Verifiche della Commissione Antimafia su due candidati alle regionali in Abruzzo. Si tratta di Simona Fernandez, candidata con Alleanza Verdi Sinistra, e Vincenzo Serraiocco candidato con Noi Moderati.
Simona Fernandez risulta coinvolta in un procedimento con l’accusa di concorso in frode nelle pubbliche forniture. Serraiocco invece è accusato di concorso in bancarotta fraudolenta.
Lo ha annunciato la presidente dell’Antimafia, Chiara Colosimo, affermando che i due candidati “risultano in violazione del codice di autoregolamentazione” secondo quanto segnala la Commissione parlamentare Antimafia “in seguito alla verifiche svolte dalla Commissione”.
In particolare per Simona Fernandez “candidata al consiglio regionale per la lista Alleanza verdi sinistra – Abruzzo progressista e solidale – spiega Colosimo – risulta disposto il giudizio con decreto del Gip presso il Tribunale di Taranto (dibattimento in corso di svolgimento), per il reato di cui agli artt. 110, 356 c.p. (concorso nel reato di frode nelle pubbliche forniture), in violazione dell’articolo 1, comma 1, lettera b) del codice di autoregolamentazione”.
Nei confronti di “Vincenzo Serraiocco, invece, candidato al consiglio regionale per la lista Noi moderati” con “decreto del Gup presso il tribunale di Pescara – dice ancora Colosimo – è stato disposto il giudizio (dibattimento in corso di svolgimento) per il reato di cui agli artt. 81, 110 c.p., 216, comma 1 e 2 e 223, legge fallimentare (concorso in reato continuato di bancarotta fraudolenta) in violazione dell’articolo 1, comma 1, lettera o) del codice di autoregolamentazione”.
“Io – è la replica di Simona Fernandez – mi riconosco un’unica responsabilità: aver denunciato e documentato alla Guardia di Finanza, con il relativo sonoro, un evidente tentativo di corruzione nei miei confronti da parte di un funzionario pubblico relativo al ruolo che ricoprivo allora. Se questo è un reato ne sono orgogliosa. Per quanto riguarda il processo aperto successivamente per una presunta “frode in appalto” non solo nego ogni mia responsabilità ma è dal 2017 che aspetto che il Tribunale di Taranto affronti la questione come ho più volte richiesto”.
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