Secondo una recente elaborazione Istat, essere single in Italia costa più che vivere in coppia. Gli 8,3 milioni di italiani single spendono in media 571 euro al mese in più rispetto a una coppia che condivide una casa, con tutte le spese per vivere e per pagare mutui, affitti o bollette. Ma come se la passano le famiglie numerose?
La risposta arriva dagli algoritmi delle banche che adottano i criteri per concedere un prestito per l’acquisto di una casa. Un mutuo che diventa sempre più difficile da ottenere. Ecco come funziona questo sistema di calcolo.
Crollano le famiglie numerose in Italia
Gli ultimi dati Eurostat diffusi qualche giorno fa mostrano una tendenza in calo del numero di famiglie di medie-grandi dimensioni in Europa. Per quanto riguarda l’Italia si parla di un vero e proprio crollo, perché nel 2022 i nuclei con 3 o più figli minori erano poco più di 440mila, mentre in Francia, Germania e Svezia le famiglie con 3 o più figli sono persino aumentate.
Il dato più interessante è che nel resto d’Europa, la forbice demografica si sta polarizzando tra single (sempre più numerosi) e coppie in aumento che, se desiderano avere figli, cercano di averne più della media. È probabile che le politiche sociali e gli incentivi a sostegno di single e famiglie numerose abbiano incentivato queste due tipologie di famiglie.
In Italia invece le cose stanno diversamente, e a preoccupare giovani single e famiglie numerose è il costo della vita, in particolare i mutui e le spese per arrivare a fine mese. E se un mutuo agevolato per giovani under 36 nel 2024 sarà più oneroso, per le famiglie numerose l’accesso al prestito per l’acquisto della casa sembra un miraggio.
Come funziona il mutuo famiglie numerose
Alfredo Caltabiano, presidente dell’Associazione nazionale famiglie numerose (Anfn) ha criticato il meccanismo adottato dalle banche per concedere il mutuo casa. Il sistema si basa sugli algoritmi matematici, e segue criteri che, secondo l’Anfn penalizzano proprio le famiglie con più figli e i nuclei numerosi.
Tra gli indici per valutare la concessione o meno di un mutuo, le banche prendono in considerazione i seguenti fattori:
- Stabilità della situazione lavorativa;
- Affidabilità dimostrata nel saldare i debiti;
- Reddito netto del nucleo familiare;
- Valutazione dell’immobile e quota (solitamente non superiore all’80%) che si intende coprire con il mutuo;
- Garanzie da parte di soggetti terzi.
L’algoritmo subentra dopo queste precise valutazioni, e calcola:
- La capacità di rimborso del mutuo (determinata dal rapporto tra il reddito e l’ammontare di ciascuna rata);
- La capacità di rimborso di altri eventuali finanziamenti.
Il rapporto tra reddito e debito da rimborsare non dovrebbe superare il 30-35% del reddito netto mensile complessivo della famiglia numerosa che richiede il mutuo.
L’Anfn contesta la rigidità dei limiti stabiliti dalle banche e dei criteri rispetto all’indice di povertà o alla quota di sussistenza, che penalizzerebbero le famiglie numerose, dove sono presenti tre o anche quattro o più figli.
Mutuo famiglie numerose 2023: cosa fare?
Il 2023 ha registrato un calo delle richieste di mutui per comprare casa, scoraggiate in parte dagli aumenti dei tassi di interesse decisi dalla Bce per contenere l’inflazione. Alcune famiglie si sono viste la rata quasi raddoppiare in pochi mesi, innescando un corto circuito che sembra penalizzare proprio quelle famiglie numerose che i governi vorrebbero incoraggiare.
A tal proposito, Anfn propone la costituzione di un fondo di garanzia per mutui, surroghe e rinegoziazioni da stanziare nella legge di Bilancio 2024. L’associazione ha annunciato di voler proseguire nel tentativo di incontrare istituzioni e banche per trovare una soluzione sulla questione algoritmi.
Ma la posizione delle banche sembra irremovibile. Giuliano Xausa, segretario nazionale della Federazione autonoma bancari italiani, fa sapere che “in nuclei familiari composti da molti membri tendenzialmente si registra un reddito medio-basso, anche perché non sempre entrambi i genitori riescono a lavorare proprio per badare ai figli”.
“Ciò che interessa alle banche – osserva Xausa – non è il numero di figli, ma la capacità di spesa e di rimborso di un debito. I requisiti sono inderogabili. Può certamente essere di auspicio, considerando anche il ruolo sociale degli istituti di credito, prestare una particolare attenzione alle famiglie numerose che chiedono l’erogazione di un mutuo”.
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