Da venerdì primo marzo la ritenuta d’acconto sui bonifici parlanti passa dall’8 all’11%, come previsto dall’ultima legge di Bilancio. Il provvedimento riguarda tutte le somme pagate per lavori edilizi agevolati da bonus fiscali e per i quali il ricorso a un apposito bonifico contenente partita Iva del percettore delle somme e codice fiscale o partita Iva del beneficiario dell’agevolazione è obbligatoria quindi: Superbonus, bonus casa, Ecobonus e Sismabonus ordinari, bonus barriere architettoniche. Le banche e gli uffici postali che ricevono i bonifici devono operare come sostituto di imposta e versare all’erario le somme dovute.
Le conseguenze sulle imprese
In teoria l’aumento non dovrebbe avere conseguenze né per i contribuenti né per le imprese che eseguono i lavori, trattandosi di una sorta di partita di giro. Nella realtà ci si può attendere qualche contraccolpo, perché molte imprese sono poco liquide e chiedere di anticipare un ulteriore 3% degli incassi potrebbe costringerne molte ad aumentare le richieste di finanziamento ai tassi attuali, mentre la restituzione dell’anticipo da parte delle casse pubbliche avviene a tasso zero e presuppone una piena capienza fiscale che non sempre si verifica.
Diminuzione della richiesta di lavori
Nei casi in cui le imprese hanno forza contrattuale presumibilmente proveranno a ribaltare i maggiori costi sui prezzi ma in questa fase, soprattutto per lavori nuovi, di forza contrattuale spesso ne hanno poca, perché i nuovi cantieri per il Superbonus sono pochissimi (alle aliquote del 70% per il 2024 e del 65% nel 2025 l’agevolazione con tutte le sue farraginose procedure ha ben poco appeal) e anche la richiesta di lavori per altri bonus appare destinata a diminuire, dopo la forte stretta sul cessione del credito e sconto in fattura, ora possibili solo per i lavori ancora in corso del Superbonus purché la Cilas sia stata presentata prima del 17 febbraio 2023 o per l’abbattimento delle barriere architettoniche, limitatamente agli interventi per immobili dove sia presente un invalido riconosciuto a termine di legge o per i lavori sulle parti comuni.
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