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In arrivo il Piano Salva Casa. Questo è quanto si apprende da diverse fonti stampa, che nelle ultime 48 ore hanno diramato notizie più dettagliate in merito ai possibili illeciti edilizi sanabili col Piano Salva Casa. 

Il Ministro Salvini, precisa che non sarà un condono ma servirà solo a sanare piccole irregolarità. Tuttavia, ci sono i rilievi del Quirinale, che sconsiglia lo strumento del decreto-legge in quanto materia non urgente, invitando a fare un Disegno di legge su tale materia.

Le dichiarazioni del Ministro Salvini

Il Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini, in occasione di un’intervista rilasciata sul quotidiano Affaritaliani.it, ha precisato che il nuovo decreto che entrerà in Consiglio dei ministri mercoledì 22 maggio sarà “a vantaggio di milioni di proprietari che così potranno regolarizzare piccole anomalie” precisando che “a differenza di quanto affermato dalle opposizioni, non è un condono. La maggioranza delle case degli italiani ha piccoli problemi interni, bagnetti, finestre, verande, soppalchi, tende. Milioni di case di italiani sono bloccate della burocrazia, il nostro obiettivo è sanare queste piccole irregolarità interne“.

I tre livelli crescenti di irregolarità

Il piano Salva Casa si articola su tre livelli crescenti di irregolarità, mirati a sanare differenti tipologie di difformità edilizie e considera anche le tolleranze costruttive.

Livello Descrizione Esempi
I° Livello Problemi di natura formale: errori di rappresentazione nel progetto corretti in cantiere, causando disallineamento tra progetto autorizzato e realtà. Una finestra presente sul progetto e poi mai realizzata.
Il° Livello Difformità interne non solo formali. Prima del 1977 non erano richieste tutte le planimetrie: bastava un “piano tipo”. Modifiche successive non sempre dichiarate diventano sanabili. Modifiche interne non dichiarate nel corso degli anni, causando stratificazioni di elementi su elementi.
IlI° Livello Difformità sanabili al momento della realizzazione ma non più regolarizzabili a causa del meccanismo della doppia conformità. Elementi conformi alle regole del momento di realizzazione ma non a quelle attuali.
Tolleranze costruttive Margini di errore legittimi rispetto a quanto dichiarato, attualmente pari al 2%, con possibilità di incremento differenziato a seconda degli immobili. Differenza minima tra dimensioni dichiarate e reali di un elemento costruttivo.

Illeciti edilizi sanabili

I possibili illeciti edilizi sanabili includono varie tipologie di difformità. Ecco un elenco su potenziali irregolarità che potrebbero essere sanate e quelle escluse

Tipologia Descrizione
Illeciti formali Lavori effettuati prima del 1977 quando non esistevano varianti in corso d’opera.
Tolleranze costruttive e parziali difformità Sanabili entro scostamenti e parametri contenuti.
Piccole differenze costruttive Differenze rispetto al titolo abilitativo come minor dimensionamento dell’edificio o mancata realizzazione di elementi architettonici non strutturali (ad esempio finestre e balconi costruiti prima del 1977).
Difformità non sanabili con doppia conformità Istituzione della singola conformità.
Esclusione per edifici in zone vietate Non sanabili gli edifici costruiti in aree con vincoli di inedificabilità.
Regolarizzazione interventi non pesanti Possibilità di regolarizzare interventi non eccessivamente impattanti che non richiedono titolo abilitativo (ad esempio tende da esterno).
Cambi d’uso tra categorie omogenee Regolarizzazione con semplice sanzione pecuniaria, esclusi i cambi tra categorie primarie.

Chi paga?

Per regolarizzazione le difformità edilizie si dovranno sborsare dei soldi: non sarà certamente un’operazione gratuita per i proprietari di immobili. L’idea è di applicare un costo proporzionale alle difformità riscontrate, con tariffe crescenti: più le violazioni si discostano dalle norme edilizie vigenti, più si pagherà. 

Secondo alcune stime preliminari circolate, i Comuni potrebbero ricavare tra gli 8 e i 10 miliardi di euro dall’applicazione di questa misura. Questi introiti potrebbero rappresentare una fonte significativa di finanziamento per le amministrazioni locali, che potrebbero reinvestire in altri progetti tipo rigenerazione urbana quale potenziale volano per lo sviluppo urbano e infrastrutturale.

Il meccanismo proposto prevede una serie di parametri per il calcolo delle sanzioni, tra cui: 

  • la gravità della difformità; 
  • la dimensione dell’immobile; 
  • l’impatto ambientale e urbanistico delle violazioni; 
  • la recidività dei trasgressori. 

Le sanzioni saranno progressive, aumentando in maniera proporzionale all’entità delle irregolarità. 

Per avviare la procedura di sanatoria, i proprietari degli immobili dovranno presentare una richiesta di regolarizzazione al Comune competente, allegando tutta la documentazione necessaria per la valutazione delle difformità. 

Le amministrazioni comunali, una volta ricevuta la richiesta, provvederanno ad effettuare le verifiche necessarie e a calcolare l’importo della sanzione da applicare. Il proprietario dovrà quindi versare l’importo stabilito per poter ottenere il certificato di conformità edilizia.



 

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