Il trattamento integrativo sull’Irpef in busta paga, l’ex bonus Renzi riformato dai governi Conte II e Draghi, potrebbe essere “tolto” a molti contribuenti con l’invio del 730. Il contributo, prima da 80 e poi da 100 euro al mese, è stato infatti riassorbito nelle detrazioni da lavoro dipendente per l’anno d’imposta 2022, quello a cui fa riferimento l’attuale dichiarazione dei redditi. Le regole per averlo sono quindi cambiate.
Dallo scorso 11 maggio è possibile accettare, modificare ed eventualmente inviare il modello precompilato del 730 dal sito dell’Agenzia delle Entrate. Prima si manda, registrando tutte le spese, prima si ottengono gli eventuali conguagli. Si tratta della differenza tra quanto è dovuto al Fisco e quanto spetta. Vista la riforma del trattamento integrativo, se questo è stato concesso dai datori, ma in realtà non spettava, in alcuni casi può essere tolto, con il Fisco che può chiedere i soldi indietro. L’arrivo dei rimborsi o degli avvisi di pagamento dipendono dalla data di presentazione della domanda.
Le novità sul trattamento integrativo (ex bonus Renzi)
Come emerso anche dalle ultime circolari dell’Agenzia delle Entrate, pubblicate il 19 giugno, con le istruzioni per Caf e contribuenti, ci sono quest’anno delle novità sul trattamento integrativo. Le circolari n. 14/E e la 15/E contengono tutte le istruzioni su detrazioni, deduzioni e crediti d’imposta. L’appuntamento con la maxi circolare è annuale ed è frutto del lavoro dell’Agenzia, ma anche della Consulta nazionale dei Caf.
I quasi 1.200 euro dati in busta paga dal 1° gennaio 2022 verranno pienamente riconosciuti a chi ha un reddito fino a 15mila euro. Chi è nella fascia 15mila-28mila (la soglia massima per ricevere l’aiuto), invece, per non vedersi i soldi sottratti dopo l’invio della dichiarazione dei redditi 2023 deve soddisfare questa condizione: la somma delle detrazioni deve essere inferiore all’imposta lorda dovuta.
Quando deve essere restituito il bonus
Se le detrazioni superano l’imposta lorda, non spetta più tutto l’ex bonus Renzi. In questo caso, come recita la norma, «il trattamento integrativo è riconosciuto per un ammontare non superiore a 1200 euro, determinato in misura pari alla differenza fra la somma delle detrazioni e l’imposta lorda». Quindi ad alcuni potrebbero essere chiesti indietro parte di quei 1200 euro, ad alcuni addirittura tutti. Tutto dipende da quante spese si portano in detrazione con la dichiarazione dei redditi.
Come si paga l’eventuale debito con il Fisco
Dalle spese sanitarie a quelle per le ristrutturazioni passando per le rette scolastiche e molti altri oneri che danno diritto a sconti fiscali: oltre un miliardo e 300 milioni i dati ricevuti a sistema per predisporre i modelli di quest’anno e semplificare l’adempimento per i cittadini.
Se c’è un debito da 730, come nel caso dell’eventuale restituzione del trattamento integrativo, il prospetto è già visibile nel modello precompilato. Se quindi ci sono imposte da versare o restituire viene anche messo a disposizione del contribuente il modello F24 già compilato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link
Informativa sui diritti di autore
La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?
Clicca qui