L’assunto di base è indispensabile: errare è umano. Sì, però dovrebbe essere altrettanto umano assumersi le proprie responsabilità. Rispondere insomma dei propri errori.
Eppure, in alcuni casi non accade. Un esempio piuttosto curioso arriva dall’odiatissima dichiarazione dei redditi. Non sono poche, infatti, le persone che hanno scelto di affidarsi a un professionista per questa operazione e poi si sono viste arrivare una lettera di contestazione da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Proprio così: scegliete un professionista, lo pagate per un servizio, questo compie un errore, ma i soldi vengono chiesti a voi. È un’assurdità, a ben vedere, e si verifica sia con i commercialisti, sia con i ragionieri sia con i CAF.
Abbiamo quindi chiesto all’avvocato Fabio Pennisi di Roma di spiegarci meglio la questione e cosa possiamo fare per porvi rimedio o, per dirla in modo poetico, ottenere giustizia.
Avvocato Pennisi, è vero che se il professionista sbaglia la dichiarazione dei redditi, di fatto l’Agenzia delle Entrate chiede conto a noi di quello sbaglio?«Sì, ed è un fatto che accade con una certa frequenza. L’Agenzia delle Entrate si rivolge al cittadino e non le importa se è il professionista ad aver commesso l’errore».
Cosa succede in questo caso?«Il contribuente riceve una prima contestazione, chiamata avviso bonario, e deve capire se derivi da un errore del commercialista oppure se si tratti di uno sbaglio della stessa Agenzia. Anche questo può accadere».
Ma può sbagliare anche il cittadino a fornire le informazioni corrette al professionista?«Più che altro questo succede nel caso delle persone fisiche. Per le società o i professionisti tenuti alla fatturazione elettronica questo scenario non può verificarsi perché tutte le fatture sono tracciate».
Restiamo quindi nel caso delle persone fisiche. Cosa può succedere?«Ad esempio che il professionista non prenda nota di tutti i documenti ricevuti oppure faccia alcuni calcoli errati. Ne deriva così una dichiarazione non corretta».
Se sfrotunatamente riceviamo la contestazione dell’Agenzia delle Entrate, cosa possiamo fare?«Io consiglio di rivolgersi subito a un altro professionista che possa dare delle indicazioni sugli eventuali errori commessi. Dopodiché, possibilmente attraverso un avvocato, bisogna mandare al commercialista una comunicazione formale».
Contestando che cosa di preciso?«Dal punto di vista legale si tratta di un inadempimento contrattuale. Il rapporto che lega il cliente al commercialista è a tutti gli effetti un contratto d’opera professionale».
E grossomodo quanto può costare questa operazione?«Dipende dal legale e dall’importo che si vuole recuperare. Se per dire sto cercando di ottenere il risarcimento di 200 euro, la lettera dell’avvocato difficilmente potrà costare più di un centinaio di euro».
Ma ne vale la pena da un punto di vista pratico? Cosa si può ottenere?«Naturalmente più basso è l’importo, meno vale la pena di avviare un procedimento legale. La legge impone ai commercialisti di avere una polizza professionale assicurativa per i danni che si creano con l’esercizio della professione e questa è una garanzia per il cliente».
Cosa possiamo ottenere con un’azione legale?«Il commercialista è responsabile di tutti i danni che causa al cliente. Sicuramente quindi il cliente può chiedere il rimborso delle sanzioni che applica l’Agenzia delle Entrate in caso di dichiarazione sbagliata».
E i danni morali?«Questi possono essere chiesti solo in casi molto gravi. Ne è un esempio – che pure accade purtroppo e costituisce un reato – quello in cui il commercialista ha la delega per effettuare i pagamenti connessi ai doveri fiscali del cliente e poi nella realtà non li fa».
Entro quanto tempo si può richiedere un risarcimento al professionista che ha sbagliato una dichiarazione dei redditi?«Il termine di prescrizione entro il quale far valere i propri diritti in questo caso è di dieci anni dal momento in cui si scopre l’errore. Questo momento in genere coincide con il ricevimento dell’avviso bonario da parte dell’Agenzia delle Entrate».
Nella gallery trovate otto consigli per evitare di incorrere in situazioni spiacevoli e rischiare di non ottenere il risarcimento.
(Nella foto una scena del film The Accountant in cui Ben Affleck interpreta il ruolo di un contabile).
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