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La Bce lascia invariato il costo del denaro

La Bce lascia invariato il costo del denaro confermando le previsioni della vigilia. Lo scenario internazionale resta difficile e l’inflazione non appare del tutto domata. Il ribasso dei tassi è rimandato alle prossime riunioni del board di Francoforte. Ma non è facile neppure, passando dal macro al micro, la situazione di chi un mutuo lo deve scegliere ora.

Grazie al calo dell’Eurirs i tassi fissi da ottobre a oggi sono scesi di circa 80 centesimi e un mutuo a 30 anni da 200 mila euro per una casa da 250 mila si ottiene a un tasso indicativo del 3,4%, con una rata da 887 euro; un variabile per medesimi importo e durata costa 1.061 euro; l’Euribor infatti si è attestato su valori tra 3,8 e 4%, a seconda della cadenza (mensile o trimestrale). In apparenza non c’è scelta e infatti tutte le rilevazioni concordano nell’indicare che la stragrande maggioranza dei nuovi mutui viene effettuata a tasso fisso.

Per chi punta sul tasso variabile

Ci sono però alcuni fattori che rendono la scelta di chi punta sul variabile non del tutto irrazionale. Innanzitutto c’è il fatto che un tasso fisso non viene determinato all’inizio dell’istruttoria ma in una fase successiva e nessuno garantisce che tra un mese l’Eurirs sarà ancora ai livelli attuali, visto che si tratta di un parametro dall’andamento volatile. Certo, una volta avviato il mutuo, nulla vieterebbe di surrogarlo in un secondo momento qualora i tassi scendessero molto rispetto ai valori attuali: ricordiamo che tra il 2020 e il 2022 un mutuo come quello del nostro esempio si poteva ottenere a tassi tra 1,5 e 2%, ovvero con rate da 690 a 740 euro.

Per arrivare a livelli così bassi è però necessario che anche i tassi obbligazionari di lungo termine tornino ai livelli di allora, e quindi i Bund decennali attorno allo zero e i Btp di pari durata poco sopra l’1%. Invece per l’Euribor le prospettive di ribasso appaiono se non sicure almeno più probabili per i prossimi mesi. L’andamento dell’Euribor potrebbe anche prescindere da quello del costo del denaro deciso da Francoforte. Così è stato in passato e anche negli ultimi sei mesi il parametro non ha ricalcato le orme della Bce, perché il trimestrale si è attestato al 4%, mezzo punto sotto il tasso di sconto euro.

Il mercato dei futures: le scommesse

Sul mercato dei futures oggi si scommette su un Euribor in calo di quindici centesimi entro il semestre, di circa 130 centesimi entro un anno e di 170 centesimi in 18 mesi. Tornando al mutuo dell’esempio, significa che entro sei mesi la rata dovrebbe scendere a 1.037 euro, tra 12 mesi a 848 euro e tra 18 a 801 euro, facendo quindi risparmiare in maniera significativa rispetto al fisso.

Un esempio

Analizzando la rata di un mutuo medio variabile di recente sottoscrizione (126.000 euro in 25 anni, Ltv 70% stipulato a gennaio 2022), come ha fatto Facile.it, si vede come questa sia arrivata a superare i 750 euro a dicembre 2023, ma secondo le previsioni dei futures (aggiornate al 19/01/2024) potrebbe scendere sfiorando i 740 euro a partire dal secondo trimestre del 2024, calare di altri 30 euro nel terzo trimestre, per poi chiudere l’anno a circa 660 euro, vale a dire quasi 100 euro in meno rispetto alla rata di dicembre 2023. Allungando l’orizzonte temporale, a giugno 2025 la rata potrebbe arrivare a circa 630 euro (-119 euro).

Un ipotesi sul futuro

Siccome le previsioni tratte dai futures sono aleatorie è ancora più difficile dire che cosa succederebbe dopo. Possiamo provare a compiere un esercizio alquanto azzardato e vedere come cambierebbe la spesa almeno di qui a dieci anni, se l’Euribor si stabilizzasse alla fine del 2025 a un determinato valore. Il mutuo fisso del nostro esempio nei primi dieci anni (se non viene surrogato nel frattempo) fa pagare rate per un totale di 106.435 euro. Il variabile che seguisse l’andamento dei futures per poi stabilizzarsi al 2% farebbe pagare nel decennio 94.757 euro; se si cristallizzasse tra due anni all’1,5% la somma spesa nel decennio scenderebbe a 87.298 euro, con un risparmio di oltre 19 mila euro rispetto al fisso. Resta il fatto che queste sono mere ipotesi e che per prendere in considerazione scenari come questi e puntare sul variabile bisogna avere le spalle coperte e quindi indebitarsi non proprio al limite delle proprie possibilità di rimborso e avere anche una certa attitudine alle scommesse.

 

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