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TRENTO. Il dato di partenza è uno e non è certo dei più incoraggianti: in un quadro provinciale che vede un fatturato leggermente in calo nel primo trimestre del 2024 (-0,3%) a fare da fanalino di coda in Trentino è il settore delle costruzioni, che nei primi tre mesi di quest’anno segna una diminuzione rispetto allo stesso periodo del 2023 pari addirittura al -12,1%, come riportato dalla Camera di commercio di Trento nella consueta analisi sulla congiuntura economica provinciale (Qui Articolo). Un dato che va letto, dicono gli addetti ai lavori, in particolare nell’ottica dello stop al Superbonus 110%, che negli ultimi tre anni aveva favorito la vigorosa ripresa di un settore nel quale oggi, dice a il Dolomiti il presidente di Ance del Trentino Andrea Basso, a pesare sono in particolare l’incertezza e la difficoltà da parte dei privati ad organizzare interventi a medio e lungo termine. In un contesto nel quale sono diverse le detrazioni fiscali ancora attive infatti, sottolinea Basso, uno dei problemi maggiori è rappresentato dalla mancanza di una programmazione definita, che sia in grado di accelerare il ritmo delle attività volte al raggiungimento degli obiettivi ambientali comunitari. Ma procediamo con ordine.

 

“Il Superbonus è finito, certo – dice il presidente di Ance – ma non sono finiti tutti i bonus: è attivo il Sismabonus, per esempio, che va dal 70 all’85%, l’ecobonus e poi le detrazioni al 50% (fino a 96mila euro) per le ristrutturazioni. C’è un ritorno alla normalità insomma dopo i ritmi straordinari seguiti negli anni del 110%, ritmi che in ogni caso sarebbero comunque necessari per rispettare gli obiettivi Ue al 2030 (nella direttiva Case green si prevede un taglio nel consumo di energia primaria degli edifici residenziali del 16% entro il 2030 ndr). Il problema è piuttosto l’incertezza che certe decisioni, proprio in merito di Superbonus, ha causato: la scelta di allungare a 10 anni la detrazione fiscale del Superbonus maturate dal primo gennaio 2024 per esempio, una misura di fatto retroattiva, ha portato molti a dover rivedere i propri conti ed i propri progetti. Così il cittadino oggi si chiede, nel momento in cui dovesse decidere di investire per la riqualificazione della propria casa, quale sarà a fine anno l’importo effettivo della detrazione. È come annunciare un incentivo per l’acquisto di un’auto elettrica e poi annullarlo dopo l’acquisto: in questo contesto come si possono programmare progetti e lavori che hanno un orizzonte temporale di mesi o anni? Si tratta ovviamente di un particolare momento economico che ha portato il governo a prendere queste decisioni, ma la programmazione deve necessariamente essere strutturata e senza misure retroattive”.

 

A influire poi, ovviamente, è la fine della spinta garantita dal Superbonus nel mercato: “Al di là dei giudizi positivi o negativi sulla misura – continua Basso – è innegabile che il Superbonus 110 incidesse su una percentuale importante del mercato. Le aziende strutturate di Ance c’erano prima della misura e ci saranno dopo, ma sono parecchie le realtà nate e morte con il 110%. Sicuramente siamo però in un momento di difficoltà: il meccanismo lavorativo degli ultimi anni era diverso, molto più dinamico e con tempistiche più corte. C’è stata poi una contrazione portata dalla minor propensione alla spesa da parte dei cittadini, che attendono nella speranza di vedere una discesa nei prezzi che però non arriverà. Per questo, torno a dire, la programmazione è fondamentale: i bonus possono essere modificati, ridotti, ma bisogna essere chiari sulle tempistiche e sulle modalità, senza aspettare di tirare le somme e tagliare all’ultimo per ridurre il deficit”.

 

Guardando alle prospettive future per il settore, conclude il presidente di Ance, è infine necessario allargare lo sguardo e pensare a modalità d’intervento innovative per favorire il raggiungimento degli obiettivi green: “Il settore pubblico, penso tanto al governo nazionale quanto a quello provinciale qui in Trentino, potrebbe per esempio immaginare un percorso alternativo, lavorando con il sistema bancario per abbattere magari i tassi dei mutui di chi si impegna con azioni di riqualificazione per la propria abitazione; magari immaginando addirittura un fondo perduto riservato ai più giovani per investimenti del genere. Quel che è certo è che ci muoviamo in un meccanismo europeo, quello della riqualificazione e dell’efficientamento, che sta proseguendo e deve continuare a proseguire: è una questione ambientale che non possiamo più rimandare”.



 

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