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Dopo il voto di fiducia al Governo da parte del Senato, resta
ancora l’ultimo scoglio della Camera dei Deputati prima di arrivare
alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della legge di conversione
del D.L. n.
39/2024
(Decreto Superbonus 2024 o Decreto Agevolazioni fiscali
in edilizia).

Decreto Superbonus 2024: la Camera al voto

Uno scoglio che potrebbe essere un minuscolo sassolino dopo che
il Senato ha approvato con fiducia un
testo predisposto dalla Sesta Commissione
, sul quale la Camera
non avrà tempo per discutere ed eventualmente modificare (arriverà
senza dubbio un nuovo voto di fiducia).

La vera novità di questa legge di conversione è rappresentata
dal fatto che “probabilmente” sarà l’ultimo intervento (qualche
problema da sistemare resta!) che riguarda il superbonus e il
meccanismo delle opzioni alternative rispettivamente di cui agli
articoli 119 e 121 del Decreto Legge n. 34/2020 (Decreto
Rilancio).

Il trentasettesimo provvedimento che direttamente o
indirettamente ha inciso su questa disciplina, prima correggendola
poi semplificandola e, infine, stravolgendola completamente fino a
renderla inutilizzabile, senza prima, però, aver risolto i problemi
generati da una normativa altamente instabile su chi ha avviato un
cantiere contando sulla cessione del credito.

Ma la Camera dei Deputati, ancora una volta, voterà senza
incidere in alcun modo su un provvedimento probabilmente già
inutile. L’obiettivo più volte dichiarato dal Ministro
dell’Economia Giancarlo Giorgetti era quello di mettere fine ad una
misura eccezionale per tempi eccezionali”. Una misura su
cui il Ministro si è espresso chiaramente definendola per ultimo
una “droga economica” da cui occorre uscire. Secondo il
Ministro Giorgetti “La disintossicazione purtroppo è dolorosa
però qualcuno la deve fare, qualcuno deve ordinarla tenendo conto
che chi ne è più interessato e ne trae vantaggi non è d’accordo.
Dalla droga bisogna uscire, la droga non è una buona cosa. Quindi
io spero che si metta veramente un punto definitivo ed è giusto e
anche mio dovere come ministro dell’Economia e delle finanze
mettere in chiaro la situazione
”.

Ma questa disintossicazione probabilmente era già avvenuta e
bastava solo aspettare qualche mese.

Superbonus: era davvero necessario un nuovo provvedimento?

L’ultimo report
pubblicato da Enea
con i dati aggiornati al 30 aprile 2024 ha,
infatti, certificato che dopo i primi 3 mesi di forte
accelerazione(dovuti al fatto che l’asseverazione Enea può essere
inviata entro 90 giorni dal fine lavori), il superbonus è
definitivamente morto. Ad aprile 2024:

  • 1.063 nuove asseverazioni (contro le quasi 11.000 al mese del
    primo trimestre 2024);
  • meno di 399 milioni di euro di detrazioni maturate per lavori
    conclusi (contro gli oltre 7,5 miliardi al mese dei primi 3 mesi
    2024).

Dopo le paure che hanno accompagnato il Ministro dell’Economia
nei primi 3 mesi dell’anno e che lo hanno spinto ad emanare un
nuovo provvedimento d’urgenza ad un mese dalla legge di conversione
del procedente (il D.L. n. 212/2023), sorge spontanea la domanda:
era davvero necessario intervenire nuovamente? Tra l’altro con un
provvedimento che incide retroattivamente su molti diritti
acquisiti di chi era già partito con un cantiere nel 2024.

Le CILAS dormienti e i diritti acquisiti

Tralasciando alcune delle modifiche apportate (come lo
spalmacrediti in 10 anni obbligatorio), il D.L. n. 39/2024 prevede
alcune disposizioni sulle quali ancora non sono chiari i contorni.
Si pensi al contestatissimo comma 5 dell’art. 1 (che rimarrà
immutato dopo la conversione in legge), mediante il quale il
Governo ha deciso di limitare ulteriormente l’utilizzo delle
opzioni alternative non solo ai requisiti già previsti con l’art.
2, commi 2 e 3, del D.L. n. 11/2023, ma prevedendo anche che al 30
marzo 2024 ci siano “spese sostenute”, “documentate da fattura”,
per “lavori già effettuati”.

L’idea era quella di bloccare le “CILAS dormienti” (presentate,
cioè, rispettando la data prevista dal D.L. n. 11/2023), senza però
considerare che molte CILAS presentate entro il 16 febbraio 2023
hanno avviato cantieri solo ad inizio 2024 perché:

  • i tempi dell’edilizia sono sempre diversi da quelli dei Decreti
    Legge (e questo lo scriviamo da anni);
  • l’accesso al meccanismo della cessione del credito non è mai
    stato semplice e su molti cantieri sono stati attivati lunghi audit
    preventivi, i cui “via libera” sono arrivati solo a fine 2023.

Considerato che su un cantiere avviato con Superbonus 70% (con
spese sostenute nel 2024) sulla base di una CILAS presentata entro
il 16 febbraio 2023, lo sconto in fattura è applicabile per SAL
minimi del 30%, la disposizione di cui al comma 5 rischia
seriamente di bloccare tutto. Anche chi legittimamente era partito
senza però aver ancora “spese sostenute”, “documentate da fattura”,
per “lavori già effettuati” (perché non si è appunto raggiunto il
SAL minimo del 30% entro il 30 marzo 2024).

Ormai è tardi per modificare il citato comma 5 (modifica
richiesta nel corso delle audizioni al Senato) ma è evidente che
dal MEF qualche conto non siano riusciti a farlo correttamente e
sarà necessario correre ai ripari al più presto.

© Riproduzione riservata

 

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