgono assistenza notturna.
Alla luce delle variazioni nel costo della vita, l’accordo siglato il 8 gennaio 2024 dal Ministero del Lavoro e dalle associazioni sindacali ha stabilito i nuovi valori minimi da versare in busta paga ai lavoratori domestici. Il CCNL Lavoro Domestico prevede infatti già aggiornamenti dei minimi tabellari determinati sulla base delle variazioni ISTAT.
Come ogni anno, anche nel 2024 l’aumento è stato determinato dalla Commissione Nazionale per l’aggiornamento retributivo istituita presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in conformità a quanto previsto dall’articolo 38 del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro per i lavoratori domestici.
I nuovi importi hanno tenuto conto dell’aumento dei prezzi secondo l’ISTAT che rispetto all’anno precedente è dello 0,7%.
L’aggiornamento dei salari minimi contrattuali previsti dal CCNL Lavoro Domestico e dei valori convenzionali del vitto e dell’alloggio ha effetto automaticamente dal 1° gennaio 2024. Maggiori dettagli possono essere trovati nella nostra guida sulla retribuzione nel lavoro domestico.
QUANTO COSTA UNA COLF?
La retribuzione oraria di un/a lavoratore/trice domestico/a varia da 5,30 a 11,45 euro all’ora per i non conviventi. Il salario varia a seconda della categoria CCNL in cui è classificato/a il/la lavoratore/trice domestico/a.
Pertanto, se vi state chiedendo quanto costa assumere una colf all’ora nel 2024 per un impiego a tempo parziale o completo basterà consultare la tabella retributiva relativa alla categoria di riferimento e fare il calcolo opportuno.
Ad esempio, un/a collaboratore/trice domestico/a della categoria BS (ad esempio un assistente a persone autosufficienti o baby sitter) costerà circa 200 euro a settimana per una copertura oraria di 25 ore a cui potrebbero essere aggiunte indennità indicate nella tabella retributiva.
Vediamo ora come assumere un/a lavoratore/trice domestico/a.
COME ASSUMERE I LAVORATORI DOMESTICI
È possibile formalizzare il lavoro domestico in due modi:
tramite il libretto famiglia INPS;

assunzione con contratto di lavoro./”

Nel seguente compendio, spiegheremo sia le opzioni disponibili, sia tutte le circostanze e le novità previste dalla legge.
1) IMPEGNO DOMESTICO CON IL REGISTRO FAMILIARE
In caso di offerte di lavoro domestico occasionale, il datore di lavoro può formalizzare le ore di lavoro prestate utilizzando il registro familiare INPS. Questo consiste in un voucher nominativo prefinanziato, composto da titoli di pagamento, con un valore nominale di 10 euro. Questa cifra serve a compensare attività lavorative della durata massima di un’ora.
Il registro familiare può essere finanziato tramite:
versamenti tramite modulo F24 “modello Elide”, con causale LIFA;

il “Portale dei pagamenti” INPS.

Questo documento è rivolto alle persone fisiche che non svolgono attività professionale o d’impresa. È importante specificare che il lavoro domestico non richiede l’obbligo – stabilito nel 2021 dal Decreto Fiscale, ossia il Decreto Legge 21 ottobre 2021 – di comunicare all’Ispettorato del Lavoro l’inizio di ogni rapporto di lavoro autonomo, anche in caso di attività occasionali.
Tuttavia, come chiarisce la Nota n.29 firmata dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro, solo “i committenti che operano in qualità di imprenditori” sono soggetti a tale obbligo. I datori di lavoro domestico sono esclusi da questa norma.
Per maggiori informazioni su come funziona il registro familiare, sui suoi limiti rinnovati dalla Legge di Bilancio 2023 e sugli obblighi specifici di comunicazione, importi e pagamenti, si consiglia di leggere questo approfondimento.
2) CONTRATTO DI IMPEGNO DOMESTICO
La soluzione migliore per tutelare un lavoratore domestico è stipulare un contratto tra le parti. Il Contratto di Impegno Domestico regola il rapporto tra un datore di lavoro privato e un collaboratore familiare. In particolare, l’assunzione del lavoratore domestico può essere:
a tempo determinato con una scadenza prestabilita;

a tempo indeterminato. In quest’ultimo caso, entrambe le parti possono recedere in qualsiasi momento, rispettando il periodo di preavviso.

Inoltre, il contratto può essere:
a tempo pieno (con una durata pari a 40 ore settimanali);

part-time;

per ore.

Bisogna fare attenzione, poiché questo contratto può essere utilizzato solo per necessità familiari. In tutti gli altri casi sarà necessario utilizzare il contratto di lavoro per dipendenti.
Ad esempio, se un datore di lavoro assume un dipendente per svolgere mansioni nell’ambito della sua attività imprenditoriale (ad esempio come addetto alle pulizie di uno stabile o di un ufficio), non potrà utilizzare il contratto di impegno domestico.
Nel contratto va specificato che il collaboratore dovrà lavorare presso l’abitazione del datore o dei suoi stretti parenti. Il collaboratore può essere:
convivente, se vive nella casa del datore di lavoro;

non convivente se si reca nella casa del datore di lavoro solo per lavorare.

Oltre al contratto tra privati, è possibile sottoscrivere anche il CCNL (Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro) per il lavoro domestico.
CONTRIBUTI
Per assumere un lavoratore domestico (colf, badante ecc.) il datore dovrà versare i contributi del lavoratore all’INPS ogni trimestre. I contributi sono calcolati in base alla retribuzione del lavoratore e al numero delle ore lavorate. Una parte dei contributi è a carico del lavoratore e il datore potrà trattenere questa somma dallo stipendio che versa al dipendente.
L’INPS ha chiarito tramite la Circolare n.23 del 29-01-2024 quali sono gli specifici importi dei contributi da versare – da entrambe le parti – per il periodo compreso tra il 1° gennaio 2024 e il 31 dicembre 2024.
In particolare, per quanto riguarda i contratti di lavoro domestico a tempo indeterminato senza contributo aggiuntivo, le cifre da pagare nel 2024 sono le seguenti:
stipendio fino a 9,40 euro all’ora: contributi orari pari a 1,66 euro (0,40 euro a carico del lavoratore);

stipendio superiore a 9,40 euro e fino a 11,45 euro all’ora: contributi orari pari a 1,88 euro (0,47 euro a carico del lavoratore);

stipendio superiore a 11,45 euro all’ora: contributi orari pari a 2,29 euro (0,57 euro a carico del lavoratore);

orario di lavoro superiore o uguale a 24 ore settimanali: contributi orari pari a 1,21 euro (0,30 euro a carico del lavoratore).

Ad esempio, se un datore paga al suo dipendente 11,45 euro all’ora o più (ossia la soglia massima), dovrà versare 2,29 euro di contributi per ogni ora lavorata e potrà trattenere dallo stipendio mensile del lavoratore 0,57 euro all’ora. I contributi a carico del datore saranno quindi pari a 2.29 euro – 0.57 euro = 1.72 euro all’ora.
I contributi per ogni ora di lavoro in un contratto a tempo determinato sono invece i seguenti:
stipendio fino a 9,40 euro all’ora: contributi orari pari a 1,78 euro (0.42 euro a carico del lavoratore);

stipendio superiore a 9.40 euro e fino a 11.45 euro all’ora: contributi orari pari a 2.01 euro (0.47 euro a carico del lavoratore);

stipendio superiore a 11.45 euro all’ora: contributi orari pari a2.45 euro (0.57 euro a carico del lavoratore);

orario di lavoro superiore o uguale a24 ore settimanali: contributi orari pari a1.29euro(0.30euroa caricodel lavoratore).

Inoltre per quanto riguarda il rapporto di lavoro a tempo determinato continua ad applicarsi il contributo addizionale previsto dall’articolo2 comma28 della Legge n92del28giugno2012esuccessivemodifiche.Questaquotaèpariall’l %40dellaretribuzioneimponibileai finiprevidenziali(retribuzioneconvenzionale).
Per maggiori dettagli su come funzionano i contributi e gli eventuali esoneri si consiglia diconsultarelacircolaren23del29-01-2024.
SANZIONI PER MANCATI CONTRIBUTI
In caso dil mancato versamento dei contributi il datoredilavororischiasanzionicivili epenali enonsarátutelatoincasod’infortuni odanni.Inoltre,lavoratorrepotrafarecausoaldatoredesigereilpagamentodituttiicontributinonversati.
Pemaggiorinformazionisi consigliadiledgerestapaginaole regolevalidenel2024chevispieghiamoinquestaguidasulPianonazionalelavorosommerso.
COME PAGARE I CONTRIBUTI PER IL LAVORO DOMESTICO
Il datoredilavorohadisposizionediversepossibilitádipagamentodeicontribu ti ovvero:
tramite procedura online del PortaledelPagamentiutilizzandolamodalitá”Paga mentoimmediatopagoPA”concartadicreditooddebitoconprepagataoppurecon addebitoinconto;

Con l’avviso di pagamento PagoPA, che può essere ottenuto dal Portale dei pagamenti e contiene il codice di avviso, l’importo da versare, la scadenza del pagamento e le istruzioni per effettuare il pagamento. L’elenco degli operatori e dei canali abilitati a ricevere pagamenti tramite PagoPA è disponibile sul sito web www.pagopa.gov.it;

Attraverso l’App IO, tramite la quale è possibile anche effettuare il pagamento dei contributi.

Nel caso in cui ci siano crediti per importi versati in eccesso o duplicazioni di versamento nello stesso trimestre per lo stesso lavoratore domestico, il datore di lavoro può richiedere il rimborso in questa pagina.
VERIFICA ACCREDITO CONTRIBUTI
L’INPS, con il Messaggio numero 1773 del 09-05-2024, ha annunciato il nuovo servizio online che consente ai datori di lavoro e ai lavoratori domestici di visualizzare l’estratto contributivo con informazioni più dettagliate rispetto alle versioni precedenti e verificare i contributi accreditati.
Il nuovo “Estratto Conto” è disponibile sul sito web dell’INPS e si può accedere attraverso uno dei seguenti metodi di autenticazione:
SPID di secondo livello (Sistema Pubblico di Identità Digitale);

CIE 3.0 (Carta di Identità Elettronica);

CNS (Carta Nazionale dei Servizi);

PIN dispositivo rilasciato dall’Istituto solo per i residenti all’estero che non sono in possesso di un documento di riconoscimento italiano e quindi non possono richiedere le credenziali SPID;

eIDAS (electronic IDentification Authentication and Signature).

Una volta effettuato l’accesso, il servizio consente la consultazione dell’estratto conto sia nella modalità “Datore” che nella modalità “Lavoratore”. Se il cittadino ha ricoperto entrambi i ruoli nel tempo, gli sarà chiesto di scegliere quale tipo di estratto conto desidera visualizzare.
PERIODO DI PROVA LAVORO DOMESTICO
Il CCNL lavoro domestico prevede anche regole specifiche per i periodi di prova. Per i lavoratori livello D, D super e lavoratori operanti in regime di convivenza indipendentemente dal livello di inquadramento sono previsti 30 giorni di lavoro retribuiti. Per gli altri, sono previsti 8 giorni di lavoro retribuiti.
CCNL LAVORO DOMESTICO
Il CCNL lavoro domestico, disponibile in questa pagina (Pdf 535 Kb), è stato firmato da FiDALDO e DOMINA come associazioni di datori di lavoro, mentre i sindacati firmatari sono Filcams-CGIL, Fisascat-CISL, UILTuCS e Federcolf.
Disciplina le condizioni di impiego per questa categoria di lavoratori, prevedendo specifiche protezioni, diritti e obblighi. Il CCNL in questione scadeva il 31 dicembre 2022, ma rimane in vigore fino alla sua sostituzione con un nuovo accordo.
CONTRATTO LAVORO DOMESTICO
Il contratto di lavoro domestico è disciplinato dal CCNL lavoro domestico e prevede le seguenti regole:
orario di lavoro: per i lavoratori conviventi sono previste 10 ore al giorno, non consecutive, per un totale di 54 ore settimanali; per i lavoratori non conviventi sono previste 8 ore al giorno, non consecutive, per un totale di 40 ore settimanali distribuite su 5 giorni o 6 giorni;

maternità: si applicano le norme legali sulla tutela delle lavoratrici madri;

infortuni: è prevista la conservazione del posto per un periodo fino a 6 mesi per 10 giorni nel calendario o nell’anno solare. Per un periodo da più di 6 mesi a 2 anni è prevista una conservazione del posto per 45 giorni. Per un periodo oltre i 2 anni è prevista una conservazione del posto per 180 giorni;

malattia: dal 91° al 180° giorno si ha diritto al 75% della retribuzione, dal 4° al 90° giorno al 60% e nei primi 3 giorni al 100%;

scatti di anzianità: ogni due anni si ha un incremento del 4% sulla retribuzione contrattuale;

tredicesima: viene pagata entro il mese di dicembre;

quattordicesima: non è prevista;

ferie: il lavoratore ha diritto a un periodo di ferie di 26 giorni lavorativi;

permessi: sono previste 16 ore all’anno per visite mediche, ricongiungimento familiare o rinnovo permessi soggiorno per i conviventi; per i conviventi a tempo pieno sono previste invece 12 ore all’anno;

lutto familiare: si hanno diritto a tre giorni lavorativi;

diritto allo studio: si ha diritto alla retribuzione delle ore dedicate agli esami annuali;

formazione professionale: si hanno permessi retribuiti per 40 ore all’anno. Per i corsi riconosciuti da Ebincolf, invece, si hanno permessi retribuiti per 64 ore all’anno;

congedo matrimoniale: in caso di matrimonio spetta al lavoratore un congedo retribuito di 15 giorni;

lavoro straordinario: se svolto dalle ore 6.00 alle ore 22.00 si ha una maggiorazione del 25%; se svolto nei giorni festivi o domenica, la maggiorazione è del 60%. Se svolto dalle ore 22.00 alle ore 6.00, la maggiorazione è del 50%;

indennità in caso di morte: le indennità di preavviso e T.F.R. devono essere pagate al coniuge, ai figli o ai parenti entro il terzo grado e agli affini entro il secondo grado che vivevano a carico del lavoratore;

trasferta: al lavoratore saranno rimborsate le eventuali spese di viaggio sostenute direttamente in tali occasioni. Inoltre, al lavoratore sarà corrisposta una dieta giornaliera pari al 20% della retribuzione minima tabellare giornaliera;

preavviso licenziamento o dimissioni: per rapporti superiori a 25 ore settimanali (fino a un’anzianità inferiore a 5 anni) sono necessari 15 giorni nel calendario. Per rapporti superiori a 25 ore settimanali (con un’anzianità superiore a 5 anni), sono necessari invece 30 giorni; mentre per rapporti inferiori a 25 ore settimanali (con un’anzianità inferiore a due anni), sono richiesti solo otto giorni. Per rapporti inferiori a 25 ore settimanali (con un’anzianità superiore a due anni), sono necessari ancora quindici giorni. Queste sono le scadenze relative al lavoro domestico e alla cessazione del rapporto lavorativo. In caso di dimissioni, i termini vengono ridotti del 50%;

trattamento di fine rapporto (T.F.R): viene calcolato sull’importo delle retribuzioni percepite nell’anno;

anticipo TFR: i datori di lavoro anticiperanno l’importo massimo del TFR corrisposto fino al limite del 70%.
DIRITTI DEL LAVORATORE DOMESTICO
Con la firma del contratto, i contributi versati all’INPS dal datore di lavoro consentono al lavoratore domestico italiano o straniero ovvero colui che ha i requisiti necessari ad accedere ai seguenti vantaggi finanziati dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale:
indennità di disoccupazione;
indennità maternità;
indennità antitubercolari;
rimborso donazione sangue;
rimborso donazione midollo osseo;
cure termali;

Indennità di invalidità;

Rendita di disabilità;

Le pensioni di anzianità;

Pensione di vecchiaia;

Pensione per i superstiti o reversibilità.

I lavoratori domestici regolarmente assunti hanno anche diritto alle prestazioni fornite dall’INAIL per la protezione dagli incidenti sul lavoro e alle prestazioni fornite dal Servizio Sanitario Nazionale. In altre parole, l’assistenza sanitaria medica, farmaceutica, ospedaliera, ambulatoriale e specialistica sono a carico del Servizio Sanitario Nazionale.

 

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