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Il fact-checking de lavoce.info passa al setaccio le dichiarazioni di politici, imprenditori e sindacalisti per stabilire, con numeri e fatti, se hanno detto il vero o il falso. Questa volta tocca a Giulio Tremonti: davvero il centrodestra non ha più fatto condoni dal 1995, mentre il centrosinistra ne ha fatti molti?

Mercoledì 31 agosto, l’ex ministro Giulio Tremonti, ora candidato con Fratelli d’Italia, ha dichiarato in un’intervista a “L’aria che tira” su La7: “L’ultimo condono fatto in Italia fu nel ‘95/’96. Da allora noi non ne abbiamo fatti, i governi di sinistra ne hanno fatti tantissimi. […] Non ci crede? Guardi [i dati de]gli artigiani di Mestre, che sono più seri di Letta.

Giulio Tremonti è stato ministro durante tutti i governi Berlusconi: delle finanze nel primo, dell’economia e delle finanze dal 2001 al 2004 e dal 2005 al 2006 (buona parte di secondo e terzo) e di nuovo dal 2008 al 2011 (quarto). È stato quindi protagonista della politica economica del centrodestra di governo.

I condoni negli ultimi trent’anni

I condoni sono una costante della politica fiscale italiana: secondo la Banca d’Italia, dall’Unità al 2010 se ne sono avuti 82. Se prima del 1972 si abbuonavano solo le penali, dal 1973 il condono ha acquisito il suo significato contemporaneo, con la parziale cancellazione anche del debito d’imposta (le tasse dovute). Sono affini ma non completamente sovrapponibili i provvedimenti di “rottamazione”, che prevedono la possibilità di rateizzare i debiti con il fisco vedendosi abbuonate le sole penali.

Tremonti cita a sostegno delle sue affermazioni la Cgia di Mestre, che in una sua elaborazione si basa a sua volta sui dati Istat sulle entrate da condoni fiscali. La figura 1 usa gli stessi dati Istat per ricostruire la serie storica del gettito da condoni dal 1995 in poi; per il periodo precedente, sono stati utilizzati direttamente i dati riportati da Cgia. I picchi nelle entrate corrispondono generalmente al primo anno di piena efficacia di una misura di condono, il cui anno di entrata in vigore è indicato dalle linee rosse.

L’ex ministro cita correttamente il condono del 1995 (il “concordato”), approvato dall’allora governo Dini con un decreto-legge che riprendeva analoghi decreti-legge di fine 1994 (governo Berlusconi I) e inizio 1995 scaduti prima della conversione. Non fu però l’ultimo: dopo una pausa durante i successivi governi di centrosinistra, il governo Berlusconi II approvò nel 2001 lo scudo fiscale, seguito dalla sanatoria fiscale del 2003 (legge 289/2002). Il successivo condono, di nuovo denominato scudo fiscale, risale al 2009, con il governo Berlusconi IV.

Negli anni successivi, si segnalano altri quattro condoni. Nel 2015, il governo Renzi approvò la voluntary disclosure per l’emersione dei capitali all’estero. Nel 2018, il governo Conte I introdusse il “saldo e stralcio”, che prevedeva la possibilità di saldare solo una parte dei debiti fiscali ed estinguere la parte rimanente per soggetti in difficoltà economiche. Sempre nel 2018, furono anche annullati i debiti inferiori a 1000 € relativi al periodo tra il 2000 e il 2010. Infine, nel 2021 il governo Draghi annullò i debiti fino a 5000 € relativi allo stesso periodo (decreto Sostegni). Nello stesso periodo, furono anche adottati provvedimenti di rottamazione: nel 2016, dal governo Renzi; nel 2017, con la “rottamazione-bis”, dal governo Gentiloni; e nel 2018, con la “rottamazione-ter”, dal governo Conte I.

In definitiva, il centrosinistra ha adottato un condono vero e proprio (la voluntary disclosure) e due misure di rottamazione. Il centrodestra, invece, ha promosso quattro condoni. Questa evidenza contrasta con le affermazioni di Tremonti secondo cui dal 1995 “noi non ne abbiamo fatti”, mentre “i governi di sinistra ne hanno fatti tantissimi”. Inoltre, i condoni del centrodestra sono stati quelli con la platea più ampia e le maggiori entrate degli ultimi decenni (in particolare la sanatoria fiscale del 2003).

Il verdetto

L’ex ministro Tremonti ha sostenuto che dal 1995 il centrodestra non abbia fatto condoni, mentre la sinistra vi avrebbe fatto ricorso numerose volte. Tuttavia, l’analisi dei provvedimenti adottati smentisce questa ricostruzione. Le affermazioni di Tremonti sono perciò FALSE.

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Marco Visentin

Studente al MSc in Economic and Social Sciences all’Università Bocconi. Laureato triennale in Economic and Social Sciences con una tesi sugli schemi di cassa integrazione nei paesi europei e la loro espansione durante la crisi pandemica. Socio del think tank Tortuga.

 

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