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Nella dichiarazione dei redditi 2024 è possibile portare in detrazione i contributi versati per colf e badanti. Ed è possibile accedere ad uno sconto IRPEF per le spese che sono state sostenute nel periodo d’imposta 2023.

L’agevolazione fiscale che spetta in questo caso è pari al 19% sull’imposta che il contribuente dovrebbe pagare. Fino ad un tetto massimo di 2.100 euro, purché il reddito complessivo risulti essere inferiore a 40.000 euro. È possibile, inoltre, usufruire di una deduzione sul reddito imponibile: in questo caso, però, il tetto massimo che deve essere rispettato è 1.549,37 euro. È necessario, ad ogni modo, che le spese che sono state sostenute nel corso del 2023 siano legate all’assistenza di persone non autosufficienti.

Ma vediamo quali sono i requisiti per ottenere le detrazioni con la dichiarazione dei redditi. E quali informazioni devono essere comunicate con la compilazione del Modello 730/2024.

Dichiarazione dei redditi: le detrazioni per colf e badanti

Il Modello 730/2024 precompilato sarà reso disponibile ai contribuenti dal prossimo 30 aprile 2024. Il documento risulta essere di particolare importanza per la predisposizione semplificata della dichiarazione dei redditi.

In questa sede i contribuenti hanno la possibilità di portare in detrazione una serie di spese, per le quali è possibile ottenere uno sconto del 19% per l’IRPEF. Tra i costi che possono essere portati in detrazione vi rientrano anche quelli relativi ai contributi di colf e badanti, che devono essere versati dalle famiglie in qualità di datori di lavoro domestico.

L’agevolazione, però, spetta solo e soltanto se vengono rispettati alcuni requisiti, tra i quali, il più importante, è costituito dalla condizione di non autosufficienza del soggetto che viene seguito da colf e badanti. Situazione che deve essere attestata attraverso un apposito certificato medico.

I contribuenti che hanno diritto all’agevolazione

Possono accedere alle detrazioni nella dichiarazione dei redditi per l’assunzione di colf e badanti i contribuenti che abbiano la necessità di un’assistenza continuativa. O, in alternativa, non siano in grado di:

  • svolgere le funzioni fisiologiche;
  • provvedere autonomamente all’igiene personale;
  • assumere gli alimenti;
  • indossare i vestiti;
  • muoversi e deambulare.

Nelle istruzioni allegate alla dichiarazione dei redditi, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito in maniera netta e precisa che:

La detrazione per le spese di assistenza non spetta, dunque, quando la non autosufficienza non si ricollega all’esistenza di patologie (come, per esempio, nel caso di assistenza ai bambini).

A quanto ammonta lo sconto previsto

Il contribuente che abbia impiegato delle colf e delle badanti può beneficiare di uno sconto massimo dell’IRPEF pari a 2.100 euro.

È possibile accedere a questa detrazione nel caso in cui il reddito complessivo dovesse essere inferiore a 40.000 euro. Per determinare il suo ammontare deve essere presi in considerazione anche il reddito dei fabbricati assoggettato alla cedolare secca sulle locazioni.

L’importo massimo che abbiamo indicato in precedenza deve essere considerato come quello complessivo per ogni singolo contribuente. Non ci sono limiti diversi nel caso in cui dovessero essere assunti più lavoratori domestici.

Le istruzioni per la presentazione della dichiarazione dei redditi

Il contribuente ha la possibilità di accedere all’agevolazione per gli importi che sono stati corrisposti ai lavoratori domestici. Nel dettaglio, lo sconto è previsto per quelli che sono indicati all’interno della sezione Oneri detraibili, punti da 341 a 352 della Certificazione Unica. Questi importi risultano essere indicati con il codice onere 15.

Per quanto riguarda il Modello 730/2024 è necessario prendere in considerazione unicamente le spese che sono state sostenute nel corso del periodo d’imposta 2023. Non potranno, invece, essere inserite in dichiarazione dei redditi – per ottenere le detrazioni – le spese sostenute nello scorso anno che sono già rimborsate, in sostituzione dei premi, dal datore di lavoro.

L’Agenzia delle Entrate – sempre all’interno delle istruzioni che ha fornito – ha chiarito ufficialmente che:

Non possono essere indicate le spese sostenute nel 2023 che nello stesso anno sono state rimborsate dal datore di lavoro in sostituzione delle retribuzioni premiali e indicate nella sezione Rimborsi di beni e servizi non soggetti a tassazione – art. 51 Tuir punti da 701 a 706) della Certificazione Unica.

Quali documenti devono essere conservati

Per poter accedere alla detrazione IRPEF i contribuenti devono conservare la documentazione necessaria, che dovrà essere esibita in caso di controlli. Dovrà essere archiviata una ricevuta firmata dal lavoratore che presta assistenza, all’interno della quale devono essere inseriti:

  • i dati anagrafici del soggetto che ha effettuato il pagamento;
  • il codice fiscale del soggetto che effettua il pagamento;
  • il codice fiscale del lavoratore che presta la dovuta assistenza;
  • i dati anagrafici relativi al familiare a cui viene prestata l’assistenza, nel caso in cui il soggetto pagante e quello che riceve le cure non dovessero corrispondere;
  • il codice fiscale del familiare che riceve le cure, nel caso in cui si verifica il caso enunciato al punto precedente.

Ricordiamo che ai contribuenti, oltre alla detrazione per le spese relative a colf e badanti, hanno anche diritto a una deduzione. In altre parole spetta una riduzione del reddito imponibile, fino ad un massimo di 1.549,37 euro.

Colf e badanti obbligate a presentare la dichiarazione dei redditi

A questo punto cambiamo completamente punto di vista. Colf e badanti sono sempre obbligate a presentare la dichiarazione dei redditi. Una situazione che le accomuna agli altri lavoratori domestici. Il motivo di questo obbligo è da ascriversi al fatto che percepiscono sempre lo stipendio lordo, senza che venga applicata la tassazione alla fonte.

È, infatti, importante ricordare che il datore di lavoro domestico non è un sostituto d’imposta. Non assumendo questa veste non ha la possibilità di trattenere dalla busta paga l’IRPEF da versare all’erario.

Questa situazione determina l’obbligo, da parte di colf, badanti e baby sitter, di presentare sempre la dichiarazione dei redditi. Ad essere esonerati da questo adempimento sono unicamente quei lavoratori che, nel corso del periodo d’imposta 2023, hanno percepito dei redditi inferiori a 8.174 euro. E che, per questo, rientrano nella cosiddetta no tax area.

 

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