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Difficoltà burocratiche per accedere ai finanziamenti e poi rendicontarli, ostacoli nell’attuare interventi di riqualificazione e di valorizzazione del territorio, lentezza nella progettazione e, naturalmente l’abusivismo edilizio. Sono queste le problematiche principali che 16 Comuni della zona rossa del Vesuvio (su 22 in totale) hanno evidenziato rispondendo al questionario che la Regione Campania e nello specifico l’assessore all’urbanistica aveva loro inviato nell’ambito della concertazione per il superamento della legge 21 del 2003, che ha ormai superato i venti anni di vita. L’iter per dare vita a un nuovo piano per l’area vesuviana è iniziato la scorsa estate, sollecitato prima dal consigliere regionale Carmine Mocerino e poi dal pari grado del Pd Mario Casillo.
Ci sono stati diversi incontri, si è aperto un tavolo tecnico e l’assessore regionale Bruno Discepolo si è detto pronto a pianificare un intervento per tutto il territorio. Poi è nata l’idea di somministrare un questionario ai Comuni interessati e, da qualche giorno, sono state rese note anche le risposte. Molte conferme sui temi più sentiti, qualche sorpresa su chi ha deciso di non rispondere (Terzigno, per esempio, che pure ha un serio problema coi condoni edilizi, ma anche centro importanti come Pompei e Portici) e una necessità comune: uno sviluppo dell’economia locale che contempli la sostenibilità ma non si faccia bloccare da troppi vincoli.
Tra le domande sulle cattive pratiche nell’area vesuviana, la più segnalata è l’abusivismo edilizio, mentre per ciò che riguarda nello specifico la legge 21, molti Comuni hanno sottolineato le difficoltà di applicazione con conseguente esito contrario all’obiettivo di inibire episodi di abusivismo edilizio, l’impossibilità di realizzare nuovi alloggi e le difficoltà di condono per l’edilizia spontanea preesistente. I Comuni hanno chiesto di integrare la programmazione per l’intero territorio vesuviano e di promuovere le eccellenze attraverso eventi e convegni.
Ampio spazio anche alle buone pratiche: una pianificazione aggiornata rispetto alla evoluzione dei territori, le iniziative volte allo sviluppo turistico dei siti, la tutela del patrimonio attraverso la sensibilizzazione delle giovani generazioni, i piani del colore, la raccolta differenziata. Alcune di esse sono già realizzate, altre sono solo idee. Le principali preoccupazioni espresse rispetto al futuro del territorio riguardano, invece, l’esodo della popolazione verso aree a maggior connotazione produttiva, con una desertificazione degli ambiti urbani.
Invecchiamento della popolazione, abbandono dei centri storici e sottoutilizzazione delle risorse presenti sono i fattori maggiormente indicati dai Comuni vesuviani come punti di debolezza del territorio. Il questionario, comunque, per Carmine Mocerino rappresenta un significativo passo avanti: «Il nostro percorso continua. L’iter non solo non si è fermato, ma vive di proposte, idee e riflessioni. Ora dobbiamo pensare, di concerto con la Regione, a un piano di sviluppo sostenibile e capace di produrre crescita in tutto il territorio vesuviano».
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