Colpo di scena in udienza preliminare per la bancarotta della società che gestiva l’hotel Cesari. Il difensore di uno dei quattro imputati, considerato dall’accusa amministratore di fatto, ha rinunciato al mandato per incompatibilità con un’altra posizione. Ma anche perché M.C. è irreperibile. Da indiscrezioni dovrebbe fare la spola tra Miami e Montecarlo.
Sono quattro le persone sotto accusa (M.C., R.C., F.N e C.P.), tra amministratori di fatto e amministratori di diritto, per bancarotta fraudolenta e documentale. Il 21 settembre 2017, era stato il tribunale di Napoli a dichiarare il fallimento della Hotel Cesari srl, con sede legale in Campania. Poi, il giudice delegato del tribunale di Frosinone aveva sollevato un conflitto di competenza, deciso dalla Corte di Cassazione in favore dell’autorità giudiziaria ciociara.
La Hotel Cesari srl, che aveva preso in affitto la struttura, è stata dichiarata fallita il 24 ottobre 2018 dal tribunale di Frosinone. A seguito di tale atto si è aperto il capitolo penale. Tra le accuse c’è quella di avere dissipato circa 200.000 euro dei canoni di leasing, per quattro anni, di una grossa imbarcazione (da 700.000 euro). Oltre alla distrazione dei canoni del leasing dell’imbarcazione sono contestati la bancarotta aggravata per la dissipazione di beni sociali non consegnati alla procedura fallimentare, prelevamenti dalle casse sociali e la sottrazione di libri sociali e documentazione contabile per impedire la ricostruzione del patrimonio e dei movimenti bancari.
L’unica donna si è difesa sostenendo che era stata inserita in società per le sue capacità alberghiere e non gestionali e che non era riuscita a dimettersi perché chi doveva subentrarle non subentrava. Nel collegio difensivo gli avvocati Nicola Ottaviani, Fausto Amato e Loredana Mariani.
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