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La Tasi è andata in pensione nel 2020, ma chi non ha pagato Imu e Tasi da tre, cinque o anche da dieci anni può incorrere in un procedimento da parte del Comune e dell’Agenzia delle Entrate.

Non a caso la domanda che si fanno molti contribuenti è: come funziona la prescrizione dell’Imu, esiste un calcolo, una differenza tra prescrizione e decadenza della cartella esattoriale?

La risposta viene da una sentenza della Corte di Cassazione, che ha fatto chiarezza sui tempi entro cui il Comune può richiedere il mancato pagamento delle tasse sulla casa.

Se il contribuente non paga le imposte sulla casa, secondo i codici tributo Imu corrispondenti, su uno degli immobili di sua proprietà può incorrere in un procedimento da parte del Comune che “iscrive al ruolo” l’imposta e la comunica all’Esattore per la riscossione ossia per l’avvio delle pratiche necessarie al pignoramento.

A incaricarsi del pignoramento per il mancato pagamento di Imu e Tasi è l’Agenzia Entrate Riscossione, a meno che il Comune non abbia stipulato una convenzione con altro esattore. Al contribuente viene notificata una cartella di pagamento.

Imu prescrizione, cosa c’è da sapere

Anche per Imu e Tasi il termine di prescrizione è di cinque anni. Ciò comporta che se la cartella di pagamento viene notificata dopo tale termine non va pagata (sempre e quando sia stata impugnata davanti al giudice e che questo l’abbia annullata, altrimenti, anche se illeggitima, diventa definitiva).

La sentenza n 28576/17 del 29/11/2017 fa un passo avanti rispetto a quanto stabilisce la legge e specifica entro quanto tempo interviene la prescrizione Imu e Tasi. Il termine che prescrive la cartella di pagamento, secondo quanto stabilisce la Cassazione, è lo stesso di quello fissato per il tributo, ovvero cinque anni.

Se l’Agenzia delle Entrate Riscossione non avvia gli atti di pignoramento entro tale forbice di tempo, né sollecità il pagamento con una intimidazione, si verifica la prescrizione e il contribuente non deve versare niente al Comune per il mancato pagamento di Imu e Tasi.

Imu non pagata dopo cinque anni

Il termine di cinque anni per l’Imu non pagata è un termine che fa riferimento alla decadenza e non alla prescrizione. Questo vuol dire che il Comune ha cinque anni di tempo per contestare l’inadempimento del contribuente attraverso un avviso di accertamento. Se l’avviso viene spedito dopo sette anni, il Comune non potrà più far valere la propria pretesa. Nel caso in cui, invece, il proprietario dell’immobile facesse ricorso contro l’avviso di pagamento e perdesse la causa, il termine di prescrizione diventa di dieci anni, perché a fare testo non è più la cartella, ma il provvedimento del giudice.

Diversa è la prescrizione. Il calcolo della prescrizione infatti è particolare: si azzerra e inizia infatti a decorrere ogni volta che il cittadino riceve un avviso di accertamento da parte del Comune.

Prescrizione Imu: esempio

La prescrizione è pari a 5 anni, ma la legge stabilisce che è possibile da parte del Comune richiedere il pagamento entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui tale versamento avrebbe dovuto avere luogo. 

Per fare un esempio pratico sulla prescrizione Imu, il 31 dicembre 2023 è l’ultimo giorno utile per richiedere il pagamento dell’Imu 2016. Ma attenzione però se in questo lasso di tempo è stato inviato un avviso di pagamento, il termine di prescrizione si azzerra e torna a iniziare. 

 

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