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Nel 2023, a livello nazionale, il numero complessivo di nuove procedure fallimentari aperte (sommando le liquidazioni giudiziali ai fallimenti ante riforma del Codice della Crisi e dell’Insolvenza-CCII) è aumentato del 26%, con 7.737 pratiche sopravvenute suddivise in 7.305 liquidazioni giudiziali e 432 fallimenti, rispetto ai 6.159 fallimenti del 2022, tornando così sui volumi del 2020 e 2021. Lo calcola Cherry Sea, l’osservatorio realizzato da Cherry srl che ha analizzato l’attività complessiva dell’anno 2023 dei tribunali fallimentari nazionali con un focus sulle prime venti sezioni per volume di attività, ovvero: Bari, Bergamo, Bologna, Brescia, Busto Arsizio, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Milano, Modena, Monza, Napoli, Padova, Roma, Torino, Treviso, Venezia, Verona e Vicenza (si veda qui il comunicato stampa).

Dell’osservatorio sulla giustizia fallimentare di Cherry srl, fintech che fornisce servizi basati su intelligenza artificiale agli operatori del credito, è co-fondatore l’ex ad di Banca Ifis Giovanni Bossi (oggi a capo di Cherry Bank).

Prendendo in considerazione quindi sia fallimenti sia liquidazioni giudiziali, e analizzando i singoli tribunali allo studio, è emerso che nel corso del 2023 Milano si conferma al primo posto per complessivi procedimenti aperti (638, +39% sul 2022), seguita da Roma (629, -2%) e Torino (265, +49%), mentre in coda si trovano Cagliari (100, +85%), Vicenza (101, -22%) e Bologna (104, +21%). L’aumento percentuale maggiore si registra però nei tribunali di Busto Arsizio (+152% a fronte di 126 procedure totali, di cui 1 solo fallimento e 125 liquidazioni giudiziali) e Modena (+103% con nessun fallimento, ma 130 liquidazioni giudiziali). All’inverso, il Tribunale di Catania registra un importante calo del 9%, unico tribunale insieme a quello di Roma a registrare una diminuzione tra il 2023 ed il 2022.

A livello regionale, in valore assoluto delle 7.737 nuove pratiche 1.595 provengono dalla Lombardia, 993 dal Lazio e 673 dal Veneto, mentre in coda si trovano Molise (43), Basilicata (52) e Trentino-Alto Adige (64). In termini di variazione percentuale, invece, il Friuli- Venezia Giulia risulta essere la prima regione in relazione all’apertura complessiva sia di fallimenti che liquidazioni giudiziali (+85% sul 2022), mentre la Calabria quella con il calo più importante (-6%).

In relazione allo stock di fallimenti e liquidazioni giudiziali pendenti, invece, nel 2023 questo si assesta a complessivi 55.907 (-8% sul 2022). In particolare, le liquidazioni giudiziali pendenti a fine 2023 risultano essere 8.232, mentre i fallimenti 47.675 (-21% sul 2022). Nel contesto delle sole procedure “fallimentari”, il Tribunale di Firenze registra un +42% di procedimenti chiusi nel 2023, seguito da Napoli (+34%) e Bari (+30%), mentre Cagliari con un -33% è il Tribunale con il calo maggiore seguito da quelli di Treviso e Venezia (entrambi -29%).

Analizzando i dati 2023 provenienti dai Tribunali all’esame, in relazione alle sole liquidazioni giudiziali aperte, quello di Milano risulta primo con 627 pratiche sopravvenute, seguito da Roma (502), Torino (258) e Brescia (235), mentre in coda troviamo Cagliari (94), Vicenza (99) e Bologna (102). Guardando invece a livello regionale, nel 2023 si segnalano 7.305 liquidazioni giudiziali sopravvenute. Nel dettaglio, la Lombardia risulta prima con 1.565 nuove pratiche aperte, seguita dal Lazio (843), dal Veneto (650) e dalla Campania (649), mentre i dati più bassi raccolti si confermano essere in Molise (38), Basilicata (48) e Trentino-Alto Adige (63).

In relazione ai soli fallimenti aperti nel 2023 (pratiche ancora non soggette alla riforma CCII) delle 432 procedure risultanti in tutta Italia più di un terzo, ovvero 150, si sono registrate nei tribunali fallimentari della regione Lazio. Seguono la Sicilia con 38, la Puglia con 31 e la Lombardia con 30. Diversamente, a livello locale il Tribunale di Roma guida la classifica con 127 nuove procedure aperte quali strascichi dell’anno 2022, seguito a distanza da Milano con 11 e poi Bari, Padova e Torino con 7. Al contrario, Genova, Modena e Napoli si distinguono per essere gli unici Tribunali a non aver aperto alcun fallimento nel corso dell’anno.

“Il 2023 è stato il primo anno completo che ha visto all’opera le varie dinamiche giuridiche legate al Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza che, di fatto, sta portando al progressivo abbandono delle vecchie procedure fallimentari in favore delle liquidazioni giudiziali pendenti”, ha detto Giacomo Fava, Lead AI Engineer di Cherry srl. Ciò conferma l’andamento riscontrato a metà del 2023, che evidenziava un crollo del 95% dei fallimenti (si veda altro articolo di BeBeez), mentre in tutto il 2022, secondo quanto ricostruito da BeBeez,  si sono riscontrate in totale 3022 nuove procedure fallimentari.

“Questo senza mostrare particolari segni di miglioramento, rispetto agli anni precedenti, nei volumi di procedure aperte in relazione ad aziende in crisi o comunque in gravi difficoltà, anche se il numero di fallimenti definiti è migliore rispetto al passato tanto da aver comportato una diffusa diminuzione delle procedure fallimentari. Guardando a questo 2024, invece, l’obiettivo del nostro Osservatorio è analizzare le prime tempistiche di chiusura delle liquidazioni giudiziali per comprendere finalmente nel profondo l’impatto complessivo della riforma CCII sulla giustizia” ha aggiunto Fava.

Ricordiamo che in Italia, nel corso dei primi otto mesi dell’anno, il numero complessivo di nuove procedure aperte nei tribunali (sempre sommando le liquidazioni giudiziali ai fallimenti ante riforma del Codice della Crisi e dell’Insolvenza-CCII) risultava in aumento del 9% a fronte di 2.628 pratiche sopravvenute, suddivise in 2.435 liquidazioni giudiziali e193 fallimenti in cui più dei due terzi del totale (pari a 131, di cui 121 nel solo primo quadrimestre dell’anno) registrate nel solo Tribunale di Roma (si veda altro articolo di BeBeez).

 

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