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Controllando la mia situazione sul sito della Banca d’Italia ho notato che al 31 marzo scorso risultava la seguente situazione (dopo aver trovato un accordo e pagato a fine febbraio un vecchio debito con la società di recupero credito).

1) tipo evento: estinzione sofferenze; 2) evento cancellato: no; 3) rapporti non contestati, 4) assenza di garanzie reali e/o privilegi. 5) importo: 2.267 euro.

Al 5 maggio qualcosa è cambiato e risulta questa situazione: 1) categoria: sofferenze-crediti passati a perdita; 2) fenomeno correlato: perdita non riveniente da cessione; 3) importo: 2.267 euro.

È possibile sapere con esattezza qual è la mia situazione? Cosa significa “perdita non riveniente da cessione”? Perché il debito è ancora presente pur avendo avuto (a fine marzo) anche la liberatoria di estinzione? Grazie.

Per chiarirLe in maniera compiuta il meccanismo che si è attivato dopo il pagamento di fine febbraio è necessario fare alcune rapide premesse.

La Centrale dei Rischi gestita dalla Banca d’Italia è – come sa – un archivio di informazioni sui debiti di famiglie, cittadini ed imprese nei confronti del sistema bancario e finanziario.

Dette informazioni vengono fornite dai vari intermediari partecipanti (banche, società finanziarie e altri intermediari) e riguardano i crediti e le garanzie concessi alla propria clientela, alle garanzie ricevute dai propri clienti e ai finanziamenti o garanzie acquistati da altri intermediari.

Non tutte le operazioni sono, però, segnalate. La soglia di rilevazione, infatti, in condizioni normali è pari ad € 30.000,00. Il cliente, dunque, è segnalato solo se l’importo che deve restituire all’intermediario è pari o superiore a 30.000 euro. Tutto cambia, invece, se il cliente è in sofferenza. In tal caso la soglia si abbassa a 250 euro. E’ quello che è successo a Lei, che ha avuto una segnalazione per € 2.267,00.

Gli intermediari classificano un cliente come debitore in sofferenza e lo segnalano come tale in Centrale Rischi quando ritengono che abbia gravi difficoltà a restituire il proprio debito. La classificazione presuppone che l’intermediario abbia valutato la situazione finanziaria complessiva del cliente e non si sia basato solo su singoli eventi, ad esempio uno o più ritardi nel pagamento del debito.

Attraverso la Centrale Rischi, in definitiva la Banca d’Italia comunica agli intermediari partecipanti l’indebitamento complessivo dei propri clienti, il tipo di finanziamento che hanno ricevuto e la regolarità o meno dei loro pagamenti.

Premesso quanto sopra, entrando nel merito di quanto ha richiesto, abbiamo necessità di confrontare le due diverse segnalazioni.

Situazione al 31 marzo:

1) tipo evento: estinzione sofferenze; 2) evento cancellato: no; 3) rapporti non contestati, 4) assenza di garanzie reali e/o privilegi. 5) importo: 2.267 euro.

Come vede è presente la segnalazione di una “sofferenza pari ad € 2.267,00” da Lei non contestata (dunque non oggetto di impugnativa od altro) ed ancora non cancellata.

Ciò è accaduto perché ha pagato a fine febbraio e l’estinzione è stata annotata ai primi giorni di marzo.

L’intermediario, infatti, smette di segnalare il debito alla Centrale Rischi nel mese in cui esso è stato pagato, ma un suo pagamento degli ultimi giorni di febbraio senza dubbio sarà stato registrato nei primi giorni di marzo. Ciò significa che il “debito” non compare alla data contabile del 31 marzo (c’è scritto infatti “estinzione sofferenza”), ma le informazioni complessive riferite a quel periodo sono poi visibili ai terzi (intermediari o altri) un mese più tardi (fine aprile). Le informazioni storiche riferite ai periodi precedenti restano negli archivi della Centrale Rischi per 36 mesi.

Situazione al 06 maggio:

  • categoria: sofferenze-crediti passati a perdita; 2) fenomeno correlato: perdita non riveniente da cessione; 3) importo: 2.267 euro.

Come può cogliere, c’è scritto “sofferenze-crediti passati a perdita” e la perdita non è riveniente da cessione. Capisco – dall’analisi della stringa – che Lei ha definito con una soluzione cd. “a saldo e stralcio”, vale a dire versando una somma inferiore agli € 2.267,00 inizialmente riportati “a debito”. La somma non versata (e dunque “risparmiata”) è una perdita per l’intermediario finanziato, che ha l’obbligo – per trasparenza – di segnalarlo. Alcuna cessione della posizione è avvenuta, dunque seppur tramite una Società di recupero, Lei ha comunque estinto col creditore originario.

In definitiva, la sua Centrale Rischi adesso segnala quel che è successo, vale a dire che ha pagato ed ha estinto la sofferenza, ma che il pagamento ha riguardato, in accordo, una somma inferiore a quella inizialmente dovuta.

Contrariamente a quel che Lei ha colto, la Centrale Rischi adesso non segnala l’esistenza di un debito, bensì la sua estinzione per una cifra più bassa. Rimarrà così per 36 mesi, poi non sarà più visibile agli intermediari che accederanno in Centrale Rischi, che – in caso di richiesta – la troveranno di nuovo intonsa. Purtroppo avrebbe dovuto “negoziare” nella trattativa con la Società di recupero anche il discorso relativo alla segnalazione della sofferenza.

Non tutto è perduto, però.

La liberatoria di cui è in possesso certifica che Lei non ha alcun debito.

Se dovesse aver bisogno di rivolgersi ad un intermediario creditizio, ad una società finanziaria o ad un Istituto di Credito e dovesse venir fuori quale ragione ostativa la segnalazione in Centrale Rischi per i 2.267 euro Le chiederanno chiarimenti e potrà dimostrare (sperando che sia utile) che, ancorché “a stralcio”, ha comunque estinto il suo debito.

Articolo tratto dalla consulenza resa dall’avvocato Marco Sansone

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