A partire dallo scorso 20 maggio, sul portale dell’Agenzia delle Entrate è disponibile il modello 730 precompilato per la dichiarazione dei redditi 2024 sull’anno precedente. Per consegnare i dati c’è tempo fino al prossimo settembre, finestra temporale all’interno della quale i datori di lavoro saranno tenuti a gestire in busta paga tutti gli addebiti e gli accrediti IRPEF dei propri dipendenti, mentre per gli enti pensionistici le operazioni di conguaglio avranno inizio a partire dal mese di agosto.
In alternativa, è sempre possibile rivolgersi a dei professionisti (CAF o commercialisti) consegnando tutto il materiale necessario per la stesura del modello, a partire dalla Certificazione Unica 2024 per proseguire poi con tutti i documenti di spesa detraibili e deducibili.
Rimborso 730 precompilato: le scadenze
Come ogni anno, il 30 settembre è la data limite entro il quale lavoratori e dipendenti potranno presentare la propria dichiarazione dei redditi all’Agenzia delle Entrate. Il fatto però che sia stata aperta la finestra soltanto a partire dal 20 maggio (dal 30 aprile era già presente il modello precompilato, ma non era possibile inoltrarlo) rende piuttosto impervio il proposito di poter usufruire del rimborso IRPEF a partire già dalla busta paga di luglio.
Le procedure di liquidazione sono scandite da 5 slot temporali, col 31 maggio che ha rappresentato la prima scadenza: inviando il modello precompilato entro tale data si potrà usufruire del rimborso IRPEF già nella busta paga di luglio (agosto per i pensionati). Altrimenti, inviando i dati entro il 20 giugno, si potrà accedere al rimborso nel mese di agosto (per i pensionati slitta invece a ottobre).
Le altre scadenze riguardano il 15 luglio (con erogazione a settembre, novembre per i pensionati), il 31 agosto (ottobre, dicembre per i pensionati) e l’ultima al 30 settembre, con erogazione del rimborso sul mese di novembre (gennaio per i pensionati). Sono previsti però tempi più lunghi rispetto al prospetto proposto qualora l’invio del modello 730 avvenga senza sostituto d’imposta (da quest’anno anche i lavoratori dipendenti possono fare richiesta diretta all’Agenzia delle Entrate senza dover passare per i propri datori di lavoro): in quel caso il pagamento diretto potrebbe slittare di qualche settimana per le opportune verifiche dell’ente (la tempistica può protrarsi fino a 4 mesi dalla presentazione della domanda), e stessa cosa vale per importi superiori ai 4.000 euro.
Rimborso 730 precompilato: pagamento senza sostituto di imposta
I rimborsi 730 dei contribuenti senza sostituto d’imposta saranno erogati direttamente dall’Agenzia delle Entrate fino ad aprile 2025 (qualora la comunicazione venga effettuata a fine settembre, e dunque con 4 mesi di verifiche e un massimo di due per autorizzare l’erogazione) attraverso un accredito sul conto corrente postale o bancario fornito da contribuente stesso o tramite titoli di credito a copertura garantita da Poste Italiane (se il contribuente non ha fornito alcun conto corrente).
Le tempistiche previste per il rimborso del 730 potrebbero variare a seconda del singolo contribuente: per velocizzare i tempi quest’ultimo può comunicare in via telematica il proprio IBAN all’Agenzia.
Rimborso 730 precompilato: il ritardo nei rimborsi
Nel caso in cui ci fossero ritardi nell’erogazione dei rimborsi, è importante capire quali possano essere le cause del mancato pagamento di quanto previsto nei tempi prestabiliti. Come già specificato, tutti i contribuenti che hanno un sostituto di imposta in presenza di ritardo nei rimborsi possono controllare, in prima persona o tramite CAF o professionisti, che la dichiarazione sia stata presentata all’Agenzia in modo corretto, rivolgendosi direttamente all’ufficio dell’Agenzia delle Entrate competente a livello territoriale attraverso i canali online o recandosi in prima persona in sede.
Per quei contribuenti che non hanno un sostituto di imposta è necessario rivolgersi direttamente all’ufficio dell’Agenzia delle Entrate di competenza territoriale, dopo aver verificato l’invio corretto della propria dichiarazione dei redditi 2024.
Va tenuto conto nell’analisi della situazione fiscale che trascorsi dieci anni il diritto al rimborso 730 cade in prescrizione: questo arco di tempo viene contato a partire dalla data di presentazione della dichiarazione dei redditi. Lo stato di prescrizione può essere interrotto inviando un sollecito all’Amministrazione Finanziaria secondo quanto stabilito dal Parere dell’Avvocatura Generale dello Stato del 1° ottobre 2003 numero 105547.
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