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L’Inps ha aggiornato il proprio simulatore sulle pensioni e i dati dallo stesso forniti non sono particolarmente incoraggianti per i lavoratori più giovani.
Il simulatore tiene conto delle aspettative di vita della popolazione e, secondo le stime, coloro che oggi hanno 30 anni potrebbero andare in pensione all’età di 70 anni, quindi ben 3 anni dopo l’età oggi richiesta per accedere alla pensione di vecchiaia (che, ricordiamo, è pari a 67 anni).

L’accesso al simulatore Inps è libero, non essendo richiesto l’inserimento di credenziali (come Spid e Carta di identità elettronica).
È fondamentale, però, che ciascun lavoratore inserisca alcuni dati essenziali inerenti alla propria attività lavorativa, ad esempio se si tratta di lavori particolarmente usuranti, oppure del servizio militare. Inoltre, il simulatore tiene anche conto dell’eventuale riscatto della laurea, oppure di accrediti figurativi in caso di maternità obbligatoria.

Secondo le stime dell’Istituto di previdenza, coloro che hanno compiuto 30 anni nel 2024 e hanno iniziato da poco a svolgere un’attività lavorativa andranno, probabilmente, in pensione a 66 anni e 8 mesi se hanno versato almeno 20 anni di contributi.
Qualora, invece, abbiano versato una quantità inferiore di contributi, secondo il simulatore, i lavoratori andranno in pensione all’età di ben 74 anni.

Ancora nessun dato, invece, dal simulatore in ordine alla pensione anticipata flessibile, cioè la c.d. “quota 103”, che presuppone il raggiungimento del 62° anno di età e 41 anni di contributi versati. Il simulatore, infatti, non è ancora stato aggiornato per il 2024, quindi bisognerà attendere ancora un po’ per tali informazioni.

Secondo il simulatore, un soggetto nato a gennaio del 1980, impiegato nel settore privato, che abbia cominciato a versare i contributi previdenziali nel 2005 accederà alla pensione di vecchiaia a 68 anni e 9 mesi.
Può anticiparla a 65 anni e 7 mesi se ha maturato un assegno superiore a una data soglia (per il 2024, tre volte l’assegno sociale), ma deve rimandarla fino a 73 anni e 2 mesi di età se non matura nel complesso 20 anni di contributi.

L’Inps ha, quindi, comunicato l’avvenuto aggiornamento degli adeguamenti dei requisiti pensionistici agli incrementi della speranza di vita, secondo i dati forniti dall’Istat, relativi allo scenario demografico mediano del 2022.

In conclusione, secondo i calcoli forniti dall’Inps, fino al 2028 l’età per l’accesso alla pensione di vecchiaia resta ferma a 67 anni, dal momento che non si sono verificati aumenti della speranza di vita. È previsto, però, un incremento a 67 anni e 1 mese dal 2029 in poi.

A livello europeo, secondo le stime fornite da Eurostat, l’Italia è al secondo posto nell’ambito della classifica dei Paesi dell’Unione con la più alta spesa per le pensioni in proporzione al Pil. In base ai dati forniti nel 2021, in Italia il rapporto tra la spesa per le pensioni e il Pil ha toccato il 16,3%. Precede la Grecia con una percentuale pari al 16,4%.
L’ammontare complessivo della spesa per le pensioni all’interno dell’Ue, per l’anno 2022, è pari a 1.882 miliardi di euro, praticamente circa il 12,9% dell’intero Pil dell’Unione europea. Il 2022 ha visto un incremento della spesa complessiva di circa il 2,8%, bilanciato però da una diminuzione del rapporto con il Pil di 0,7 punti.



 

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