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Una nuova inchiesta scuote  la politica pugliese. L’assessore al Bilancio del Comune di Bari, Alessandro D’Adamo, è indagato dalla Procura europea per concorso in truffa aggravata per le erogazioni pubbliche ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. Le indagini sono condotte dalla guardia di finanza. Gli indagati avrebbero beneficiato dei contributi europei erogati nell’ambito del programma “Garanzia giovani” attraverso alcuni enti di formazione. 
Gli investigatori hanno notificato questa mattina un decreto di perquisizione domiciliare  nei confronti di 2 persone residenti a Bari di alcuni enti a loro riconducibili, emesso dalla Procura Europea – sede di Roma.  Tra gli indagati (tre in tutto) l’assessore al Bilancio del Comune di Bari, Alessandro D’Adamo del partito Sud al Centro, lo stesso movimento dell’ex assessore regionale Anita Maurodinoia, (poi passata nel Pd) indagata in un’altra inchiesta che ha portato all’arresto del marito Alessandro Cataldo. 

Fondi per 8,8 milioni

D’Adamo è titolare di un istituto di formazione, la scuola Kronos, tramite cui – secondo la Procura – riusciva ad ottenere finanziamenti. Le ipotesi di reato contestate sono truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche ed emissione di fatture per operazioni inesistenti per fatti commessi in Bari dal 2019 al 2022. Secondo quanto emerso dalle indagini, avrebbe ricevuto fondi europei per 8,8 milioni di euro per organizzare corsi di formazione per combattere la disoccupazione e garantire l’integrazione dei giovani nel mondo del lavoro. La maggior parte dei corsi, ritengono gli inquirenti, non si sarebbe però svolta.  Il sindaco Decaro ha provveduto a ritirare la delega all’assessore, spiegando che «l’esercizio di importanti funzioni pubbliche quali quelle di assessore deve essere privo di qualsiasi sospetto. È un dovere nei confronti dei cittadini e consente agli interessati di potersi difendere liberamente». 

L’inchiesta

L’operazione si inserisce in un’articolata attività di indagine, coordinata dalla Procura europea delegata al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Bari – che, secondo l’impostazione accusatoria, ha rivelato la sussistenza di gravi indizi di reato in ordine alle attività svolte da associazioni che rispondono per i profili di responsabilità amministrativa degli enti, con sede legale nel capoluogo e diverse unità locali nel territorio pugliese, riconducibili ai due  indagati, impegnate del settore della formazione professionale, del contrasto alla disoccupazione e dell’inserimento nel mondo del lavoro dei giovani e dell’istruzione, beneficiarie di contributi comunitari erogati nell’ambito del programma «Garanzia Giovani». 

 

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