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Il presidente di Confapi Napoli, Raffaele Marrone, evidenzia i vantaggi e le criticità della misura. Necessario ampliare la dotazione finanziaria per evitare il rischio di vanificare le promesse di rilancio economico delle regioni meridionali.

Dal 12 giugno al 12 luglio 2024, le imprese che investono nelle regioni del Mezzogiorno avranno la possibilità di presentare domanda per accedere al credito d’imposta previsto tra le agevolazioni della Zes Unica. Questo incentivo, specificamente destinato a stimolare gli investimenti nelle aree meno sviluppate del Sud Italia, rappresenta un’opportunità significativa per il rilancio economico di queste regioni.

Raffaele Marrone, presidente di Confapi Napoli, ha ricordato che “la procedura prevede la comunicazione all’Agenzia delle entrate dell’ammontare delle spese ammissibili sostenute dal 1° gennaio 2024 e quelle che prevedono di sostenere fino al 15 novembre 2024. L’investimento minimo è di 200mila euro fino ad un massimo di 100 milioni”. Questa specificazione sottolinea l’ampio range di investimenti che possono beneficiare del credito d’imposta, rendendolo accessibile sia a piccole che a grandi imprese.

Un aspetto cruciale di questa misura riguarda l’ammontare massimo del credito d’imposta fruibile, il quale “è pari a quello richiesto moltiplicato per la percentuale resa nota con provvedimento del direttore dell’Agenzia delle entrate, da emanare entro dieci giorni dalla scadenza del termine di presentazione delle comunicazioni, quindi entro il 22 luglio 2024”, ha spiegato Marrone. La percentuale in questione verrà calcolata rapportando il limite complessivo di spesa, pari a 1,8 miliardi di euro, all’ammontare dei crediti d’imposta prenotati.

Nonostante il potenziale beneficio, Marrone esprime alcune preoccupazioni riguardo alla sufficienza della dotazione finanziaria. “Una misura che non condividiamo in quanto laddove l’ammontare delle richieste dovesse esprimere un fabbisogno finanziario superiore alla dotazione prevista, si procederebbe a un riparto che, di fatto, condiziona gli investimenti industriali e comporta una riduzione degli aiuti”. Questa prospettiva potrebbe infatti limitare l’efficacia degli incentivi e ridurre l’entità degli investimenti che le imprese possono realizzare.

Per evitare che questa situazione comprometta le promesse di rilancio del territorio e di crescita del Sud, Marrone suggerisce che “risulta necessario, pertanto, ampliare la dotazione finanziaria, altrimenti si rischia di vanificare le promesse di rilancio del territorio e di crescita del Sud”. Un aumento dei fondi disponibili permetterebbe di soddisfare tutte le richieste di credito d’imposta, assicurando che ogni progetto di investimento possa beneficiare pienamente dell’incentivo previsto.

In conclusione, la Zes Unica rappresenta una significativa opportunità per le imprese del Mezzogiorno, ma per sfruttare appieno il suo potenziale è essenziale che le autorità considerino attentamente le dinamiche della domanda e la sufficienza della dotazione finanziaria. Solo così si potrà garantire un vero rilancio economico delle regioni del Sud Italia, sostenendo lo sviluppo industriale e creando nuove opportunità di crescita.



 

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