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Con sentenza 2836 pubblicata lo scorso 6 settembre 2022 la Corte d’Appello di Milano ha stabilito un principio che, a modo suo, è rivoluzionario: infatti ha riconosciuto la vessatorietà della clausola “Floorapplicata ai mutui a tasso variabile, aprendo ai titolari la possibilità di ottenere la restituzione di significative quote di interessi.

Per il ricalcolo del piano di ammortamento del mutuo a tasso variabile sterilizzando la clausola “Floor” e calcolo del valore degli interessi addizionali che la stessa clausola ha generatoti segnaliamo il nostro tool in excel Ricalcolo mutuo francese con clausola Floor (Excel)

1) Mutui a tasso variabile: cosa è la clausola FLOOR

Nei mutui a tasso variabile la componente interessi di ciascuna rata viene calcolata applicando un tasso che di volta in volta è ottenuto a partire da un parametro base che è il tasso Euribor, un valore di riferimento del sistema interbancario europeo che gli istituti creditizi utilizzano per regolare i rapporti a breve termine fra di loro.

Esistono diverse versioni dell’Euribor, relative alla durata delle operazioni: 

  • ad 1 mese, 
  • a 3 mesi, 
  • a 6 mesi 
  • e a 12 mesi.

Nella concessione di credito rateale alle controparti non bancarie il tasso Euribor viene aumentato di una percentuale fissa, lo spread, che di fatto rappresenta la remunerazione che la banca consegue dai mutui.

Per esempio, in presenza di un Euribor dello 0,5% e di uno spread dell’1,7%, il tasso complessivamente applicato al mutuo sarà pari al 2,2%.

Quasi senza eccezione, tuttavia, i mutui a tasso variabile contengono una clausola particolare denominata “Floor”, che fissa un limite minimo al valore che può assumere il tasso complessivo.

In presenza di un Floor del 3%, nell’esempio precedente il tasso complessivo risulterebbe pari proprio al 3%, anche se la somma Euribor + spread risulta inferiore. Generalmente nei contratti di mutuo il tasso Floor è posto pari allo spread.

La clausola Floor rappresenta dunque una forma di protezione della remunerazione bancaria, che è messa al riparo da riduzioni troppo marcate dell’Euribor, garantendo all’istituto un tasso minimo pari allo spread.

2) Mutui a tasso variabile: cosa è successo nel 2015

A partire da marzo 2015 e fino all’estate del 2022 le politiche monetarie delle banche centrali hanno spinto i valori dell’Euribor in territorio negativo, con la conseguenza di avere innescato nei mutui a tasso variabile l’applicazione della clausola Floor, i cui effetti immediati sono stati quelli di aver fittiziamente aumentato l’importo delle rate dei mutui nella componente interessi.

Ad esempio il primo gennaio del 2022, l’Euribor 1 mese ha assunto un valore pari a -0,59% ed un mutuo con spread e tasso Floor del 2% si trova a subire un tasso complessivo del 2% anziché dell’1,41%.

In un mutuo di consistenza media tale differenza di tasso si traduce in un aggravio di interessi, per il consumatore, di almeno 30/40 euro per ogni rata.

3) Mutui a tasso variabile: cosa ha stabilito la Corte di Appello di Milano con sentenza n. 2836/2022

La Corte è stata chiamata ad esprimersi in un contenzioso sollevato da un consumatore verso la Banca BPM, in cui si contestava la vessatorietà della clausola Floor, non tanto perché rendeva il mutuo più oneroso, ma in quanto perché il Floor determinava uno squilibrio ingiusto nella distribuzione dei rischi legati all’andamento dei tassi Euribor.

In sostanza un meccanismo di limitazione dei tassi verso il basso a cui non corrisponde un analogo meccanismo di limitazione verso l’alto (la c.d. clausola “Cap”) assicura la tutela del rischio finanziario solo alla controparte professionale (la banca) e non anche a quella consumatrice (il mutuatario).

La Corte d’Appello, anche rifacendosi a pronunce in materia della Corte di Giustizia Europea, ha ritenuto fondata tale eccezione, stabilendo che una clausola formulata in modo da tutelare i diritti della parte contrattuale forte debba essere a tutti gli effetti considerata come una “clausola vessatoria” che richiede una evidenziazione con relativa sottoscrizione specifica.

Nel caso esaminato dalla Corte, peraltro, la clausola non era nemmeno trattata nel capitolato delle condizioni generali del mutuo, ma riportata nel solo foglio illustrativo.

La sentenza ha quindi dichiarato nulla la clausola Floor, disponendo di fatto la restituzione degli interessi addizionali che aveva generato, ma è andata anche oltre, inibendo alla banca convenuta l’utilizzo futuro della clausola nella forma dichiarata nulla.

4) Mutui a tasso variabile: chi ha diritto al rimborso degli interessi addizionali

Evidentemente tutti i mutuatari (clienti anche di altre banche) che si trovano in una condizione analoga, mutuo a tasso variabile con clausola Floor non elencata fra le clausole vessatorie, rate pagate nel periodo 2015-2022, hanno la possibilità potenziale di contestare la validità della clausola, con una altissima probabilità di vedersi riconoscere la restituzione degli interessi addizionali.

L’ordine di grandezza delle somme interessate è certamente significativo: ad esempio in un mutuo di € 200.000 trentennale stipulato nel 2015 gli importi “indebiti” sfiorano il valore di 6.000 euro.

 

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