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Arriva la nuova stretta sul Superbonus: nella serata di venerdì, il Governo ha introdotto un importante emendamento al decreto-legge riguardante il Superbonus. Questa misura prevede una significativa modifica alla durata della detrazione fiscale per i lavori di ristrutturazione.

A partire dal 2024, il periodo utile per beneficiare delle detrazioni sarà esteso a dieci anni.

La lunga attesa

L’attesa per questa modifica era palpabile, aggravata dalla confusione e dai dettagli poco chiari che erano trapelati nei giorni precedenti dove il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, aveva lasciato intendere che l’emendamento avrebbe avuto effetti retroattivi, applicabili a tutti i crediti già maturati, generando allarme tra banche e imprese preoccupate per le ripercussioni sui loro piani di investimento.

Tuttavia, l’emendamento presentato chiarisce che le nuove disposizioni saranno retroattive solo per i crediti accumulati nei primi mesi dell’anno corrente. Per i crediti più datati, le condizioni rimarranno invariate. 

Nel testo dell’emendamento ci sono anche altre novità. I Comuni saranno parte attiva dell’attività di controllo nei cantieri in cui si effettuano lavori con il Superbonus. Dal 2028 ci sarà una ulteriore stretta per le agevolazioni per il recupero del patrimonio edilizio e riqualificazione energetica degli edifici. Infine, le banche e gli studi finanziari dal 2025 non potranno compensare i crediti del Superbonus con debiti previdenziali


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Le principali novità

Analizziamo nel dettaglio, con l’ausilio di una scheda riepilogative, le principali novità contenute nell’emendamento. Ricordiamo che le nuove regole non sono ancora in vigore, in quanto il testo dovrà essere discusso, eventualmente modificato viste le reazioni di alcuni partiti della maggioranza, e infine approvato.

L’iter di approvazione del decreto dovrebbe iniziare mercoledì 15 maggio.

Dl Superbonus: rate spalmate in dieci anni  La novità più rilevante dell’emendamento è la detraibilità delle spese per interventi con il Superbonus che si estenderà su dieci anni. Tale obbligo di spalmare i crediti del Superbonus su 10 anni riguarderà solo le spese sostenute nel 2024, quindi la retroattività della misura avrà un arco temporale limitato.

La norma “spalmacrediti” si applica non solo alle spese legate al Superbonus, ma anche Sismabonus e bonus barriere architettoniche. Sotto l’aspetto pratico: chi ha fatto lavori, usufruendo del Superbonus nel 2024, e pensava di recuperare i soldi in 4 o 5 anni, lo farà invece in 10 anni. Con questa misura, l’agevolazione fiscale diventa meno appetibile, visto l’arco temporale più lungo per il rimborso.

Inoltre, potrebbe disincentivare i proprietari di case/condomini a non fare dei lavori se non strettamente necessari. Secondo le stime, la detraibilità in dieci anni delle spese per interventi col Superbonus riguarda un ammontare di detrazioni fruibili pari a quasi 12 miliardi tra il 2024 e il 2025.

Stop alla compensazione per banche e assicurazioni  Nell’emendamento ci sono significative modifiche anche per le banche e le assicurazioni riguardo la gestione dei crediti di imposta. Dal 1 gennaio 2025, sarà vietato alle banche e alle assicurazioni compensare i crediti di imposta ottenuti tramite le opzioni di cessione del credito e di sconto in fattura con i contributi previdenziali, assistenziali, e i premi per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.

Inoltre, l’emendamento stabilisce che dal 2025 le rate annuali dei crediti di imposta derivanti dalle comunicazioni di cessione o di sconto in fattura saranno suddivise in sei rate annuali di pari importo. Tuttavia, per gli istituti che hanno acquistato le rate dei predetti crediti a un corrispettivo pari o superiore al 75% dell’importo delle corrispondenti detrazioni, la rateazione rimarrà di quattro anni.

Contributi a fondo perduto  Sono stati istituiti due fondi ad hoc: uno di 35 milioni per il 2025 per la riqualificazione nelle aree sismiche;un altro da 100 milioni per la riqualificazione energetica e strutturale da enti del terzo settore.
Controlli dei Comuni  I Comuni estenderanno le verifiche a tutte le agevolazioni, segnalando alle autorità competenti l’inesistenza degli interventi dichiarati. Ai Comuni spetterà il 50% di quanto riscosso.
Bonus ristrutturazioni Il bonus ristrutturazioni verrà ridotto: dal 2028 passerà dal 50% al 30%, anticipando una conferma del taglio già programmato al 36% per il prossimo anno. 



 

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