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Il 2023 è alle battute finali: ci sono precisi limiti da rispettare nell’arco del periodo d’imposta per beneficiare dell’esenzione dei bonus riconosciuti ai dipendenti per il rimborso delle bollette, ma non solo. Le regole da considerare per il calcolo entro la scadenza di fine anno

I bonus riconosciuti ai dipendenti in busta paga per il rimborso delle bollette, o anche sotto forma di beni e servizi, non concorrono alla formazione del reddito: l’esenzione, però, è applicabile entro determinati limiti che restano in vigore fino alla scadenza di fine anno.

Per il 2023, in caso di figli a carico, si arriva fino a 3.000 euro, ma per essere certi di accedere all’agevolazione vale la pena riepilogare alcune regole di calcolo. Il superamento, infatti, determina l’imponibilità di tutto l’importo erogato dal datore di lavoro.

Nuove soglie sono in cantiere per il prossimo anno con la Legge di Bilancio 2024 che dovrà essere approvata entro l’anno dal Parlamento.

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Bonus dipendenti: i limiti da rispettare entro la scadenza del 2023

I bonus riconosciute alle lavoratrici e ai lavoratori dipendenti dal datore di lavoro sotto forma di retribuzione aggiuntiva non vengono calcolati nel reddito imponibile.

Possono beneficiare dell’esenzione fiscale i cosiddetti fringe benefit: i compensi in natura che consistono nella concessione in uso di beni e servizi e, grazie alle novità degli ultimi anni, anche le somme erogate per il pagamento o il rimborso delle bollette di acqua, luce e gas.

Il trattamento agevolato, però, si applica entro determinati limiti: a regime la cifra che non concorre alla formazione del reddito nell’arco di un anno è pari a 258,23 euro, ma per il 2023 è stata portata a 3.000 euro per i lavoratori e le lavoratrici dipendenti con figli a carico.

Più volte si è discusso di modificare l’importo, ma per ora le modifiche hanno sempre avuto carattere temporaneo. Per il 2022, ad esempio, la soglia è stata portata a 600 euro per tutti e tutte.

Per il 2024 è in cantiere una modifica per portare a 1.000 euro il limite di esenzione per la generalità dei dipendenti e di confermare una cifra più alta, ma pari a 2.000 euro, in caso di figli o figlie a carico.

Individuare l’importo esatto è fondamentale: il superamento della soglia prevista, infatti, determina una perdita dell’esenzione per tutte le somme ricevute e non solo per l’eccedenza.

Alla luce delle continue modifiche alla normativa e alla necessità di effettuare il calcolo delle cifre ricevute in vista della scadenza del 2023, vale la pena riepilogare le regole e gli importi attualmente previsti.

Tipologia di dipendenti Limite bonus 2023
Lavoratrici e lavoratori con figli o figlie 3.000 euro (valido anche per i bonus di rimborso o pagamento delle bollette) + 200 euro per i buoni benzina
Altri dipendenti 258,23 euro + 200 euro per i buoni benzina

Entrambi i genitori beneficiano della soglia più alta quando il figlio o la figlia è fiscalmente a carico di entrambi.

In queste cifre, va precisato, non rientrano i buoni benzina fino a 200 euro previsti dall’articolo 1 del DL numero 5 del 2023, che possono essere considerati come aggiuntivi.

Bonus dipendenti, anche per le bollette: le regole di calcolo previste entro la scadenza del 2023

L’esenzione dei bonus erogati ai dipendenti, anche per le bollette con le ultime novità, è regolata dall’articolo 51 del TUIR, Testo Unico delle Imposte sui Redditi.

“Non concorre a formare il reddito il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati se complessivamente di importo non superiore nel periodo d’imposta a lire 500.000 (258,23 euro)”.

Con l’intervento previsto dall’articolo 40 del Decreto Lavoro, la cifra arriva a 3.000 euro per alcuni beneficiari e alcune beneficiarie, considerando anche le “somme erogate o rimborsate ai medesimi lavoratori dai datori di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale”.

Per non perdere il diritto all’esenzione, quindi, è necessario considerare il valore totale dei fringe benefit ricevuti nell’arco del 2023 con le differenze tra le diverse categorie di dipendenti.

Il calcolo, quindi, deve essere effettuato tenendo conto dei bonus relativi al periodo d’imposta 2023: secondo il principio di cassa allargato, si considerano percepiti nel periodo d’imposta anche le somme e i valori corrisposti anche dopo la scadenza del 31 dicembre, ma entro il 12 gennaio 2024.

Per ottenere il risultato effettivo, poi, in caso di più rapporti di lavoro la verifica della soglia va effettuata tenendo conto dei fringe benefit erogati da tutti i datori di lavoro.

In caso di superamento del limite di 258,23 euro o di 3.000 euro nell’arco del 2023, il totale dei bonus concorre alla formazione del reddito imponibile.

Le regole prevedono l’applicazione della ritenuta fiscale nel periodo di paga in cui è superata la soglia e fin dal primo periodo di paga, se il superamento risulta chiaro e certo.

In relazione all’imminente fine del 2023, va ricordato anche che per beneficiare del limite più generoso “la condizione di figlio fiscalmente a carico deve essere verificata appurando, in particolare, il superamento o meno del limite reddituale alla data del 31 dicembre 2023”.

Si considerano a carico i figli con un reddito non superiore a euro 2.840,51, elevato a 4.000 euro fino ai 24 anni.

Entro la scadenza del 2023, quindi, sono diversi i fattori da considerare per essere certi di poter escludere dal reddito imponibile i bonus erogati dal datore di lavoro.

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